Gloria, caduta, rinascita... - Atto I: Un tuffo nella storia dei Rangers. Chi dopo Hummel sulla "The Glory Home'' dei Gers?
Glasgow, sponda Ovest (Protestante) del Clyde River, li 05 Maggio 2020 - Segnatevi questa data, perché tutto ha inizio laddove il calco è più d'una religione, nel vero senso della parola.
Quando si parla di calcio scozzese inevitabilmente si parla di Glasgow e quando si parla di Glasgow inevitabilmente si arriva a discutere dei Rangers “protestanti” e del Celtic “cattolico”, ma forse ai più sfugge che il club più antico di Scozia, oltre che essere ovviamente nato a Glasgow non è né il primo né il secondo.
Infatti nel 1867, cinque anni prima della nascita dei Rangers, venne fondato il Queen’s Park Football Club.
Giusto per dare un accenno che storicamente ha una sua rilevanza, il Queen’s Park è la terza squadra di Scozia più titolata dietro ai Celtic ed ai Rangers con ben 10 Coppe di Scozia al suo attivo anche se l’ultimo trofeo risale al…1893.
Oggi milita in Scottish League Two (4° serie), ma il campo sul quale dispputa gli incontri casalinghi è il leggendario HAMPDEN PARK che può ospitare fino a 51.000 spettatori, è il campo dove gioca la nazionale scozzese e negli uffici vengono ospitati gli uffici della federcalcio scozzese.
Hampden Park, la casa del Queen’s Park F.C. e della Nazionale Scozzese
Ma torniamo a noi, o meglio torniamo ai Rangers di Glasgow, club totem del calcio oltremanica che conta sostenitori e fans in tutto il globo, come accenneremo più avanti.
Purtroppo come la maggior parte dei club scozzesi, il dominio è per intero concentrato tra le mura domestiche.
Viene da pensare che se questa sia una tendenza che difficilmente verrà sfatata visto anche il divario economico che ormai esiste tra le principali leghe europee rispetto alla dignitosa Scottish League.
Guardando la storia si evidenzia che anche in passato, in momenti in cui forse le differenze economiche non erano così importanti, le squadre scozzesi raramente sono riuscite ad imporsi a livello europeo e se sembra lecito pensare che ogni tanto qualche “underdog” europeo si manifesta, citiamo il Porto, l’Amburgo, il Valencia, l’AZ 67, l’Aston Villa, risulta difficile credere che un club scozzese possa portare a termine, con un successo o quanto meno con una finale, una campagna europea.
Ciò non toglie che il fascino dei club scozzesi susciti interessi globali se non altro per tutto ciò che c’è attorno agli stessi, un clima molto British, pubblici caldi, stadi meravigliosi e passione senza eguali. Detto questo, sperando di non aver annoiato nessuno, tornando a parlare dei Rangers di Glasgow, non si può che rimanere affascinati dalla storia che circonda questo club, questi colori, una storia che forse non sarebbe tale se non esistessero gli acerrimi rivali cittadini del Celtic.
Fondati nel 1872, nel corso della storia ultracentenaria, hanno imposto un dominio incontrastato nel Paese aggiudicandosi 54 campionati scozzesi, 33 coppe di Scozia, 27 Coppe di Lega scozzese, 1 Scottish Championship, 1 Scottish League One, 1 Scottish Third Division, 1 Scottish Challenge Cup.
Agli appassionati più attenti non sarà sfuggito il fatto che nel palmares alcune voci sembrano fuori posto, ma la risposta alla curiosità la daremo tra poco.
Impossibile non accennare alla rivalità con i cattolici Celtic, una rivalità stracittadina tra le più sentite del mondo e questo forse anche per l’estrazione religiosa che divide persone che vivono nella stesa città, nello stesso quartiere, che magari lavorano insieme e i cui figli vanno a scuola insieme.
Il glorioso “The Old Firm” è una partita che incarna perfettamente la definizione di “partita che vale una stagione!”.
Infatti in questo caso, se non altro per la qualità delle squadre che si affrontano, spesso la squadra che si aggiudica questo derby a fine stagione festeggia il titolo. Questo perché il livello delle altre squadre della Scottish Premier League, non è sicuramente pari a quelle delle due corazzate della capitale e a parte qualche sporadico exploit, potendo citare Aberdeen e Dundee, “The Old Firm” diventa il vero ago della bilancia per decidere chi arriva primo e chi arriva secondo.
Tenendo conto che Celtic e Rangers si sono divisi 104 titoli nazionali risulta chiaro ed evidente che in Scozia tifare per squadre che non siano le due di Glasgow richiede una passione maggiore rispetto a tutti gli altri paesi del mondo, senta timore di smentita.
La rivalità tra protestanti e cattolici nel corso degli anni a portato alla morte di diversi tifosi oltre che disordini in quasi ogni occasione.
I Rangers di Glasgow giocano le partite casalinghe nello storico IBROX PARK capace di ospitare quasi 51000 spettatori tutti seduti. Lo stadio è una meraviglia costruita nel 1899 e nel corso degli anni ha subito continui e necessari miglioramenti che oggi lo rendono una perla incastonata nella capitale scozzese unitamente a quella dei rivali storici che giocano le loro partite al Celtic Park.
Per i tifosi dei Rangers il 6 Maggio 2011 è la data spartiacque tra il “prima” e il “dopo” dei Gers; infatti il proprietario David Murray vendette la Società alla Wavetower Limited, il 14 Febbraio 2012 (che brutto San Valentino) i Rangers entrarono in amministrazione controllata per mancati pagamenti al fisco britannico precipitando nel più assoluto buio non ricevendo nessun tipo di favore o cortesia né dai club della Scottish Division né dai club delle categorie inferiori che “…per proteggere l’integrità della Scottish Premier League non ritengono di dover permettere ai Rangers di avere alcun trattamento particolare”.
Il 7 Agosto del 2012 i Rangers esordivano in Third Division pareggiando 2 a 2 con il Peterhead.
La stagione si concluse in modo trionfale per i “Teddy Bears” che si aggiudicarono il titolo con 24 punti di vantaggio sulla seconda classificata, l’anno successivo si aggiudica la Scottish League One e tutto sembra apparecchiato per il triplo salto mortale e il nuovo accesso alla prima serie Scozzese.
Ma le ciambelle non sempre si cuociono a puntino, o, escono con il buco, come si suol dire, e nell’annata 2014-2015 della Scottish Championship i “nuovi” Rangers nipoti non figli di quella squadra che dominava nella terra di Sant’Andrea, si ritrovò in concorrenza con due blasonate squadre della capitale entrambe retrocesse: gli Heart of Midlothian e l’Hibernian.
Nel corso della stagione si rigioca l’”OLD FIRM” nella semifinale di Scottish Cup con i “cattolici” che si impongono con un netto 2 a 0 ad Hampden Park.
In campionato i Rangers arrivano terzi e nello scontro playoff con il Motherwell, arrivato penultimo nella prima seria, incredibilmente viene sconfitto rimandando di un anno il ritorno nella massima serie del campionato scozzese che giunge il 5 Aprile 2016 vincendo contro il Dumbarton.
Tutta l’aurea dei Rangers sembra essere improvvisamente ritrovata anche grazie alla vittoria della Challange Cup, 4 a 0 contro il Peterhead e soprattutto grazie alla vittoria ai calci di rigore contro il Celtic nella semifinale di Scottish League.
Per chi sanguina blu la successiva sconfitta in finale contro l’Hibernian per 3 a 2 che ribalta negli ultimi 10 minuti di partita dal 2 a 1 per i Rangers al 3 a 2 finale.
E’ importante notare che una volta tornato nel calcio che conta la squadra protestante di Glasgow non è, a tutt’oggi riuscita ad ottenere la vittoria del campionato. In un campionato così squilibrato rimontare il gap con il Celtic richiederà sicuramente ancora diverse stagioni.
Nel corso della Sua storia ci sono stati giocatori che hanno inciso sia a livello nazionale che internazionale, come non parlare di Allister Mc Coist, autori di 355 gol in 581 partite, o Derek Johnstone.
Ally Mc Coist vera istituzione Gers
Ma come non parlare di un giovane Alex Ferguson, ben lontano da essere Sir, che con la maglia dei Gers ha all’attivo solo 41 presenze ma con ben 25 gol all’attivo, non male per chi come allenatore dell’Aberdeen è stato in grado di vincere 11 trofei in 7 anni tra cui una CoppaUefa in finale contro il Real Madrid e la Supercoppa Uefa contro l’Amburgo di Magath giustiziere della Juventus nella finale dell’allora Coppa dei Campioni ad Atene.
Alex Ferguson nel suo anno ai Rangers.
Alex Ferguson vincente da allenatore dell’Aberdeen in attesa di spiccare il volo per Manchester sponda United.
Nelle fila dei Gers hanno militato anche giocatori di rilievo internazionale come Paul Gascoigne, Brian Laudrup, Terry Butcher Graeme Souness, Alex McLeish, Mo Johnstone, Tore Andre Flo.
Non sono mancati neanche gli italiani che hanno onorato la gloriosa maglia blu e ognuno di loro ha saputo lasciare un segno che ancora oggi li rende bei ricordi per i tifosi scozzesi.
Nel 1997 un giovanissimo Gennaro Ivan Gattuso viene prelevato dal Perugia e attraversa la Manica per un’avventura che lo aiuterà a diventare il Ringhio che tutti poi abbiamo conosciuto. La grinta di Gattuso fa subito breccia nei tifosi che vedevano nella sua capacità di lottare, nella sua caparbietà e nella sua veemenza il perfetto English Player che gli valse il soprannome di “Brave Heart” e un biglietto di ritorno per l’Italia con tutto quello che ne è conseguito.
Ringhio Gattuso in un OLD FIRM con la consueta grinta.
Nella medesima stagione venne acquistato anche Lorenzo Amoruso, roccioso centrale difensivo che insieme a Rangers è riuscito a vincere 3 campionati, 3 coppe di Lega, 4 coppe di Scozia e il premio di milgior giocatore dell’anno nel 2002.
Ulteriore menzione di merito per Amoruso il fatto di essere stato il primo capitano cattolico della squadra di protestanti.
Lorenzo Amoruso con la fascia da capitano.
Ultimo ma non ultimo dedichiamo due righe a Marco Negri, un attaccante che nell’unica stagione trascorsa ai Rangers riuscì a segnare 32 gol in 29 partite. Nel corso dell’annata venne nominato più volte Player of The Month, vincendo la classifica cannonieri diventando il primo calciatore italiano a vincere un titolo di capocannoniere in un campionato straniero.
Bomber Marco Negri.
Non possiamo concludere prima di dare un altro paio di informazioni.
Dal punto di vista europeo i Rangers di Glasgow si sono aggiudicati la Coppa delle Coppe 1971-1972 sconfiggendo 3 a 2 i russi della Dinamo Mosca davanti ad un Camp Nou con “soli” 27000 spettatori persi in un tempio da 100.000 presenze.
Spogliatoio dei Rangers con la Coppa delle Coppe 1971-1972.
Il resto è buio e purtroppo anche in questo caso i cugini cattolici sono in vantaggio essendo riusciti a vincere una Coppa dei Campioni nel 1966-1967 battendo 2 a 1 l’Inter di Helenio Herrera.
Come detto in apertura, la possibilità che una squadra scozzese riesca ad aggiudicarsi una coppa europea sono ridotte al minimo e più passa il tempo e più le distanze economiche aumentano e più è difficile che “underdog” europei riescano a compiere il miracolo.
