Zona Maglie ricorda un Campione



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Rosario 19/04/1946 – Rosario 08/05/2020 - Punto di contatto la città di Rosario importante città della Provincia di Santa Fè.
Data di nascita decisa dal fato, data della morte decisa da due balordi che miravano una bicicletta e hanno inteso pestare un anziano signore senza sapere che si trattava di una Leggenda.
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E’ probabile che i due balordi ragazzotti fossero troppo giovani per riconoscere l’aspetto di Tomas Felipe Carlovich più conosciuto come “El Trinche”, una leggenda del calcio argentino, della città di Rosario e soprattutto un punto di riferimento per chi ha deciso di giocare per il solo gusto del gioco accantonando i riflettori del successo e con tutta probabilità una montagna di soldi.
L’unica cosa che posso rinfacciare a “El Trinche” è che se avesse fatto la vita di tutti gli altri talenti argentini, anche meno dotati di lui, nella data del 06/05/2020 non si sarebbe trovato su quel viale di Rosario con una bicicletta e un viso senza gloria e probabilmente oggi sarebbe ancora vivo.
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E’ pur vero che tutto l’affetto che in questi giorni sta suscitando El Trinche, ha fatto capire al mondo tutto che stiamo parlando di un personaggio fuori dagli schemi, ma soprattutto un personaggio che rappresentava “l’argentinità” più verace e più vera, quella ricerca del bello senza pensare al risultato, ma che nel corso della sua carriera ha dato prova che, anche se messo in confronto con giocatori dai nomi altisonanti, avrebbe potuto tranquillamente frequentare quei lidi dorati.
Non sono qui per scrivere la biografia di Carlovich perché non sono uno scrittore e sicuramente c’è chi lo ha fatto in un modo meraviglioso e romantico, ma voglio solo lasciarvi due appunti che possano scatenare la curiosità di chi legge e, che forse non conoscono il personaggio, cercando di indirizzarli alla lettura di qualcosa sulla vita del Trinche, alla visione di un video d’epoca sul Trinche, perché conoscere la vita di questo talento cristallino e irripetibile merita di essere conosciuto.
Tomas Felipe Carlovich nasce a Rosario da padre croato emigrato negli anni ’30 in Argentina per cercare fortuna e questo basterebbe già ad indirizzare la mente verso ciò che gli slavi hanno rappresentato per il calcio a livello mondiale.
Gli slavi sono il perfetto esempio di chi gioca a calcio per il gusto del bello e spesso e volentieri questo li ha portati a non raggiungere risultati, ma ad essere considerati sempre come i più raffinati esteti del gioco del pallone.
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Nel corso della storia non esistono periodi del calcio in cui non vi sia un giocatore slavo e di origine slava che venga considerato come il maggior esponente del “barocco” calcistico dove il singolo ricamo vale più del prodotto finito.
Non mi dilungo su questo perché altrimenti non finirei più di portare esempi che avvalorino la tesi di cui sopra, ma torno a Carlovich che pur essendo argentino è il più slavo degli slavi e in un paese dove il futbol è una religione, dove hanno inventato i nomi da assegnare a particolari gesti tecnici, dove la palla viene chiamata “Vieja” e cioè mamma, El Trinche non poteva che essere un MITO!!!
Nato in una città, Rosario, culla del calcio argentino, dove la divisione tra il tifare un club o un altro si porta dietro tutta la cultura cittadina, dove se sei tifoso del Newell’s Old Boys avrei il dentista che tifa NOB, avrai un commercialista che tifa NOB etc… e la cosa è esattamente la stessa per chi tifa Rosario Central, l’altra grande squadra cittadina, El Trinche non poteva che trovare un’altra sponda per esprimere il proprio talento senza essere ingabbiato in schemi od obblighi di alcun genere e sto parlando del Central Cordoba.
Il Central Cordoba, fondato nel 1906, ha frequentato i piani nobili del calcio argentino per le sole stagioni 1957, 1958 e 1967 e da tale anno frequenta la B Nacional e la terza divisione.

