Dopo i Rangers anche il Celtic cambia pelle per rinnovare la tradizione dell’OLD FIRM… "Le Hoops diventano a tre strisce''. Il derby continua!
Celtic Park, (Glasgow), lì 04 Agosto 2020 - Giusto poche settimane fa ho affrontato l’argomento Rangers Glasgow in virtù del cambio di sponsor tecnico da parte dei Gers che sono passati a Castore, adesso torno nella meravigliosa Glasgow, ma sulla sponda biancoverde della città, per farvi respirare appieno tutti gli odori della "sacra rivalità'', non solo sportiva sotto la croce di Sant'Andrea; perché anche il Celtic in questa stagione hanno cambiato sponsor tecnico affidandosi al brand fondato da Adolf (Adi) Dassler nel momento in cui ruppe i rapporti con il fratello Rudolf che si è consolato fondando la Puma.
Devo assolutamente premettere che ho un’ammirazione sconfinata per tutto ciò che riguarda il mondo celtico e nel particolare sono un fan dei Celtic Glasgow e un superfan dei Boston Celtics dell’NBA e ovviamente simpatizzo per il Panathanaikos Atene per una evidente affinità di colori.
Cercherò comunque di non sbrodolare troppo cercando di darvi quelle informazioni che possono interessare chi ama il calcio a 360° che non si limita a guardare le maglie o i risultati delle partita, ma a piacere nel capire il perché una squadra abbia una storia così viva e con una tradizione che va oltre i risultati.
Prima di addentrarmi nell’articolo volevo svelarvi il motivo per cui adoro i Celtic Glasgow dal primo momento che li ho visti; li ho adorati per le loro maglie che oltre ad essere cromaticamente meravigliose, fino al 1994 non riportavano il numero sulla schiena, ma lo stesso era impresso in modo esagerato solo sui pantaloncini.
Lisbon Lions
Purtroppo il marketing poi ha vinto è i cattolici si sono dovuti adeguare inserendo non solo i numeri, ma anche i nomi sulle gloriose e fino ad allora vergini casacche.
Parlando di Glasgow e di calcio ricadiamo nel glorioso OLD FIRM di cui già ho parlato nell’articolo dedicato ai Rangers e quindi non penso di dovermi dilungare eccessivamente, ma sulla sponda cattolica della seconda metropoli scozzese sono molto orgogliosi di poter dire che nel corso della loro vita calcistica non hanno mai incontrato l’onta della retrocessione non andando a infangare la solennità di una partita così sentita come da nessuna altra parte nel mondo.
Al contrario dei cugini Rangers, il Celtic può vantare anche una buona storia europea, anche se i successi sono molto datati, ma nella stagione…. Hanno centrato la finale di Europa League, ma di questo parlerò dopo.
Come già ampiamente espresso, il passare dei tempi e il dislivello economico che si è creato nel corso degli ultimi 15 anni, non penso che sarà possibile, a breve, portare questo glorioso club a calcare importanti teatri europei e mondiali.
Nella dignitosa Scottish Premier League il Celtic può vantare un palmares addirittura superiore a quello dei cugini costituito da 51 titoli, 39 coppe di Scozia, 19 Coppe di Lega.
Il Celtic è riuscito a piazzare per ben due volte la vittoria di 9 campionati consecutivi ed in particolare nel periodo 1966-1974 sotto la guida della Leggenda Jock Stein…di cui dirò…e nel periodo 2011-2020, approfittando sicuramente dell’assenza per diverse stagioni dell’unico avversario credibile al di la del Vallo di Adriano.
Il Celtic Glasgow venne fondato nel 1887 da Fratel Walfrid, frate marista di origini irlandesi e già andiamo a capire il perché la squadra ha una profonda base cattolica e perché ha usato e usa tuttora simboli non prettamente legati alla storia di Scozia, ma più ad un meltin-pot tra Scozia e Irlanda.
Il simbolo del club e i colori sociali rispecchiano proprio l’influenza irlandese e il Celtic non ha mai fatto nulla per discostarsi da queste origini. Basti pensare che la divisa del club è una di quelle che nel corso di oltre 100 anni ha subito meno stravolgimenti resistendo anche a tutte le imposizioni che il marketing ha imposto a tutti i club della terra.