Un altro episodio legato alla rivalità con il Celtic risale all’annata in cui i Rangers sono ripartiti dalla quarta serie incontrando nuovamente i rivali del Queen’s Park, si quelli di cui parlavo all’inizio, pubblicizzando gli incontri con il vero “THE OLD FIRM” e il Derby più antico della storia del calcio, giusto per dare un po’ di fastidio ai rivali a strisce orizzontali.
Termino dandovi due informazioni in merito alla straordinaria tifoseria dei Rangers; in particolare è incredibile pensare che ci sono più di 600 club di sostenitori tra Nord America, Australasia e Medio Oriente.
Ad Hong Kong uno dei più importanti club si chiama Hong Kong Rangers proprio in onore dei miti scozzesi.
Il logo della squadra asiatica è pressochè identico a quello originale.
I tifosi dei Gers hanno assistito alla dura risalita dei Gers nell’Olimpo del calcio scozzese: in 118567 ad una partita disputata il 2 Gennaio 1939, ma il record di presenze risale alla semifinale di Coppa di Scozia contro l’Hibernian nel 1948 con ben 143570 spettatori.
Già in diverse circostanze è stata avanzata l’idea che le due squadre di Glasgow dovrebbero giocare in Premier League e ultimamente proprio l’attuale tecnico dei Gers, Steven Gerrard, ha sponsorizzato questa ipotesi ribadendo il concetto che confrontarsi con i colossi inglesi, Liverpool, Manchester United e City, Chelsea, Spurs, potrebbe far crescere ancor di più il livello del calcio scozzese.
La proposta è stata sempre respinta e i maggiori oppositori sono proprio i club di media classifica inglese che, sicuramente, troverebbero ulteriori difficoltà nel sopravvivere aggiungendo due squadra che andrebbero sicuramente ad inserirsi alle spalle delle big limitando ulteriormente le possibilità di successo delle medio piccole.
Dopo questo "appassionato'' e suadente tuffo tra i volti e i memorabilia del "Glory Firm'': che hanno incarnato lo spirito di uomini, combattenti, e le nobili gesta di tanti intrepidi "immortali'', con addosso i sacri colori dei 'clan nobili': per effusione di Saint Andrew, a voler ribadire, con forza, la supremazia storica dei "Guardiani''. I Gers, nel corso del tempo, infatti si sono sempre contraddistinti per la sobria ma incisiva eleganza dei kits, che hanno sfoggiato sin dagli albori, che sono scolpiti nella memoria non solo dei loro supporters,; ma ma soprattutto avere un'identità unica nell'immaginario dei calciofili; tanto da essere divenuta di diritto una mise id template tra le mast nella modellistica da calcio e non solo, in tutto il mondo!
Nel corso degli anni, le "vestigia'' Rangers, come abbiamo illustrato poc'anzi, hanno assorbito iconicità dall'aver mantenuto immutato ed immutabile, tutto il fascino della loro tradizione, che ha reso la maglia Navy, riconoscibilissima, con pochissime concessioni a variazioni stilistiche, se non in due momenti principali della storia, che però, non sono riuscite a scalfirne affatto la "colossale aura stilistica'', tant'è vero che, cambiando proprietà, presidenti, e produttori, comunque o prima dopo, si è tornati gioco forza, alle origini del mito, come vedremo in seguito; tanto che, per i tifosi, gli scozzesi in genere, è ormai familiarmente ribattezzata, alla stessa stregua della maglia della nazionale: come "the Home Glory'', a testimoniare la cifra del valore simbolico e sentimentale, che ha assunto nella vita di un popolo; spingendo lo stesso club a voler registrare l'id named come proprietà immateriale del club nel 1997.
Questo rende bene l'idea di cosa rappresentino ora mai le maglie da calcio, nella loro classicità, ed identificazione sociale in termini valoriali assunti. Gran parte del merito della celebrità, e del successo delle maglie è dovuta essenzialmente da tre fattori principali: il lavoro dei designer, la capacita di tradurre in sede produttiva del capo, e la pervasività del brand sui mercati, e nei cuori dei tifosi.
Ora quello che abbiamo appena asserito, sembrerebbe poter non valere in alcuni casi, come immaginiamo possa balenarvi, in una sorta di retro pensiero,come appunto nel caso del "Navy Tartan, White and Black''; in realtà non è affatto così come vi dimostreremo. Sono state griffate da ben 7 tra i top brands della storia dell'abbigliamento da football moderno e contemporaneo, e tutte le marche, che si sono succedute sul petto dei "Navy Tartans'' dalla stagione 1978-1979 della (allora Scottish Gaelic 1° Division), nella quale apparvero i technical suppliers. Da allora fu un crescendo di intensità e popolarità, sia per la ' Home Glory', con poche variazioni sul tema, a dire il vero, ma reciproco con uno stimolante trend soprattutto per i producers, che si sono cimentati nella realizzazione, a volte di veri e propri capolavori stilistici, i quali, purché entrati nel novero della classicità, si sono distinti, per aver impreziosita la tradizione.
Adesso se vi và, spigoliamo velocemente nella cronologia degli sponsor tecnici, che hanno raccontato la maglia dei Gers nella loro sontuosa bacheca.
Sponsor
Facciamo, dunque, un rapidissimo escursus tra i storici partners, che hanno resi celeberrime le maglie, sui campi di tutta Europa. La cavalcata trionfale non poteva che cominciare dal "Diamante Britannico per eccellenza'', quello di umbro, che lo svelò, proprio in quegli anni come suo novo logo istituzionale: che accompagno i Rangers, nella sua prima apparizione, sulla sponda protestante di Glasgow e per le successive 12 stagioni (dal 1978 al 1990); che per ragioni di opportunità, non vi mostreremo tutte! Non tutti sanno però, che in pieno fermento Umbro, ci fu una fugace incursione dei belga di Patrick, che griffarono, una maglia nel 1981, che fu utilizzata solo per quattro gare, per poi cadere nel più profondo oblio. che neanche vi mostriamo!
maglia Rangers Glasgow Fc 1978-1982 (con dettagli primigeni, con finiture "quasi doriane'' Scottish Cup Final '78-79 e '86 -'87 Scottiish Premier Division/ editorial credits: www.oldfootballshirts.com).
Fu poi la volta di Admiral, dal 1990 al 1992): il secondo più vecchio brand ad occuparsi di calcio nel vecchio continente, ed ancora molto in voga allora, e per gli amanti della storiografia, apparso pure in italia sulle maglie del magico foggia di Zeman).
Noterete una prima leggera, ma significativa distonia in scarico, cercata dal colosso di Manchester per differenziarsi, dai compatrioti predecessori, che però non piacque affatto agli attuali dirigenti dei Gers, che in effetti liquidarono dopo solo due stagioni l'ammiraglio, che non riuscì a dare quel portamento regale, che invece si addirebbe a dei Rangers comunque sul campo:
Piuttosto anonime, non trovate anche voi, per una squadra dalla personalità ruggente?
L' allora dirigenza del club, quasi per scusarsi, decise di terminare con un anno d'anticipo sulla naturale scadenza del contratto in essere, per gettarsi nel possente e lusinghiero "abbraccio teutonico'' di Adidas, che in quegli anni, aveva allungato lo sguardo anche sugli "acerrimi cugini'' in biancoverde; sperando regalassero un po' di quel meditato e meritato allure degna di un top club "finalmente internazionale''. E cosi fu' nel vero senso della parola! Si perché la liasons, dopo un primo anno di sperimentazione, in corsa di fatto, con la prototipia, comunque accattivante del '92; decollò, come ovvio potesse essere dalla stagione 1993 - 1994, quando i designer Dassler, ebbero modo di rivitalizzare un blu tonale più carico e tonale che comunque era ancora un po' bleu, ma si stava energizzando di significati anche in campo, adornati da prima dagli iconici band strip vero cult motive di Adidas, di gran richiamo, sino la metà degli anni '90, con la riproduzione del mitico, effervescente, (triband della casa teutonica), tanto caro agli amati del vintage da collezionismo.
Primi Vagiti in Special Edition del 93 - 94 in mostra in uno strepitoso "The Old Firm'' d'annata.
Parliamo dei 5 anni in cui i Gers consacra la "Glory Home'' agli annali del calcio, non solo british, il classico Blu, sempre più vitreo. Il kit è decisamente fortunato, e vola in campo trascinato dal genio dei vari Gascoigne, Laudrup e Mc Coist (nelle foto di repertorio sopra), e addosso dalla potenza evocativa delle tre strisce, che con passare degli anni, quasi sulla "trama a conclusione del contratto vincente, nel '96 -'97, quasi per un sentore pudico ridimensionò le tre bande, quasi a voler omaggiare, prima dell'addio, tutto il nuovo emotional blu di una maglia ormai matura'': scelta stilistica, che i più attenti ricorderanno, invece ritroveremo la stagione successiva, sulle maglie, dal template quasi speculare, dell'Equipe de France ad Euro '96, quello del secondo alloro continentale per continentale per i transalpini.
Concludiamo la "volata tedesca'', facendo un balzo in avanti; d'altronde Adidas negli anni, ci ha abituati, ormai ad omologazione stilistica standardizzata, per charater del brand stesso..
La stagione 1996-1997 è quella del passo d’addio da parte di Adidas, che lascerà poi spazio a Nike. Il colosso tedesco si congeda dall’avventura scozzese proponendo tre divise che raccolgono quanto si è già visto sui prati inglesi durante l’Europeo estivo.
Mikhailichenko saluta la truppa di Walter Smith che accoglie invece Albert, Bjorklund, Rozental e, solo a stagione inoltrata, Hateley per un poco fortunato ritorno. Si affaccia in prima squadra, inoltre, Barry Ferguson.
Come accennato, dunque i Gers, salutano le tre strisce, e cambiano pelle: E' l'anno della rivoluzione! Nuova proprietà, nuove ambizioni, nuovo sangue e nuova pelle: ecco Mr. Swoosh, che amplifica la fame di vittoria.
Quello della la major di Behaven per i Blu Tartan, di fatto, fu uno degli ultimi lavori degli di nota nella storia, a quele latitudini, e bagnò un periodo costellato, anch'esso da lusinghieri risultati sul terreno di gioco e ed incoronati da performances in campo internazionale, mai più eguagliati dal club in tutta la sua gloriosa iperbole sportiva sino ad ora.
Da quella stagione iniziarono, quelli che noi, italiani, ricordiamo come i 5 anni indimenticabili, dei 3 Italian Guess; una delle pagine più trascendenti e da Amarcord puro del calcio delle Highlands, che ancora si legge leggenda da quelle parti. E tutto sotto il "baffo compiaciuto di Nike.
Un giovane Rino Gattuso con la prima maglia Nike.
La Home è concepita su una doppia tonalità di blu ed è arricchita da finiture bianche, nere e rosse. Colletto a polo bianco con finiture nere. Swoosh Nike e stemma societario (molto curato) raccolti da un bordo rosso, così come rossa è la banda che partiva dal polsino delle maniche e attraversava il petto, determinando una fascia di blu più scuro all’altezza dello sponsor ‘McEwan’s’.
La maglia ideale, per un giovanissimo Gennaro Ivan Gattuso, che transfugo da Perugia, allettato dalle sirene british, scappo, letteralmente dal ritiro, estivo del Perugia di Gaucci, (aneddoto questo che chi scrive, ha vissuto in prima persona, ma che ora non v'è tempo di raccontare), si dileguò da Norcia,per approdare alla corte di Smith, "sedotto'' dal compagno Negri; i due che faranno le fortune dei Rangers e di quella Maglia vitrea, tanto che Ivan, acquisì in Scozia, i gradi, prima di "Buldog'', e una volta tornato in patria gli Valsero, il i galloni di "Ringhio'' appellativo, con il quale è conosciuto ormai in tutto il mondo. Glasgow ha regalo tanto agli Italiani, persino l'amore e la cittadinanza allo stesso Rino; ecco perché, a sua stessa testimonianza "ha dato il sangue per la "Home'', perché si sentiva effettivamente a casa.