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La grande fortuna del Central Cordoba è stata quella che nel 1973, almeno così pare, si presentò al campo un ragazzino in carne con l’aspetto tipicamente zigano, capelli lunghi e baffoni di ordinanza, un fisico più da killer professionista che da calciatore, ma che nel momento in cui entrava in campo diventava un adone inarrivabile e con una proprietà tecnica fuori dal comune.
Da lì solo amore senza odio tra i tifosi del Los Charruas e Carlovich, uno stadio che nel momento in cui giocava El Trinche ribolliva ben oltre dei 18000 tifosi della capienza dell’Estadio Gabino Sosa.
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Vi do degli spunti che possono sembrare inverosimili, ma che sono assolutamente reali e che spero che possano invogliarvi ad approfondire l’argomento.
Il Presidente del Central Cordoba nel momento in cui era sicuro che El Trinche giocasse, perché decideva lui, aumentava il prezzo del biglietto specificando il motivo inserendo la frase “Esta noche Juega el Trinche” e paradossalmente il pubblico risultava ancora superiore rispetto alle normali partite del Cordoba.
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Nell’arco della sua travagliata carriera “El Diez” venne ingaggiato per circa una decine di partite dal Newell’s Old Boys e durante un’intervista all’affermazione di un giornalista che riferiva a Diego di essere il miglior giocatore che avesse mai giocato nella storia del club Rosarino, Diego rispose: “Il miglior giocatore che ha giocato a Rosario è Carlovich”.
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El Diez riceva la numero “5” di Carlovich
Josè Nestor Pekerman, tra le altre cose anche ex Ct della Celeste ai Mondiali di calcio di Germania 2006, intervistato in merito disse che “…Carlovich è stato il miglior centrocampista centrale mai visto”.
Cesar Luis Menotti grandissimo giocatore e ct della Selecion vincitore dei Mondiali di calcio di Argentina 1978 e colui che lanciò nel grande calcio Diego Armando Maradona su Carlovich disse “…Carlovich è uno di quei bambini il cui unico giocattolo è stata una palla da quanto sono nati, vederlo giocare a calcio è stato impressionante”.
Nel corso di un incontro tra il Central Cordoba e il Talleres de Remedios de Escalada, un tifoso chiese a El Trinche di eseguire un doppio tunnel muovendo la palla prima in avanti e poi indietro, ovviamente Carlovich eseguì il “trick” che verrà ripetuto moltissime volte nel corso delle sua carriera sportiva.
Nel 1974 il CT della Selecion, Vladislao Cap, pensò di organizzare una partita amichevole tra la squadra che sarebbe andata a difendere i colori Argentini ai Mondiali di calcio in Germania Ovest e una selezione del calcio Rosarino, ma non pochi furono i problemi da superare.
Il primo e quasi inestricabile problema era dovuto al fatto che siccome i giocatori di una squadra di calcio sono 11 come sarebbe stato possibile soddisfare i tifosi dei Leprosos – NOB – e quelli delle Canallas  - Rosario Central?
L’idea fu quella di convocare 5 giocatori del Newell’S, 5 giocatori del Central e Felipe Tomas El Trinche Carlovich in rappresentanza del piccolo Central Cordoba.
Primo tempo 3 a 0 per le selezione Rosarina e in campo un dominio assoluto del “5” che era proprio il dinoccolato, baffone e fuori forma del Central Cordoba che stava assolutamente umiliando i rappresentanti della selezione argentina pronti per partire per i Mondiali di calcio del 1974.
Nell’intervallo il CT Cap va nello spogliatoio avversario e chiede al selezionatore della squadra di Rosario di togliere quel “5” che ci sta umiliando.
Questo era El Trinche Carlovih, un monumento del calcio sudamericano morto per una bicicletta, morto dopo due giorni di coma, ma ricordato dai tifosi di tutta Argentina e non solo, perché la felicità che ha portato questo slavo sovrappeso a chi ama il calcio resterà per sempre negli occhi di chi ha avuto la fortuna di poterlo osservare e anche di chi si è potuto nutrire dei racconti sul Trinche…Adios campeon Adios Trinche.
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Cancha del Central Cordoba gremita per i funerali di Felipe Tomas El Trinche Carlovich




Ringaziamenti  Editoriali:


Fonti Giornalistiche:


Fonti Fotografiche:
     

Fonti Video:




di: Fabrizio Roscitano.



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