A parte i primi anni, dal 1903 i Celtic si presenta in campo con una maglia con sfondo bianco e strisce orizzontali verdi, denominate Hoops, pantaloncini bianchi e calzettoni bianchi. Il simbolo è praticamente da sempre un quadrifoglio verde e bianco bordato da circonferenze verdi che richiama per somiglianza lo Shamrock irlandese.
Ciò non vuol dire che esistono fantasiose seconde maglie e ancora più folkloristiche terze maglie, ma la prima maglia è riconoscibile in tutto il mondo e forse anche dalla luna
I tifosi del Celtic offrono un colpo d’occhio mozzafiato perché il 99.9% di loro compra solo e soltanto la prima maglia e quindi il glorioso Celtic Park si colora di un unico fondo bianco verde…veramente uno spettacolo mozzafiato.
Celtic Park
Come non rimanere folgorati davanti ad un stadio che dal 1892 ospita le partite del Celtic? Si avete capito bene, il Celtic Park è stato costruito 128 anni fa ed ha subito una ristrutturazione e un riammodernamento nel 1995, ma la struttura è quella originale e questa non può che essere una delle più classiche storie del calcio britannico.
Può ospitare 61000 persone con posti a sedere ed è veramente raro vedere dei buchi alle partite al The Paradise, soprannome dato allo stadio dai fans.
Nella più classica e iconica tradizione inglese, lo stadio è considerato un tempio e nel caso del Celtic Park nel 2002 è stato votato come lo stadio preferito del Regno Unito arrivando davanti al Millenium Stadium di Cardiff e al Lord’s Cricket Ground di Londra.
Millenium Stadium Lord’s Cricket Ground Pavillion
All’ingresso dello stadio dal 2005 al 2015 sono state posizionate 4 statue a rappresentare i punti cardini della fede Celtic…quella dedicata a Padre Walfrid (fondatore), quella dedicata a Jimmy Johnstone (nominato miglior giocatore di sempre), quella dedicata Jock Stein (miglior allenatore di sempre) e quella dedicata a Billy McNeill (miglior capitano di sempre).
Ma la meraviglia della storia del Celtic riguarda anche l’inno che accompagna l’ingresso in campo dei celtici e cioè la famosissima You’ll Never Walk Alone, che non traduco perché ritengo che tutti coloro che leggono non ne abbiano bisogno, che accomuna il club ad un altro pezzo di storia del calcio mondiale e cioè il Liverpool.
Qualche tempo fa si scatenò una disputa, pacifica per fortuna, su quale dei due club abbia usato per primo questo pezzo di Gerry and the Pacemakers scritto nel 1963. La disputa si è risolta seguendo la storia del pezzo che, scritto da artisti di Liverpool, è stato cantato per la prima volta come coro da stadio ad Anfield nel 1964.
Questo non impedisce certo di provare un tremolio nelle coronarie nel momento in cui si sentono quelle note che siano ad Anfield o al Celtic Park e pensate a chi ha avuto la fortuna di poter assistere al doppio scontro tra le due squadre nei quarti di finale dell’Europa League del 2002-2003.
Incontro Europa League 2003 - Uniti nell’inno
Proprio quell’anno il Celtic centrò l’ultimo traguardo di rilievo a livello continentale giocandosi la finale contro il Porto di Josè Mourinho, perdendo solo dopo i tempi supplementari per 3 a 2 con un gol al 115’ segnato dal brasiliano Derlei. Nel corso di quel match il mattatore per la squadra cattolica di Glasgow fu Henrik Larsson autore di una doppietta e nominato Man of match.
The Match - Il Gagliardetto commemorativo
Certo qui si parla di una sconfitta, ma forse ai più sfugge il fatto che il Celtic è stata la prima squadra inglese a vincere la Coppa dei Campioni, sì proprio il Celtic.