Molto interessante anche la divisa da trasferta: bianca con un disegno palato nero a sfumare da metà divisa in giù. Colletto a polo nero con rifiniture biancorosse (le stesse dei polsini), swoosh nero bordato di rosso e stemma societario, in rilievo, blu bordato di rosso.
Maglie Rangers away 1997-1998 e away 1998-1999 (terza nel 1999-2000).
Nella sua "premiere'' nella "leggenda di Lockness, Nike decise di interpretare anche una terza maglia utilizzata nel preliminare di Champions League contro il Goteborg.
il Template era molto simile a quello delle due maglie principali. Tonalità rossa con due sottili bande bianconere a metà e a trequarti. Colletto in maglieria bianconero, swoosh bianco bordato di nero, stemma societario blu in rilievo e sponsor in nero.
L’ultimo risultato apprezzabile di una compagine delle Highlands è stata la finale di Coppa Uefa raggiunta dai Rangers nella stagione 2007-2008, persa poi malamente con lo Zenit San Pietroburgo. Già, i Rangers. Un club che, volente o nolente, è parte integrante della storia di questo sport. Attualmente è impegnato nella risalita dopo il fallimento del 2012 e le divise con cui scende in campo, realizzate da un colosso come Puma, sono però abbastanza insipide, a testimonianza del momento buio che non coinvolge solo il rettangolo verde. C’è stato, però, un periodo in cui Nike, sulla cresta dell’onda, decise di affidarsi ai ‘Gers‘ per diffondere il proprio marchio.
Nel 1999 Nike decide di cambiare, prendendo spunto dalla divisa da trasferta della stagione appena conclusa. Dick Advocaat continua a raccogliere successi grazie ad una squadra ormai rodata che perde qualche ‘esubero’ (Thern, Guivarc’h) ed acquista rinforzi mirati come l’olandese Michael Mols.
Amoruso con la maglia dei Rangers 1999-2001.
Sul campo arriva un altro double (campionato e Scottish Fa Cup) conquistato con una maglia di estrema semplicità ma di grande eleganza ed impatto. La tonalità di blu è molto più consona alla storia del club (più ‘royal’, dunque) arricchita da profili bianchi che partono dalle maniche e contornano il fianco e che caratterizzano anche il colletto a v in maglieria. Bianchi anche swoosh e stemma societario, oltre che il nuovo sponsor ‘Ntl’ ‘condiviso’ con il Celtic per motivi di marketing. La maglia da trasferta, invece, non ruba l’occhio. La divisa è bicolore (bianca nella metà superiore e celeste nella parte inferiore) fasciata al centro da una larga banda blu scuro, colore del colletto a polo e dello stemma societario. Lo Swoosh è bianco, bordato di blu.
Maglie Rangers home 1999-2001 e away 1999-2000
La maglia da trasferta è bianca, con lo stesso template di quella casalinga. Le finiture sono rosse e blu, con due bande orizzontali sul petto di questi entro le quali è inserito lo sponsor. Colletto e maniche sono bordati di rosso.
La terza maglia (che sarà usata fino al 2002) è interamente rossa con profili neri (dettaglio che borda il colletto a V), Swoosh, stemma societario e sponsor in bianco.
Il canto del cigno per di Nike è una casacca semplice ma interessante. Il blu royal è infatti accompagnato da una forte presenza del rosso (sui due fianchi) e da rifiniture bianche che bordano le maniche e che convergono sul colletto (a v bianco e blu con inserto rosso) con un motivo circolare. Il baffo e bedge del club sono ripartati in bianco, così come lo sponsor Ntl.
La maglia da trasferta è interamente bianca con finiture rosse e blu. Il colletto è uno scarno girocollo bordato di rosso, le maniche hanno una doppia banda rossoblù. Swoosh, logo sociale e sponsor sono in blu.
E Giungiamo così, quasi mestamente all'indegna conclusione, in calando, di una sintonia "di coppia'', realmente, di fatto durata quattro stagioni, che hanno rispecchiati in pieno gli umori delle stagioni vissute a braccetto.
Nel 2002 dunque, si interrompe il rapporto tra Rangers e Nike, con l’arrivo di Diadora, che segna un'ulteriore evoluzione nell'incarnato "Blues'', ancora infatuati dei profumi e del calore "made Italy'', hanno deciso di accostano il loro charme allo stile e l'eleganza, vero vanto italico, che ancora si percepisce tra i cultori delle maglie da calcio.
Un Matrimonio su base triennale,icona ancora oggi nella storia della "bella Dora'' veneta!
Con l'arrivo dell'azienda trevigiana, (ancora) in auge in quel periodo, infatti, c'è un sostanziale ritorno alle origini della leggenda. Sono gli anni della consacrazione definitiva degli "Italians'', i superstiti: l'ormai maturo Lorenzo Amoruso, ed un Gattuso ormai saldo titolare, alle battute finali dell'esperienza oltremanica, anche lui, in procinto di passare al rossonero! Sono anni dipinti da elegante sobrietà stilistica, quelli proposti, contraddistinti da template semplici, ma corroborati una innata cifra stilistica nel dimensionamento delle proporzioni, dell'eleganza delle fonts e dei dettagli minimal che sposino la tradizione con la composta eleganza Scottish, un po' un'apripista per i concepts che vedrei'', e questo, ricordo a tempi sollevo non poche polemiche, tra i puristi della ortodossia storiografica, che si scagliarono, anche dallo "stivale'' contro i lavori, proposti da la casa veneta, vilipesa di olstracismo ideologico, soprattutto per la collezione proposta nel 2002 -2003 (come noterete dalle foto quì di seguito); Che invece venne difesa strenuamente dal capitano di allora Fernando Ricksen, innamorato della bontà delle finiture.
Capitolo a parte andrebbe aperto, viceversa, sulla effettiva bontà delle idee mostrate sul fronte away, con tre o quattro proposte, a ad onor del vero, "variopinte'', ed un po discutibili, come potrete osservare voi stessi, dalle immagini sottostanti:
Dopo le prime due stagioni molto tribolate e discusse, la terza ed ultima, è stata senz'altro, la più azzeccata tra le acque del Clyne, per l'azienda Italiana, che nel 2004-2005 imbocca la strada giusta e presenta in campo, una Home di un navi pastello, decisamente più "clan color'', che sembra riappacificare, il senso della storia con le voci del cuore, e questo deciso step in avanti è ben percepibile in queste due foto molto esemplificative:
(due preziosi scatti bibliografici della stagione 2004/2005 griffata Diaadora, che come noterete, aveva rimosso le finiture rosse dalle maniche e dai calzettoni, soluzione molto molto affascinante secondo noi).
Quando una stagione nasce sotto buoni auspici, si nota davvero al primo sguardo, è quello che è successo, ma se questo è vero per i risultati in campo, la stessa cosa, non era assolutamente pronosticabile, in fatto di stile, anche visti i precedenti. Ma nel caso delle ultime nate Diadora, continuò sull'onda di grazia, regalando ai tifosi, ed al pubblico europeo, due esemplari, per me, di grande caratura. Spero siate d'accordo?
Per me, come ho già espresso, due, tra le proposte più belle, mai create per i pluricampioni della terra di Nessie. Purtroppo, queti tre ultimi "colpi di genio' tricolore'', non furono sufficienti a rinsaldare i rapporti tra club e sponsor tecnico,a cui, molti puritani, detrattori, non risparmiano a tutt'oggi, critiche acerrime, sull'operato dei dei trevigiani "in maglia tartan'', bollando senza mezze misure, quel triennio, come un'autentica caduta di stile, e terrible passo indietro, un involuzione, quasi denigratoria della gloriosa storia del club! Ora va bene tutto, ma, i pare incontrovertibile, e palese la stilosità di queste ultime proposte, non trovate?
Un simile atteggiamento io lo definisco come "razzismo'', o per essere più tenero, bieco "campanilismo industriale''. Ciò che proprio non sopporto,è che questo abbia trovato sponde anche da noi; c'è gente che asserisce, come Diadora abbia snaturato, soprattutto nelle prime due stagioni, il fascino di quella mglia, e lo giudichi ancora oggi un pericoloso attentato alla storia!
Una tendenza che sarà invertita, almeno parzialmente nel 2005, con il ritorno di Umbro. I ‘Gers’, fanno felici ip"mormoni della maglia, che secondo gli scozzesi, che lo vestono anche in naziionale, rappresenta un vero e proprio ritorno a casa.del diamante, sul petto, è la partnerships forse più iconoclastica e duratura della storia dei Rangers! Con doppio diamante, che rimane lì, incastonato ad impreziosire la "Glory'' per ben 18 anni, tra i più floridi della storia, è naturale che non vi tedierò con la storia sarebbe deleterio, mi limiterò soltanto ad a citare brevemente, per immagini I 7 titoli conquistati a livello nazionale, che sono solo un freddo numero, che non basta per capire ciò che i Rangers, hanno significato per il calcio scozzese in questo lasso di tempo.
le Home più belle dell'intero lustro, due vere pietre miliari,, nell'archivio e nell'ormadio di noi collezionisti
Ovviamente, come promesso non ci soffermeremo su questo lunghissimo periodo, no,, ma due notazioni sono d'obbligo. premiamo play sul registratore, e facciamo una toccata allora nell 2010-2011 firmato
L’azienda inglese ha confezionato la nuova maglia con il famoso stile “Tailored by Umbro”. Colore blu con colletto a polo bianco, logo Umbro a destra e stemma dei Rangers sul cuore. Al centro, stampato a caldo, il nuovo sponsor Tennent’s.
Calzoncini bianchi e calzettoni neri con inserti rossi, come da tradizione. Per i portieri completo rosso con inserti neri.
Nel realizzare la nuova divisa è stato ripreso il modello dell’era di Bill Struth, glorioso manager dei Rangers dal 1920 al 1954. In quell’epoca la società scozzese vinse ben 18 titoli. Struth era un cultore della disciplina e della puntualità, famoso anche perchè obbligava i suoi calciatori a indossare la bombetta, il noto copricapo inglese.
Pollice in su per la Umbro e questo nuovo kit, lo stile Tailored inaugurato con la nazionale inglese è sempre piacevole da vedere.
Come già accennato in precedenza, la stagione successiva segnò, "l'anno orribilis'' nella vicenda sportiva ed umana del terzo club più antico di Scozia, che per un beffardo gioco del destino, proprio sul filo del loro 150° compleanno, come già raccontato fu gettato nel baratro del fallimento, senza alcun riguardo per il blasone che ha incarnato, il 6 febbraio del 2012. Occorsero ben due stagioni ai "Nuovi Rangers'', di Dave King, per rimettere insieme i cocci. Furono gli anni di Edilson, e Matri, gli Italiani, tra gli altri a guidare dal campo le quattro lunghe stagioni della risalita dalla polvere alla gloria. Con Umbro, che dopo il fallimento, chiuse le porte del cuore alla rinascita, anche con una punta di deprecabile "english umor''; fu Puma a riaccogliere, dal limbo i Gers, di nuovo tra i professionisti, nella Scottish League One, accasandosi per cinque stagioni, nella Glasgow protestante, grazie alla mediazione del distributore locale Sportslifestyle.
Per la prima di Puma sul petto di Blu è stato utilizzato il modello visto già per numerose altre squadre sponsorizzate dal marchio tedesco, con la scollatura a doppio strato e al centro le due strisce Puma King, una rossa e una bianca. Bianco anche il bordino del girocollo interno. Lungo i fianchi sono presenti delle rifiniture rosse, mentre i bordini delle maniche sono biancorossi.
I pantaloncini sono bianchi mentre i calzettoni tornano ad essere i classici neri con risvolti rossi.
Nella successiva stagione, 2014 -2015, il trend prosegue con le proposte svelate durante la tournée nord-americana del club.
Stagioni queste che difficilmente verranno scordate dai tifosi dei Teddy Bears, che vedono la compagine di Glasgow assente dal più blasonato torneo nazionale, essendo ancora invischiata in una sin’ora esaltante risalita al calcio che conta, succubi dello sconvolgente fallimento che tre stagioni or sono catapultò i Rangers dalle vette della classifica della Scottish Premiership agli abissi della Third Division, quarta ed ultima divisione professionistica scozzese.
Puma si appresta così a vestire i Blues per la seconda stagione consecutiva, proponendo un kit home dal sapore nettamente più british rispetto a quanto fatto vedere nella precedente annata: la divisa casalinga, oltre l’immancabile dominio monocromatico del blu royal, si caratterizza per la presenza di un colletto a polo bianco, già visto sulle divise fornite da Puma alla Nazionale italiana per il Mondiale 2014.
Il colletto, realizzato come detto a contrasto rispetto alla tonalità dominante la maglia, è stato impreziosito con una sottile banda rossa disposta all’interno dello stesso e chiaramente visibile in prossimità del bottoni che fissano le alette.
Il bianco ricorre nei dettagli sulla maglia, quali i loghi ed al termine delle maniche, in cui appare ricamata la data di fondazione del club, datata 1872, limitatamente però alla sola manica destra.
Completano il kit casalingo pantaloncini bianchi con dettagli blu, anch’essi impreziositi dall’anno di fondazione e calzettoni neri sormontati da una banda rossa.
Da un look total black si è passati ad una divisa interamente realizzata giocando su diverse tonalità di rosso, che disegnano sulla porzione frontale della maglia la trama della Union Jack, richiamando la tradizionale natura politicamente lealista dei Blue Noses nei confronti della Corona d’Inghilterra, che accanto all’arcinoto fattore religioso rappresenta uno dei principali fattori di scontro tra i Blues e gli arcirivali tifosi del Celtic, club in origine sostenuto in gran parte da indipendentisti cattolici.
Il ritorno alle propaggini dell'Olimpo del calcio delle Highlands, coincide il ritorno in Scottish Championship, nel 2015-2016, per onorare e festeggiare quest'ennesimo traguardo Puma ha presentato la nuova maglia in concomitanza al lancio della campagna “Fear no Foe”.
Il classico colore blu è accompagnato da una banda bianca in contrasto che scorre lungo le spalle e le maniche. Il colletto è a ‘V’ con la parte frontale in rosso che si collega cromaticamente all’inserto posto sotto le ascelle.
Sul petto compaiono lo stemma dei Rangers, il logo Puma e il main sponsor 32Red, quest’ultimo assente nelle taglie da ragazzo e bambino.
Anche i pantaloncini, di colore bianco, contengono una banda sui fianchi e un inserto rosso nella parte interna. Tradizionali i calzettoni, neri con risvolto rosso.
Le maglie in uso dai calciatori anche quest’anno incorporano la tecnologia ACTV di Puma, una serie di strisce in gommina posizionate all’interno in punti strategici che offrono un micro-massaggio ai muscoli. La vestibilità è molto aderente, a differenza della comune replica acquistabile in negozio che invece è più adatta a chi non ha proprio un fisico da culturista.
Nuova e curata anche la divisa casalinga dei portieri, sulla quale spicca un imponente inserto a strisce rosse e nere ripreso anche sul retro. Il colletto è parzialmente a girocollo, infatti la parte frontale è assente. Pantaloncini e calze sono bianchi con il rosso e il nero anche qui a fare da contrasto.
Senza nulla togliere agli avversari dei Rangers nei playoff, ci auguriamo di vedere i rinnovati kit Puma 2015-16 nella massima serie scozzese per sfidare quelli appena presentati da New Balance per il Celtic. L’Old Firm nella Scottish Premiership è assente da troppo tempo.
La stagione 2016 - 2017; dunque, è quella buona. I Rangers tornano finalmente, dove è giusto: alla Premier, per la prima volta dal fallimento.
PUMA per onorare i cinquantaquattro volte campioni della Scozia ha ha preparato una mise molto minimal, che ha gatto ricredere i detrattori di Diadora. Sebbene, infatti, la maglia abbia ricalcato, un'easer profile, con addirittura due modelli aggiornati nella stessa stagione, per apportare alcune migliorie tecniche e in termini di design, questa lacuna, come prevedibile, non mancato anche in questo caso di lasciare strascici polemici data la disputa in corso tra Rangers e Mike Ashley, proprietario di Sports Direct. Si sono rincorse, anche in questo caso, illazioni secondo cui i Rangers avrebbro interrotto, di li a poco la loro collaborazione tecnica con PUMA e passare a Under Armour prima della fine della stagione, a causa della scarsa disponibilità dei creativi di Herzog, alla personalizzazione dei prodotti; voci successivamente messe a tacere, che però sono state il prologo alla rottura che sarebbe avvenuta al termine della stagione successiva.
Il kit home PUMA Rangers 16/17, si ispira alla maglia che vinse il "double 1988/89''. La maglia annusava un deciso richiamo anni '80, grazie al collo a V sovrapposto, e alla serigrafia tonale a scacchi, di un azzurro, che nulla aveva a che spartire con la tanto sacra tradizione. La sostanziale differenza, in quel frangente la fece, lo strapotere contrattuale, con il quale Puma riuscì a lusingare il club, riuscendoad imporre la scelta ai dirigenti, "costretti'' a otturarsi naso ed orecchie!
Discorso analogo per la muta da trasferta, che ai più attenti osservatori, richiamava, uno tra i più noti templates di Legea, da catalogo, presente anche sugli story devices di Adidas, guarda caso; ed in voga su molti campetti di periferia nella prima metà degli anni '90, Questo un bellissimo intarsio di blocchi vermiglio e bianco sul davanti.
Per quella stagione, venne creata una terza maglia, appoggiata su un colletto a polo bianco, con un drop blu cielo e blu navy, su template moon light, che da subito è destinata a diventare il kit "alternative'', utilizzata dai Gers, in alcune occasioni, con apparizioni sporadiche, nel proseguo della SPL, nella Coppa di Scozia, ed in League Cup.
Nella successiva stagione 2017-2018 Il club ha deciso di attenersi al design della scorsa stagione, anche per la "Home''; dopo che i tifosi sono stati nuovamente incoraggiati ad acquistare la merce del club.
Il kit casalingo dei Rangers 16-17, infatti era molto apprezzato dai sostenitori, che sino a quel momento erano in gran parte demoralizzati dall'acquistarne a causa del controverso rapporto del club con Sports Direct, che ormai era del tutto deteriorato.
Spodestati, dalla fermezza risoluta del clan dei King, per quest'ultima, vera e propria, prova di forza, i designer Puma, allora concentrarono la loro attenzione sei due kit di riserva, che non sono stati per niente male. Del resto, un brand come quello teutonico, non poteva subire silentemente, lo smacco di non porre la sua "firma d'addio'' sulla tela dello sport mondiale; sarebbe apparso oltremodo oltraggioso e dannoso per l'immagine del marchio.
Da questo scatto d'orgoglio, i Rangers ottennero due kit "alternative'', di grande spessore.
L'Away in red tono su tono con logature spices bianche, effetto ricamo resinato, su texture tessutale lucida, con un aristocratico e pulitissimo drop, tono su tono che "aristrocraticizza'' un lavoro elegante e lineare.
Come ho spiegato sopra, I Rangers hanno lanciato per primo, quello che in realtà sarà il terzo bellissi mo kit della stagione 2017/18. Mossa astuta di marketing di PUMA, che come altri brand in questo modo ha focalizzato tutta l'attenzione dei tifosi, sui propri design.
La nuova terza maglia dei protestanti, infatti è stato montato, sul nuovo modello che utilizza il nuovo design con scollo a V di PUMA. È dettagliato con impunture sul petto e profili in blu primario di Rangers su maniche e spalle. Il famoso blu del club viene utilizzato anche nella parte posteriore del colletto.
La maglia nera utilizza un nuovo design con scollo a V di PUMA. È dettagliato con impunture sul petto e profili in blu primario di Rangers su maniche e spalle. Il famoso blu del club viene utilizzato anche nella parte posteriore del colletto.
Dato fondo, anche all'ultima scintilla creativa, quasi fosse un regalo d'addio, la storia di Puma alla coorte Gers, volge definitivamente al desio dunque, ma a suon di carte bollate; vicenda che vedremo più avanti avrà ripercussioni, anche nella stagione alle porte.
La storia dei Rangers, volta di nuovo pagina, la stagione successiva, che dopo, il fisiologico ambientamento, all'abituale "clima'', quasi come se il padrone di casa, dopo una ristrutturazione, voglia accomodarsi nel nuovo salotto; così, è nella testa di David king, che pone pone come obiettivo, l'immediata "prenotazione,, del consueto posto in platea nell'Europa dei grandi, sfuggita sul filo del rasoio nell'annata precedente, con la conquista di un comunque accettabile terzo posto; ora però, come nel DNA di simili blasoni, occorreva riuscire. Per farlo, la facoltosa proprietà dei Rangers, sembra disposta a non badare a spese, rianimata anche dal fervore agonistico della cattedrale di Ibrox, la corrazzata scozzese a Giugno 2018 ingaggia come nuovo manager Steven Gerrard, di ritorno dall'esperienza negli States, e che ormai ha eletto, la panchina a sua "musa ispiratrice''.
In Stagione i Nuovi "Breavers'', in campionato, si arrendono solo al Celtic a tre giornate dal termine, mentre nelle coppe scozzesi è l'Aberdeen a porre fine alla corsa dei Rangers. In Europa League superano i quattro turni preliminari e raggiungono la fase a gironi, dove affrontano nel girone G: Villarreal, Rapid Vienna e Spartack Mosca classificandosi infine terzi con 6 punti e uscendo dal torneo alla prima fase. Questa però, era la storia del campo; ma a noi interessa, quello che avviene dentro la maglia. Teniamo dunque il punto, e riconduciamo le fila del discorso sui binari che ci premono. Nuova era, nuovo look, ed ennesima nuova alba!
Aprile 2018 segna il risveglio di una calda primavera e regala la firma di un nuovo intrigante accordo triennale con Hummel, e a pochi giorni dall'annuncio, con lo storico marchio danese dell'ape, sono state presentate, anche le nuove divise,: sia la home, la away, e persino, a sorpresa, la third; a concreta prova di come, i contatti tra le due parti fossero avviati già da tempo; con la nuova versione della The Glory'' indossate già ufficialmente in occasione dell'amichevole contro il Bury.
Per la sua prima apparizione Hummel sulle assi di un palcoscenico leggenda, che avrebbe fatto tremare le ginocchia a chiunque, diciamocelo, i danesi, da veri "prim'attori consumati'' della storia del calcio, non temono, anzi, si fanno trovare prontissimi al debutto e presentano subito tre magnifici capolavori, che sussurrano all'occhio di chi guarda autentiche suggestioni british.