Il tutto accadde il 25 Maggio del 1967 allorquando nacque la leggenda dei “Lisbon Lions” che riuscirono a dominare l’Inter in finale pur essendo passati in svantaggio dopo soli 7 minuti con un calcio di rigore trasformato da Sandro Mazzola. Da lì in avanti la squadra di Herrera applicò il catenaccio puro subendo l’aggressività della squadra di Stein, che da molti venne paragonata all’arancia meccanica del calcio totale olandese.
Calcio d’inizio finale coppa dei campioni 1967
Quella partita passò alla storia anche perché sancì la fine del ciclo dell’Inter e soprattutto la sconfitta del calcio catenacciaro italico che nulla riuscì ad opporre contro lo strapotere fisico dei britannici. Jock Stein a fine partita dichiarò: “Abbiamo vinto meritatamente, ce l’abbiamo fatta giocando a calcio. Puro, bello, calcio fantasioso”. |
Il capitano Billy McNeill alza la coppa Lisbon Lions completi di allenatore
La stagione 1966-1967 viene ricordata dai tifosi del Celtic come Year of Triumph in quanto il Celtic vinse ogni competizione al quale partecipò: il campionato vinto con due punti di vantaggio sui rivali storici dei Rangers; la Coppa di Scozia; la Coppa di Lega e la Glasgow Cup.
Per non farsi mancare nulla in quel meraviglioso 1967 il Celtic venne invitato al Santiago Bernabeu per la partita di addio al calcio della “Saeta Rubia “ Alfredo Di Stefano riuscendo a vincere anche in quell’occasione con una rete di Lennox.
A rendere ancora più iconica quella sequela di successi va sottolineato che quel Celtic era formato interamente da giocatori di Glasgow o entro una distanza massima di 48 km ed erano tutti comunque provenienti dal vivaio.
Tutto ciò ha dell’incredibile ed è sicuramente un record che non potrà mai più ripetersi a meno che l’Athletic Bilbao non riesca a conquistare un titolo europeo con i propri giocatori provenienti esclusivamente dalla regione dei Paesi Baschi, ma la cosa la vedo improbabile se non impossibile.
Potrei continuare a parlare di ciò che i Celtic rappresenta per la storia del calcio, ma mi rendo conto che non è il caso di esagerare e quindi mi butto su altri aspetti.
Nel corso della Sua storia nel Celtic hanno giocato dei talenti purissimi che forse hanno ottenuto meno di quello che avrebbero potuto a partire proprio da Jock Stein, Jimmy Johnstone, Billy McNeill, Martin O’Neill, Kenny Dalglish, gloria anche del Liverpool, fino a arrivare a Henrik Larsson e Virgil Van Djke.
Kenny Dalglish Henrik Larsson
Neil Lennon Virgil Van Dijk e Neil Lennon
Nel 2002 un sondaggio fatto tra tutti i tifosi dei Celtic del mondo diede luce alla migliore squadra di sempre e fa specie individuare la capigliatura rasta di Henrik Larsson in mezzo a 10 giocatori scozzesi puri.
Poi però basta guardare i numeri di questo strano svedese che ha scelto il cognome della madre e non del padre capoverdiano.
Leggendo i famosi numero che a volte non dicono tutto, ma spesso dicono molto, ti accorgi che è l’unico giocatore svedese ad aver partecipato a 6 fasi finali di competizioni per nazioni vincendo un bronzo ai mondiali di Usa 1994 ed è il terzo miglio marcatore della storia del Celtic con 173 realizzazioni in 221 incontri, recordman di gol europei di un calciatore di un club britannico con 31 gol ed è stato capace di segnare 433 gol in 765 partite con i club in cui ha giocato tra i quali oltre che il Celtic troviamo Feyenoord e Barcellona.
Nel corso della sua carriera si è aggiudicato anche la scarpa d’oro nel 2001 davanti a giocatori del calibro nientedimeno di Hernan Crespo, Andrij Shevchenko e Raul.
Ovviamente a livello di allenatori oltre alla Leggenda Jock Stein, sulla panchina dei Bhoys si sono seduti personaggi di spessore quali Liam Brady, visto dalle nostre parti, Jozef Venglos, visto ad Italia ’90 alla guida della Cecoslovacchia, Kenny Dalglish, giocatore da 167 gol in carriera con il Celtic, Martin O’Neill, che ha portato il Celtic ad un passo dalla conquista dell’Europa League, Gordon Strachan, il rosso per eccellenza, Neil Lennon e Brendan Rodgers.
Ripeto per intero un trafiletto che avevo scritto per il pezzo dei Rangers “Io personalmente ho un sogno nel cassetto che è quello di riuscire ad andare a vedere un Old Firm ospitato dal Celtic, per il semplice motivo che essere in mezzo a 60355 tifosi scatenati che tutti insieme cantano “You’ll Never Walk Alone” mi mette i brividi solo a pensarci…”.
The Adidas Hoops stripes the memories at the Firm way: la classe non è acqua, e griffa l'immortalità.
Adesso arriviamo alle nuove maglia che negli ultimi 5 anni erano state griffate da New Balance e che dalla stagione 2020-2021 saranno invece marchiate Adidas.
Come già detto in principio la tradizione verrà rispettata in tutto e per tutto e ovviamente la maglia home non può che essere bianca con le classiche hoops orizzontali verdi.
Il crest del club è posizionato in alto a sinistra, e reca sopra una stella dorata, mentre il brand Adidas è posto nella parte destra perfettamente speculare; Al centro della maglietta lo sponsor DAFABET (Società di scommesse).
I pantaloncini interamente bianchi texture dellla bordatura coscia a sagomare un vello a cucitura che conferisce spessore e ricercatezza al capo; i loghi del club e dello sponsor tecnico in real color verde, e i calzettoni sempre bianchi con bordatura orizzontale verde, leggermente a tonale ed incrudito come texture, (che non dissimula, purtroppo, la differente tonalità), la nella parte apicale del risvolto, a richiamare le iconiche Hoops.
Sul retro del colletto è inserito a rilievo lo stemma del club in colore dorato sopra altro sponsor MAGNERS (ditta sviluppata nell’ambito delle bevande).
In fine voglio darvi anche rapida una gift view sul kit da portiere che Adidas abbina alla Home. Una soluzione quanto mai eclettica quella scelta per l'esordio tra i pali. Il viola, contro ogni scaramanzia, sferzata da dettagli cedrine fluo acido su colletto, sottomaniche e lombi. Completano il template calzoncini e calze, che ricalcano in un'elegante pan dent, per una soluzione visual, senz'altro studiata, e veramente accattivante.
La maglia Away è interamente verde menta chiaro con accenti di verde in tono più scuro e più intenso che si nota anche nelle tre strisce iconiche , che corrono sulle spalle e bordomanica, accentuate stile "Adidas Originals'' in suen anni '90 abbastanza larghe, richiamando le iconiche Hoops, in pure style "Lisbon Lions'', che accostano altre due linee slim suite, una in bianco e l'altra in verde chiaro, che corrono sul colletto a V .
All-black third strip for 2020/21 season leaked with new adidas deal to begin.
La terza maglia è quella che si discosta di più dalla tradizione ed è completamente nera con il colletto molto ampio sempre a V in stile anni ’90 con dettagli e personalizzazioni in verde vajant fluo.
Il nuovo kit Adidas del Celtic Glasgow 2020/2021 verrà lanciato giovedì 6 agosto ma è già pre-ordinabile sul sito dei campioni di Scozia al modico prezzo di 65 sterline.
Nella speranza di non avervi annoiato vi rimando alle mie prossime stesure che spero vi facciano venir voglia di saperne ancora di più e non solo della maglia''. See'll us soon...!
"Mi sarebbe tanto piaciuto perdermi dentro il fascino del calcio "cattolico" di Glasgow, tra le storie incastrate tra una Hoop e l'altra, senz'altro avrei raccontato due secoli ed oltre di calcio... Ma la cronaca ha preteso i suoi ineffabili diritti sulle storie del cuore... Quelle di Adidas nuove di zecca, could share all the emotions of football spread... The Hope green'll be shipped on the white in the Firm"?
Adidas x Celtic FC unveil the new home kit. Pre-order now: https://www.youtube.com/watch?v=czMPU71vUNc
CELTIC KIT LAUNCH VIDEO 2020/2021 https://www.youtube.com/watch?v=msvdNWgauRM
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