Ma diamo una pennellata fugace con lo sguardo a questa collezione "premiere''.
i Rangers, che come detto da questa stagione sono guidati dal condottiero di Her Majesty Steve Gerrarad hanno lanciato in pompa magna la loro nuova sfolgorante collezione 2018/19.
La prima versione della nuova "Glory'' Rangers FC 2018/19 in salsa Hummel, come ci si attendeva del resto, è un vero e proprio assaggio di gusti. Riesumata la tradizionale colorazione pantone Royal Blue tanto cari al club. questa bella opera d'arte, concede pochi ghirigori a "vezzi estemporanei''. Il template è montato su pannelli molto classici con banner laterali che su cui sfrecciano in corsa longitudinale quattro iconici chevron Hummel su ciascun lato del capo.
Realizzata in tessuto tecnico ad alte prestazioni Hummel BeeCool, questa maglia dallo stile classico è stata progettata per aiutare i giocatori a raggiungere le massime prestazioni sul campo.
A conferire il classico van retrò la maglia è profilata scollo scolpito a V a punta con impontura rossa. Le personalizzazione e le grafiche sono applicate in positivo biaco, nel rispetto della tradizione.
I pantaloncini sono naturalmente bianchi con chevron Royal Blue ai lati e ribaltati in rosso sull'orlo. Lo stemma dei Rangers, posizionato sul pannello femorale anteriore destro, è di nuovo in gomma rialzata bianca. I pantaloncini presentano inserti pannelli in mesh per un maggiore comfort del giocatore.
Completano questo Grande Classico Le calze iconiche nere con risvolto rosso porpora anche esse con pochi fronzoli; unica concessione i chevron Hummel in rosso sul prospetto tibiale e lo stemma dei Rangers lavorato in ricamo stretto ad otto punti, che conferisce un sublime effetto vintage sul polpaccio.
Oserei ammettere: tutto "miele che gronda dagli occhi, quello con cui l'Ape ha saputo addolcine i i nostalgici cuori degli "impavidi'', ristato del matrimonio tra due culture molto affini, nel sentiment,quasi nordica direi!
Splendido "risveglio'' anche per la maglia da trasferta, dopo gli incubi fatti, qua e là a zonzo per la storia. Nella stagione 2018/19 torna di gran moda il vecchio, ad amato "White Style'', molto aristocratico, con un motivo a strisce diagonali rosso e blu che fregia il pannello frontale della maglia. E' ornata da quattro red chevron Hummel per ogni manica ed è rifinita con una punta rossa sulle maniche tornite con finiture in delizioso raglan.
Il pannello dorsale è scevro da "sporcature stilistiche'' e lascia spazio solo alle personalizzazioni, pensate, il positivo blue o rosse. Questa splendida soluzione, riporta al classicismo sposato, come abbiamo visto, anni prima anche e soprattutto dalla Diadora.
Un reframe, amatissimo a quelle latitudini, tanto da aver ispirato il design ormai iconico delle maglie di altri club storici della casa del football, come quelli di Crystal Palace e Doncaster Rovers.
Completano il kit i pantaloncini in Royal Blue con i famigerati chevron Hummel bianchi a correre su ciascun lato. Anche in questo caso lo stemma Rangers, è gommato sul lato anteriore destro.
I calzini in abbinamento bianchi con una rifinitura rossa e i logo brand tibiali. Il crest dei Rangers anche quì lo troviamo ricamato in stilature rossa sul mediale del polpaccio.
Capitolo a parte lo dedichiamo alla terza divina proposta della stagione.
Tutta devota allo charme della profonda storia di Scozia il kit si basa su un ritorno al passato; che, riprende all'orange, che fu avvistata, per l'ultima volta sotto il segno Diadora, che anche in questo frangente, ha fatto scuola.
Andiamone ad odorare più da vicino il profumo.
Il third kit studiato Hummel per vestire i Gers si presentava di un golosissimo "Mandarin Orange ed Royal Blue''. La maglia è completamente , Mandarin Orange, (gradazione più scura di quella di marca italiana) sui banner intercostali , tono su tono, galoppano ascendenti i chevron Hummel in Royal Blue che si allineano in continuità stilistica a quelli che su scollo corrono ad inserto a coste Royal Blue sul davanti e sul retro, dando dinamicità a tutto l'insieme; che indubbiamente cattura lo sguardo. Ad impreziosire il pezzo, Hummel ha montato un girocollo a goccia con labardine in Blue, conferisce un tocco di eleganza semplice.
Naturalmente I pantaloncini non potevano che essere in mandarino con le due chevron diagonali Royal Blue ai lati corti. I calzini abbinati, anche loro Mandarin Orange con un in risvoltone turnover Royal Blue, sempre adornato iconico Jersey crest Rangers a ricamo stretto, come per gli altri kit nel polpaccio in Royal Blue.
A completare la serie sbirciamo un secondo anche i kit da portiere, veramente sublimi nella loro essenziali. Basati entrambi, su un template molto scarno e lineare, su modello pallamano, quale l'azienda nordica è storicamente leader indiscussa; due le varianti: un total black che fa molto, stile, Jashin, o Ungheria, mentre il secondo ripropone la colorazione Mandarine, solo che in questo caso le finiture ed i chervon sono basicamente bianchi; diremmo quasi soluzioni da catalogo, purtroppo; i quali andavano in abbinamento incrociato, con la home il primo, ed il secondo con la Away.
Che dire, se non che la prima stagione in suolo scozzese, per Hummel si è chiusa davvero nel migliore dei modi: con una collezione che ha fatto brillare gli occhi dei 63.000 accorsi ad Ibrox Park, già il giorno della presentazione.
Come succede sempre, nelle favole che si rispettino, però, il bello viene sempre dopo,ed è proprio quello che è successo!o Dopo questa trionfale cavalcata nella storia, siamo finalmente giunti ai giorni nostri: con un twist di lancette, torniamo giusto all'inizio di questa stagione.
La Scottish Premiership, quest'anno, avrebbe dovuto promettere ai "Gers'', del confermatissimo Steven Gerrard, quel biglietto per il ritorno nell'Olimpo della Champions!
Ben consapevoli di questo, a che in casa Hummel, già dalla scorsa estate si erano messi all'opera, come api ingegnose, per creare qualcosa di unico, che coronasse questa sogno, ed essere degna "Dama consorte'', e tornare con i Rangers al gran ballo del calcio.
La storia dello sports Design, in genere, insegna, ed è risaputo, sia ai semplici cultori del genere, che tra gli addetti ai lavori, come l'apice creativo per un partner creativo, normalmente si raggiunga raramente, già nella prima stagione di collaborazione, ma impieghi tempo per svilupparsi.
Per Hummel e Rangers, invece, si può dire a ragion veduta, che non sia stato cosi. La scintilla creatrice, che da subito ha benedetto, questa nuovo matrimonio, ha partoriti infatti per questa seconda stagione tre gioielli, che hanno sublimato le gesta eroiche dei nuovi Gers.
Era il 24 Aprile 2019; sembra trascorso davvero poco tempo, ma in realtà è già volato un anno, da quando I Rangers e la Major dello Chervon, deliziavano i palati degli appassionati, e degli addetti ai lavori, con la nuova fantasmagorica collezione, che ha entusiasmato il mondo, per la sua caratura unica e degna di essere inserita nella honor gallery degli Highlanders.
Svelata a sorpresa a colpi story twitts sciorina, via via, classe e charm, a gogò, nei deboli cuori in attesa, creando un vero e proprio, contagio Tartan's.
La nuova collezione 2019-20 si compone di tre autentiche gemme: alchimia perfetta tra design ed innovazione tecnica costruttiva spinta all'ennesima potenza, tanto essere lampi di luce, ed venir presentate come "lacrime di bellezza cadute dal cielo, per forgia degli dei Vichingi''!
Beh, signori, come non essere d'accordo con questo mood reklame? Non ci resta che ammirarli da vicino dunque:
La nuova versione della mitica "The Glory'', in realtà sembra essere "armatura'' totalmente trasfiguratasi da se, rispetto a come l'avevamo ammirata, solo fino a pochi mesi fa!
Il nuovo upgrade 5.0 del template Areon, (presente anche da catalogo prodotti dell'anno prima dell'azienda danese), in questa sua nuova eterea versione, rifulge di una nuova luce e vitalità.
Secondo quanto riportato dalla nota ufficiale Hummel:
La nuova Home Rangers FC 2019/2020 è stata dedicato agli irrducibili fan e follower, a quelli più sanguigni. A ragion veduta, direi, lo slogan ha mantenuta fede a ciò che prometteva.
Il nuovo aspetto dei Gers mantiene un evanescente tono su tono Blu Royal, che conferisce a conferisce a questa sublime creazione un content vintage indimenticabilmente anni '90. Sul pannello frontale della maglia, infatti si possono scorgere alcuni dettagli unici intarsiati diversi acronimi del club sparsi inoltre il tessuto presenta un sottile motivo pin strips ottenute a rilievo serigrafico laser che tracciano in riproduzione dei diversi loghi storici che hanno contornato la leggenda dei Rangers,, a una particolarissima tramatura tessutale a densità finissima, con cinque motivi a tre strisce in tessuto lucido nella regione frontale. I chevron sono posizionati sulle maniche, in bianco, dello stesso colore dello scollo a V e dei polsini, adornate da sottili profilature rosse all'interno. all'interno del colletto è presente lo slogan motivazionale "We follow follow Rangers", creato per rafforzare il patto di sangue tra la gente di Ibrox e i giocatori in campo, la nuova Home reca all' interno del colletto le note e il refreme musicale del club 'Follow, Follow' e "We follow follow Rangers", stampato ache questo all'interno della maglia stessa. Pertanto, i giocatori sentiranno sempre addosso tutto il calore dei loro fan che combatteranno fino al fine sul campo, Un optical veramente strabiliante, impreziosito dalla profilatura interna in rosso che e le bordature manica, che donano un sofisticato ed ammaliante sapore retrò.
Hummel stampa la versione bianca del calabrone, che svetta in tutta la sua centenaria potenza evocativa sul petto, mentre quattro dei suoi classici chevron corrono sulle costole e su ciascuna delle maniche. sul lato destro del torace, mentre l'acronimo sullo scudo della squadra è posizionato sul lato sinistro, in bianco.
A completare il favoloso lavoro Hummel pone il suo prestigioso sigillo, griffando anche un nuovo look pantaloncini per gli shorts, come da tradizione bianchi, ma riprendono le finiture di giro vita e le bordature rosse in pendant a quelle della maglia. La chiusura è guarnita da laccetti, gommati rossi con strasse bianchi, camuffano, lo sbalzo velcrato, che garantisce una confortevole tenuta ed aderenza. La lunghezza della n ghetta, mediamente autunnale, riconduce il capo ad uno stile anni '80. I Chervon, questa volta applicati in un elegante soluzione gleran in rosso impreziosiscono e valorizzano gli inserti in mesh elasticizzato, su cui sono delicatamente appoggiate le logature gommate e le personalizzazioni proposte in antracite che conferiscono un tocco glam veramente intrigante, sospeso tra modernità, e classicità. Chiudono il prezioso kit casalingo le bellissime calze color grafite, mediamente più lunge, con risvolto ad inserto in vermiglio, che all'interno nasconde il fine corsa dell'elastico, che offre la possibilità agli atleti di personalizzarne la vestibilità, e che accolgono dalla scorsa stagione il tin sponsor, adottato anche in Scozia. i logo brand tibiali. Il crest dei Rangers anche qui lo troviamo ricamato in stilature rossa sul mediale del polpaccio.
Dopo avervi mostrato un saggio, che oso definire quasi pittorico, data la forza evocativa che l'ape danese ha saputo laboriosamente ricostruire, mi sembrerebbe quasi uno sproloquio, il dovervi disincantare da questo stato d'estasi; ma non preoccupatevi, ci torneremo su, anche troppo presto, più avanti vedrete!
Ma Hummel dall'alto della sua sapienza, come preannunciato, non ha saputo contenere il suo dilagante entusiasmo, per l'imminente ritorno da protagonista nel grande calcio.
Per accompagnare a braccetto i Gers a questo glorioso traguardo, non ha risparmiato in humus e originalità, regalando a critica e tifosi un'ennesima, vera e propria, "perla zuccherosa'': una chicca Taylor designed, away dedicata a scrivere, lo spartito di questa "coraggiosa melodia Europea''!
Dalla fervida ed insolente immaginazione dei "giovani fuchi'', è nato un vibrante "inno alla gioia per gli occhi. Questa nuova e immaginifica mise è delle tre proposte stagionali, quella che calamita l'interesse di tifosi ed addetti ai lavori. Concepita in black version: colore predominante è striata con accattivante toner radiante su emonges degrades color cielo nella regione addominale che s'irradia da appena sotto lo sponsor di maglia. Il secondo colore appare anche su chevron, collo e polsini.
Hummel appone in versione celeste nebbia logo brand, posizionato con dovizia sul quadrante superiore destro del petto, mentre l'acronimo del' emblema di maglia dei Rangers, che è ribaltato specularmente sul lato opposto, in una tonalità più tenue, che riflette a specchio il sense del kit concept. Mentre le personalizzazioni sono riprese in bianco. Completano l'uniforme, pantaloncini e le calze nere con finiture e biancocelesti. Il kit ripercorre le suggestioni delle notti Europee da batticuore, per tutti gli amanti del calcio, quello delle supreme occasioni. Pensata come, una sorta di slot benaugurale, perché, assieme ai Gers, tutto il popolo scozzese sia potuto tornare a sfiorare il cielo con un dito nelle notti europee. Dalla notte al cielo, dal limbo, di nuovo all'Olimpo, per tornare ad essere in un sogno... (che come racconteremo in seguito, sara brscamente interrotto).
A chiudere, quasi in sordina, questa preziosissima collezione, è la Red, che solo nominalmente si può considerare come "the Third'' perché di fatto, come immaginabile, viene utilizzata come muta da trasferta, tanto in Premiership, che per le due competizioni di Coppe Nazionali. Anche in questo caso, però, Hummel non ha snobbato il compito, anzi, tutt'altro; conferendo a questo kit tutta la saggezza, dei "guerrieri'', che abbandonano le mura amiche, per andare alla conquista di feudi lontani. Osserviamolo quindi più da vicino, questo "Alternative kit'', ( che per onor di cronaca avrà veramente pochissime occasioni per mettersi in mostra, da qui al termine dell'attuale stagione, ancora virtualmente in corso...). Il kit segue un design, apparentemente, più semplice ed è un total body in red, con i galloni e i dettagli sui polsini in bianco.
Hummel pone il suo prestigioso sigillo, griffando anche un nuovo look per gli shorts, anch'essi rossi, che riprendono le finiture di giro vita e le bordature bianche in pendant a quelle della maglia. La chiusura è guarnita da laccetti, gommati, questa volta in white pimer, con striature blu, che camuffano, lo sbalzo velcrato, che garantisce una confortevole tenuta ed aderenza nel gesto atletico. La lunghezza della ghetta, anche in questo caso si allunga, e riconduce il capo ad uno stile prettamente anni '80. I Chervon, questa volta applicati in un elegante soluzione gleran bianco i valorizzano gli inserti in mesh elasticizzato, su cui sono dipanate logature gommate e le personalizzazioni ovviamente bianche, capaci di regalizzare la maestosa pulizia di un kit mai banale, che incarna il rosso della passione che la gente di Glasgow serba nel cuore; ma come ben sappiamo il rosso simboleggia anche tutto il sangue che i padri sono e saranno sempre disposti a versare per la loro libertà.
Hummel stampa una versione bianca del suo logo sul lato destro del torace, mentre l'acronimo sullo scudo della squadra è posizionato sul lato sinistro, in bianco.
Suggellano tutta l'intemperanza riversata in questa ruggente ultima "opera prima'', (e lo diciamo, come immaginate, a ragion affermata, ne capirete anche il motivo, se avrete la bontà di continuare a leggerci sino in fondo); dei calzettoni anni '80, con un risvolto insolitamente alto, che all'interno nasconde il fine corsa dell'elastico, che permette agli atleti di adeguarne la vestibilità, e che servono anche ad accogliere dalloscorso anno, lo "sponsor sul calzettone, di gran tendenza anche in Scozia. I logo brand tibiali sono insriti, questa volta in una veste originalissima: questa volta i due Chervon sono solamente profilati su sfondo bianco e profilati, il superiore, con impuntura rossa, mentre il secondo inp blu, a citare i colori sociali del club. . Il crest dei Rangers anche qui lo troviamo ricamato in stilizzazione, rossa e blu, oseremmo dire quasi in real colours sul mediale del polpaccio, Ad arricchire il valore di questo accessorio, in questo caso troviamo anche la sezione dell'alveo calcaneare, in rosso, con la cifratura letterale R.F.C. a marchiare, sul verso acchilleo; a riprova di come il dettaglio, seppur minimal possa, spostare la dimensione complessiva di un intero progetto.
(Rangers F.C. 2019/2020 home kit by hummel: un regalo della Staria per un passo nella leggenda)
Cosa distingue i grandi dai mediocri, infondo? La cura maniacale dei dettagli, che che ha resa, comunque, memorabile e vincente anche quest'annata Hummel al servizio dei SG8 boys, possiamo starne certi! Ma in in verità Cos'è che fa la differenza tra i fuoriclasse e dei communners? Ma appunto la classe direte voi! Stile, pacatezza e buon senso, vi risponderei io, col senno del poi...Ora di qui a poco, sveleremo, anche l'arcano che si cela dietro questa prolusione tranquilli!
Al termine di questa suadente cavalcata, tra le pagine sfogliate, anche frettolosamente, dell'almanacco Immortale dei Gers, permettetemi dunque di raccontarvi brevemente d'un increscioso aneddoto, che potrebbe increspare le pagine di questa bella fiaba, e potrebbe ribaltare le sorti di questa bella storia di passione, spingendola verso "imponderabili esiti infausti'':chi potrebbe mai dirlo? Chi vivrà vedrà!
La nuova maglia dei Rangers bandita dalla UEFA| La beffa che gronda ancora sangue.
I Rangers hanno presentato la nuova maglia home fatta da Hummel ma la UEFA gliel’ha rimbalzata. Che sbatti. Il motivo del rimbalzo lo puoi vedere in questa fotina:
Il nuovo regolamento UEFA datato, settembre 2018, infatti imporrebbe l'assoluto divieto dell'utilizzo del crest societario più di una volta su ogni singolo item (maglia, short, calzettoni); citiamo dall'Articolo 82, commi 3 e 4 del massimo organo calcistico continentale), il cui feedback dall'avvento della presidenza Ceferin; risulta assai più ostico ed intransigente, come ormai assodato, su molti frangenti. Certo, direte con me; a capo c'è un penalista, e per di più principe del foro, celeberrimo per la sua famigerata intransigenza. Che infamata, vero? Ma come, vi vedo già sghignazzare: Tutto qui il problema? Sbiascicherete sonnolenti, a quest'ora! E già tutto qua; ma quello che ha più, potrebbe apparire un piccolo problema deferibilissimo, e che anch'io, riterrei fatuo, in realtà in certi contesti, diventa concretamente la classica montagna invalicabile, o se preferite, il classico topolino che terrorizza il pachiderma. Ed è proprio così, purtroppo, in questo sports market, ormai al collasso; senza più corpo, né anima, esumato, e schiacciato, soggiogato com'è, ridotto dal "dio denaro'', che ne comprime la libertà e l'autonomia decisionale, relegando il mondo del calcio a mero ente finanziario, stretto come si ritrova tra burocrazia cavillosa, che come capite si è radicata anche lì, ed mostruosi interessi finanziari, ancor prima che economici, che lo sostentano e lo manovrano! Ma direi, basta coi trattati di etica morale! avete ragione, ma proprio non mi va giù, anche data la situazione attuale; vi prego di perdonare questo io sfogo!
Ma per risolvere il problema, è semplice state pensando?! Basta indossare altri kit, asserirete con me; o, al limite, basterebbe chiedere allo sponsor fornitore di modificare il template, o usarne uno vecchio? A fil di logica, avreste ragione a pacchi! Parebbe semplice, e di fatto lo sarebbe anche; ma come saprete, forse meglio di me: mercato "nuotano squali'', ed in quello che regge e sostenta il carrozzone della palla che rotola, ancora di più! Come dite? non capiamo ancora: dove sta l'inghippo? apparentemente non è un'inghippo, lo definirei più un cavillo al quanto astruso! Aprite bene le orecchie ed ascoltate attentamente...
Tutto ebbe inizio dalla controversa prima riforma del regolamento, quella che poi e la matrice del papocchio attuale. Non so chi ta voi ha notato che dal maggio 2015, o forse anche prima, vabbè; per effetto di alcune sentenze molto osteggiate da parte della Corte di Giustizia Europa (CEJ), soprattutto per chi è un attento consumatore del "calcio in tv'', sia in certe trasmissioni che i certe gare nelle coppe Europee, certe sponsorizzazioni, o certi sponsor di maglia, a volte vengono, o banditi, o, ove presente per svista, su kit non predisposti, o preparati, per la gara, credo vi sia caduto, anche a voi l'occhio su rattoppi o toppe, a volte anche rimediate in modi anche beceri e spartani. La casistica in questi 6 anni è davvero, luuunga e ha affollato di meme le gallerie degli di amanti del genere, in maniera anche kafkiana (su cui per brevità, non mi soffermerò), perché, celeberrimi).
Con la riforma del regolamento, voluta fortissimamente dal nuovo Board Uefa, citata sopra, questo concetto è stato, dunque esteso anche ad emblemi e grafiche, che potessero affollare le maglie, questo per due semplici ragioni: la prima per evitare, maglie "sovraffollate da sponsor'', effetto lead-wall affissioni, che confliggessero con l'etica di trasparenza della UE, ed in secondo luogo per un concetto di pulizia e leggibilità. Già a suo tempo, l'applicazione di questa norma "argine'', sollevò, anche in concomitanza del mondiale russo un vero ginepraio di polemiche e ricorsi; e si può intuirne anche le ragioni. Ma sarebbe una disquisizione questa che ci sprofonderebbe in "un pozzo senza fine''! Direte voi, ma cosa centrano i crest, le grafiche che riconducono alla storia della tradizione? Anche in questo caso,Ahi me sono dolente nel dovervi smentire. Infatti il nuovo codice, assimila, in maniera al quanto aleatoria tutti questi casi, alla stregua di brands commerciali, togliendo di fatto ai club stessi parte della propria identità storica, svuotando di contenuti i simbolismi delle maglie stesse. Risultato? Un dare ed un avere: da una parte il ritorno alla pulizia, dall'altro il pericolo di "anonimicità'', di questo, che ha ragion veduta, non sarà mai, o soltanto un mero strumento commerciale'', come di fatta è stata trasformata! Voi eccepirete ancora, dov'è il problema, usano quelle che Hummel ha studiato; la bella Away che ci ha mostrato sopra?! Giusto e ragionevole, ma il problema è continuato a persistere, e vi erubrico anche perché...
Non so di quanti di voi sappiano, o, conoscano a fondo, da semplici appassionati, e non addetti ai lavori, le regole che normano le competizioni continentali, assai più articolate e complesse, di quelle già farraginose e articolatissime applicate delle varie leghe nazionali; (un ginepraio assurdo, questo "sconosciuto''), che più di una volta ha mandato in tilt anche gli addetti ai lavori, creando caos e paradossi; quindi il nostro caso, nello specifico, non sarà nel primo nell'unico purtroppo! La faccenda si complica ulteriormente se pensiamo, tra l'altro che spesso, per esigenze, o proprie o commerciali; spesso non c'è affatto uniformità interpretativa, tra le applicazioni adottate dalle singole federazioni e leghe, rispetto a quelle adottate in sede continentale, che spesso a volte addirittura finiscono col collidere tra loro; per cui quello che magari in Scozia, in Spagna, o in Serie A, ad esempio, sarebbe ritenuto come ammissibile, molto spesso in Champions ed Europa League, o nelle competizioni per le Nazionali; spesso di fatto, rischia di non esserlo, e spesso ha messo in "gravi ambasce '', clubs ed addetti ai lavori, spesso costretti a lavorare, barcamenandosi, a volte tra un reale "vulgus'' di codici e codicetti, a doppio, e addirittura, triplo binario, da rispettare, il lavoro degli addetti ai lavori, diventi una vera e propria montagna da scalare. Ora capirete meglio di me che, stretti tra due o più manuali da interpretare, e le esigenze del cliente da onorare, qualche inciampo anche pacchiano, sia capitato, capita, e contiunerà a capitare sempre, (se vogliamo, questo è anche il bello, ed il lato umano di tutta questa situazione, a dir poco comica, sofferta e lacunosa). Insomma la classica buccia di banana, che appena la calpesti, ti fa volare sedere in terra! Ciò che stupisce e rammarica di tutta questa boutade, per altro, è il fatto che a scivolarvici su, sia stata un colosso come Hummel, che dovrebbe insegnare il mestiere altre essere immune da queste gaffes, ed invece, questo episodio è l'eccezione che conferma puntualmente la regola: e cioè che, a volte anche I "MONUMENTI'' possano toppare. Un vero peccato, lasciatemelo ammette, dopo l'impeccabile volo dell'instancabile brand del calabrone, almeno quello che ho avuto la fortuna di potervi descrivere sino a qua!
Un errore di approssimazione in sede di pianificazione, converrete voi, si ma un errore, che sebbene apparisse rimediabile, di fatto, non è stato più farlo da un certo punto in poi : e cioè, proprio dagli albori della stagione Europea, che sarebbe stata in corso tutt'ora; quando la commissione IFAB, in seno al Comitato esecutivo per le competizioni dell'Uefa, ha richiesto, come da prassi protocollare il conferimento e la registrazione dei kit che verrebbero utilizzati in campo nelle varie gare. E sì, perché, a magione di quei pochi che ancora non conoscessero la capziosa trafila, ci soffermeremo giusto un attimo, per farvi entrare meglio nel discorso. In sostanza ogni club iscritto di diritto a partecipare ad ogni singola competizione, è tenuto all'inizio della stagione a conferire al massimo organo del calcio continentale, insieme alle famigerate liste dei calciatori abili a disputare le competizioni, secondo ben dettagliati e precisi parametri dettati dalla stessa Uefa, è tenuta ad inviare tempestivamente: anagrafica sportiva, e matricola d'iscrizione, che ottempera anche l'invio delle schede tecniche, della colorazioni, ed altri parametri, più un esemplare del materiale sportivo stesso, che la IFAB, si riserva di analizzare e vagliare, secondo 22 , e sottolineo 22 parametri di conformità ostanti (ma non tetti vincol, "arrogandosi il diritto'', congiuntamente alla commissione arbitri della stessa federazione l'onere di Bocciare o avallare ogni singola, proposta, anche allo scopo di agevolare, e automatizzare la prassi pre partita, in certi contesti è naturale! Non e' certo come in italia, ad esempio dove la prassi indica da un massimo di 30 a un minimo di 5 giorni prima dalla data di svolgimento di ogni singolo match il termine utile per indicare il kit ufficiale con quale verrà disputata la gara. Benché meno scordiamoci "il vecchio caro appello'' che di norma vediamo nei campi del calci "minore'', quello in cui i dirigenti, a volte in tuta, non che guardalinee d'occasione, si recano mezz'ora prima negli spogliatoi degli e mostrano ai fischietti la muta che hanno intenzione di indossare... A che buono, il profumo del "calcio pane e salame''; ma questa è un'altra storia, quella del Cuore!
Qui signori, però siamo nel calco che "conta'', quello dei sogni o dei Soldi? Qui le sviste si pagano ed anche salatissimamente, ed è quello che è capitato proprio a Glasgow, che avendo, confidentemente inviato al voglio della succitata commissione kit sui tre kit presentati, si è vista paradossalmente rigettare proprio la stupenda versione dell'Iconica "GLORY''.
Vi lasciamo immaginare lo sgomento attonito, lo smarrim.ento e la morte che abbia "sgozzato'' i dirigenti, e lascito orfani quelli a Ibrox, di un pezzo di loro, della ragione stessa del loro tifo e della loro stessa vita: l'uccisione d'un sogno dalla culla! Come andare in bin una attaglia nudi, senza l'armatura!
Questo ha segnato l'inizio di un terremoto di cuori, e la l'inizio tragico di un tradimento imperdonabile, come vedremo in seguito! Questa storia Gronda sangue ed e sta costando salatissima: ben 7.5 di sterline, in termini d'investimento, e di perdite di incassi, tra merchandising e tutela dei diritti d'immagine, non solo per il glorioso club, ancora i lutto, a detta di David King; (segnatevi questo dato, fidatevi lo ritroveremo poi).
Da quel momento, infatti, quella che sembrava una svista si è tramutata, da subito nella classica vera, "mela avvelenata'' di quella che sembrava destinata ad essere una vera e autentica storia d'amore, che i sta tramutando nell'ennesimo sortilegio, che attanaglia, ormai la storia dei Rangers, non fortunatissimi, a quanto pare nello scegliersi "i cadeu dai morosi''... Inizia così, un continuo rimpallo di responsabilità continue, e sempre più accese tra i Ranges feriti nell'orgoglio e nell'onore... E anche più sprovveduti di storia sociologia, sanno quanto l'orgoglio, anche dei simboli, quelli delle origini, quelli della patria siano FONDAMENTALI per i "Figli di Mc Cloud'', che feriti nell'o nore, e costretti a giocare in Europa, praticamente "nudi'' ache se fasciati nella Black of Night, la quasi totalità dei matches disputati fino a questo punto della season. Dalle Accuse verbali si passerà alle carte bollate? Crediamo proprio di si! I condottieri ormai hanno "sguainata da spada a propugnar cavalleresca tenzone, e sbrano pronti a sferrare potenti fendenti da qui fine stagione, giocando due partite con il cuore strappato dal petto e sanguinante...
sul capo. Ma per tragica ironia della sorte, anche su questa storia, come su tutto il mondo, e calato furtivo il demone della morte, il Covid-19 capace in un sol boccone di fagocitare, persino il dorato, e fino ad oggi, quasi intoccabile mondo del pallone, e sembra aver cristallizzato sotto un'inafferrabile sortilegio il modo intero e tutte le nostre vite! Questo terribile "compagno di strada'' è entrato, a tradimento, in un durissimo tackle, che ha infortunato tutto; anche questa vicenda, auspicabilmente troverà la sua "panacea umana'' ache a questo male?
Invece no! Il saccente egocentrismo del calcio, assetato sempre più, del potere e dalla droga del denaro, non ha arrestata la sua corsa, nemmeno a quelle latitudini, alimentato dalla litigiosità insita nell'uomo.
Paralizzato, almeno per il momento, sui campi il calcio, però, boccheggia ora dal respiratore del marketing, che ancora sembra tener in vita questa stagione.
A riaprire il nostro match, che in realtà David King, da novello "Brave Heart'', aveva già esacerbato in battaglia in nome del clan dei Gers; spostatosi, nel frattempo dai campi da gioco alle aule di tribunale, sta per arrivare un terzo incomodo! Chi sia lo scopriremo solo vivendo, come dice la canzone; peccato che non sia una frase fatta! Nuvole minacciose si stagliano veloci all'orizzonte, ed hanno iniziato ad inseguire il tenace e elegante volo del calabrone, che ormai possiamo ammettere essere circondato, e cinto d'assedio da una parte, dalle "agguerrite truppe'' di avvocati del Patron di "Tartans, e dall'altro Sports Direct'', Ecco svelato il famigerato terzo incomodo, "caccia anche lui di calabroni'', ache se per altre, argute ragioni. Cerchiamo di svelare l'arcano, del movente che ha mosso anche Sports Direct a intentare azioni legali, non tanto contro il brand dell'Ape, ma contro "entrambi "gli amanti''! Insomma tentiamo di venire, un momento a capo di questa trama, che nel giro di pochi mesi hai assunti i contorni di un vero e proprio, "business gate'': una specie di macabro "mange a tois'', dove l'amante tradito, torna sul luogo della disputa, e per "gelosia'', prova, per altro maldestramente, di scalzare l'attuale partner e riavere "con la forza'' l'oggetto perduto del desiderio.
In realtà, sarebbe una vecchia storia, che risale alla scorsa stagione, l'ultima targata Puma; una vicenda complessa tra il club scozzese, la famosa catena di rivendita al dettaglio, che coinvolge indirettamente o quasi anche Hummel.
Come noto, infatti, già da metà della passata stagione annunciarono la fine del travagliato rapporto che li vincolavano al celeberrimo retailer inglese, che rappresenta, a tutt'oggi gli interessi del colosso tedesco nel Regno Unito, ben già da prima dello scorso aprile, che i Gers ufficializzassero il nuovo allettantissimo accordo su base triennale con lo marchio danese; ora il fatto emblematico, che fece infuriare sin all'arlo della collera, i compunti manager del mediatore locale, fu principalmente, il fatto, però, che in barba alle più elementari regole di "buon accomiato'' e "vicinato il club di Clyde River, solo pochi giorni dopo, presentò in pompa magna la nuovissima e fiammante, nuova collezione targata dal Calabrone nordico, prova lampante, di come il Management Hummel ronzasse da tempo dalle parti di Glasgow, e che altresì, le due parti, imminenti promesse sposi, avessero avviato contatti avanzati, in combutta; Lo si deduce persino troppo intuitivamente, senza per giunta scomodare, chissà quale "teoria del complotto'', che in questi casi, a molti addurre, per montare la souspance intorno al caso; in questi casi, fa molto glam! Nossignori, nulla di celato, e lo si evince ancor con più limpidezza proprio dalla immediata fattura delle divise, che vi ho meticolosamente mostrato in precedenza per l'appunto. Ora, dunque ovvio, ci potesse essere ancora parecchia ruggine depositata tra le parti in questione: in particolare Mike Ashley, businessman inglese a capo di Sports Direct, e proprietario anche del Newcastle e che fino al 2017 possedeva delle quote dei Rangers; notoriamene legato perciò a doppia "mandata alla Major di Hertzog.
Per di più, come se non bastasse, a Sports Direct infatti è stata concessa un ingiunzione provvisoria che blocca la vendita dei prodotti legati ai Light Blues nei loro stores: i Rangers, dal canto loro, hanno, in più occasioni, manifestato la risoluta volontà di del loro rapporto con l'azienda di distribuzione britannica, come loro retailer per il merchandising ufficiale del club (con quale sarebbe dovuto andare in scadenza già dallo scorso luglio 2019), ma sono stati diffidati dal dover pagare una cifra di circa 3 milioni di sterline per interrompere il contratto di licenza anticipatamente e affidarsi ad un altro rivenditore. Fatta un po' di luce su questa ulteriore, tempesta giudiziaria, che ancora promette ulteriori eventuali strascici, anche per l'immediato, futuro. Ora arriviamo ai nostri giorni dunque: e più precisamente allo scorso luglio, quando Il tribunale ha ordinato alla squadra scozzese di pagare una ulteriore multa di circa 445.000 sterline,(entro e non oltre le 16:00 ora locale del 16 agosto 2019), a risarcimento compensativo su mancati introiti Sport Direct sulla commercializzazione dei prodotti Hummel, quali licenziatari ufficiali dei prodotti "dei Gers'' appunintiure to, e se non corrisposto, tale importo potrebbe aumentare notevolmente in futuro; dato che entrambe le parti dovranno rincontrarsi a dibattimento in tribunale. Ma a questo punto, sarebbe meglio fare un salto indietro un secondo, per capire la fitta tela del ragno.
L'intero problema è iniziato quando SDI Retail Services, una società di Sports Direct, ha affermato che la prorrietà del team aveva infranto le regole sulle repliche. Gli amministratori hanno contestato l'accusa, ma all'inizio hanno perso la causa. L'ingiunzione che proibiva l'uso dei materiali Hummel da parte dei Blues è stata imposta dal giudice Lionel Persey.
Nella sentenza di 1° grado, infatti è scritto che “i Ranger non avrebbero potuto sottoscrivere l'Accordo Elite-Hummel, non devono aiutare nessuna delle parti a realizzare l'accordo. I Ranger devono informare Elite e Hummel, con misura retroattiva; che di fatto imponeva la sospensione immediata cautelativa ad iudice.
Ai Ranger è inoltre è stato vietato consentire a qualsiasi squadra del club di utilizzare prodotti tecnici ufficiali creati da, forniti o fabbricati da Elite o Hummel o qualsiasi altro distributore del marchio danese su tutto il territorio comunitario (vista la data recante il dispositivo in essere).
Scaltrissimo, infido e cinico come pochi, vero, il nostro Mike Ashley: lo spasimante rifiutato, che vedendosi ormai spodestato, ha intessuto una tela mortifera, per adescare ed uccidere il rivale; (non ha caso negli ambienti della "City'', è conosciuto con lo pseudonimo di Spidy (il ragnetto appunto, per questa sua arguta dote da fine stratega d'affari)!
Vedete come tutto torna? Come mano a mano, insieme stiamo ricomponendo i complicati incastri di questo appassionante "puzzle giallo'', dalle tinte sempre più fosche ed umide.
Pensate il cinismo tra competitors, si dove si possa spingere nel 2020!
Il caso , da quanto, ripreso da nostre fonti dirette ed attendibili, in questi mesi, è approdato, per vie legali pea suon di ricorsi in appello, all'Alta Corte di Giustizia di Londra, che detta giurisprudenza su tutto il territorio del Common Low, la suprema istituzione, che , in prima istanza ha dato ragione al colosso britannico: poiché secondo la vigente stipula contrattuale Sports Direct avrebbe dovuto avere la possibilità di vendere 'alcuni o tutti i prodotti' pareggiando l'offerta di un'altra compagnia.
Il caso verrà nuovamente discusso nei prossimi giorni visto che i Rangers Glasgow hanno chiesto che l'ingiunzione sia prontamente revocata per poter ridiscutere le questioni di mediazione economica ancora in ballo, data anche la contingente situazione, legata all'emergenza Coronavirus, che di fatto messo tutta l'attuale stagione, in pausa, come in un lento, e snervante fermo immagine o frame per frame, in lenta dissolvenza, che rischia di lasciare tutti con il fiato, sospeso, ma anche sul collo. Ma come se non bastasse, in tutto questo marasma, ecco l'ennesimo colpo di scena: come uno strenuo gioco di ruolo, ora è il turno del "prode'' David King, si sempre il lui : questa volta l'impavido condottiero dei Gers, con un abile colpo d'ascia, ha assestato il colpo di grazia sulla storia, ingiungendo all'incolpevole, quanto sbigottita azienda scandinava, di dover compartecipare, a mo, di risarcimento danni, alle eventuali prossime spese sostenute dal club in sede legale, in quanto parte offesa: a) per la questione dei danni di immagine avuti, anche in termini economici, dalla mancata possibilità di sfruttare la "The Home Glory'' nelle prime fasi di Champions League, sino la retrocessione in Europa League, (dove poi, per la gioia e con il buon senso di tutti, ha potuto debuttare, grazie alla diversa flessibilità concessa dal regolamento del secondo trofeo continentale), come già detto; b) per rientrare, loro volta, dal mancato geddito, che si prospetta dall'introito dei flussi da retail, da qui a fine stagione!
Lasciatemi dire una cosa: Ma a che "stupido gioco'' giochiamo, il nobile football degli avi, o a quello al massacro: quello del facciamo a chi butto giù prima dalla torre? A me personalmente, e scusate la franchezza, scevra da tipo di giudizio, di assistere, da spettatore inerte, ad una sorta di battaglia navale, al massacro, a ribasso, dove a uscirne sconfitti, siano tutti: la leggenda ed il blasone dei Rangers, "l'infantile ragno'' Ashly, e purtroppo anche Hummel, (che a quanto sembra, abbandonato il classico aplomb, quasi distaccato dei popoli nordici, che tante lodi aveva decorate sulle sue creazioni nella sua storia; voglia gettarsi nella gazzarra, con fare vichingo, per difendere il suo onore vilipeso).
Insomma, l'unico che in tutta questa commedia, ne esce distrutto ed incolpevole Calabrone, a cui prima hanno inumidito le ali, cosi da non poter eseguire più liberamente il suo famigerato volo; poi quando ha tentato l'ultimo ronzante battito d'ali, è arrivato un tipo, che credendosi un Highlander, con un fendente, gli quasi reciso le ali. Ed ora il "nobile apide'', caduto a terra dal suo nido, giace a terra quasi inerme, punto ed avvelenato nell'orgoglio dal suo stesso pungiglione; che peccato!
Ciò che ci resterà, comunque di tutta questa, tormentata vicenda; o meglio l'unica cosa che speriamo di portarci a lungo nel cuore, è senz'altro l'ultimo fermo immagine a colori; l'ultimo gesto d'amore che lui e i suoi Femi, hanno inteso donare ai nobili "tifosi Tartan'', prima di sciamare via, lontano da Glasgow, (verso altri fiori, certamente, più generosi e riconoscenti per laborioso impegno,che saprà profondere, ne sono convito); ve lo propongo con piacere perché, rimango sempre persuaso che un atto di vero amore vada sempre mostrato, e non dimostrato.
Stropicciate gli occhi, per l'ultimo giro di ruota, ragazzi!
Eccola, dunque, l'ultima nata, "nell'arnia'' di Glasgow: niente popò di memo che la nuova "The Home Glory'' in versione speciale chiamata, forse con poca fantasia "Black Edition", prodotto da Hummel, in tiratura cifrata. Studiata, e pensata appositamente per farsi perdonare il terrificante scivolone occorso lungo il cammino nelle notti da Campioni.
questa ultima, vorrebbe essere la "preghiera speciale''... dell'Addio, chissà? La maglia è stata realizzata appositamente per i fan e viene venduta nello store ufficiale e quelli online al prezzo di £ 75,00; sarà disponibile in tutte le taglie. La cosa ancor più significativamente importante da dire e raccontare, è che il 10% del ricavato verrà sistematicamente devoluto in beneficenza (sino ad esaurimento scorte garantite).
Osserviamolo, come sempre con la "super lente d'ingrandimento ZM":
Kit Black Edition 19/20 RFC | L'ultimo volo dell'addio?
Il fantastico kit è costruito sul progetto dell'amatissima Home solo in "negative concept", ancora molto in voga. Di colore piombo scuro , come detto, per brevità, ricalca specularmente identico assioma della maglia titolare: con quattro strips più larghe e due più sottili tra di loro, il clou sono gli acronimi del club embossadi in serigrafia a rilievo laser (incino a 0,2 mm) sul pannello frontale . Lo scollo a V sembra nero, così come gli inserti sulle scapole e i bordomanica.
Il logo Hummel è applicato in negativo della stessa finitura a rilievo dei fregi sul lato destro del torace, così come la stampa dello sponsor di maglia, sapientemente posizionato con la stessa tecnica di trasposizione, in zona periplo solare, intuizione spesso usata in queste progettualità. Sul lato sinistro appare maestoso lo scudo dei Ranger acronimus riportato a ricamo stretto, che conferisce un elegantissimo "effetto impresso'' che conferisce al pezzo finito, quell'aura di immortalità! Come potrete ben immaginare, essendo un unicum, da "Collezione cofanetto''; non è previsto il resto della muta! Che altro aggiungere, in conclusione, questo bell'assurdo e snervante viaggio; null'altro, se non poche sommesse e flebili parole, se e provare, un'ancor più profondo senso, di desolazione, accuito maggiormente dalla creativa e potente generosità di fa questo mestiere con sagace dedizione. Ci rimarranno negli occhi, quasi fossimo tifosi sfegatati, tutte le emozioni in diapositiva, anche quelle private di chi vi ha accompagnato, di fragilità, forza e temperanza, di questa esperienza quasi onirica tra la storia, ed il giallo, tra tessuti ed illusioni, che nemmeno il sortilegio in cui siamo precipitati, potrà mai spezzare. Certe sensazioni, infondo, grondano dagli occhi, e risalgono in gola, come autentici bagliori nella notte... Come il leggiadro pesante volo di chi non sa cosa accadrà ma spera di lanciarsi in volo verso chissà quale futuro? so guess! . still us come...See you soon...
"E se, come d'incanto, quel volo si spezzasse per davvero? E Se proprio non resistete: Beh, allora è giunto il momento di stringere i denti, come fanno i "Cuori Impavidi'', e di lanciarsi in volo verso nuovi esaltanti episodi di questa "preziosa saga'', che se non ho capito male, narra di "immortali'' e delle loro gesta: di chi, questa volta cammina da solo, ma forse, nei battiti, non lo sarà mai! Chi si poserà allora sulla Mitica "Glory'' dei Gers, al posto di Hummel, chi ne ammanterà, di nuovo, di fascino la Leggenda e l'onore,,?
Ringaziamenti Editoriali:
Fonti Giornalistiche:
Rangers Football Club - Wikipedia Official Page:
Maglie Puma Rangers FC 2016-2017:
Maglie Puma Rangers FC 2017-2018:
Rangers FC annuncia Hummel come nuovo fornitore:
I Kits Hummel Rangers FC 2018-2019:
Nuove Maglie Hummel Rangers FC 2019-2020:
Maglia Rangers FC 2019-2020 Hummel “Black Edition”:
Rangers FC 2018/19 Hummel Home, Away and Third Kits:
Rangers FC 2019/20 hummel Home Kit:
Rangers Football Club 2019 2020 hummel Third Kit, Soccer Jersey, Shirt Rangers FC 2019/20 hummel Third Kit:
Rangers FC 2019/20 hummel Away Kit:
Rangers FC 2019/20 hummel Third Kit:
No More Hummel: i Ranger firmano "Kit Castore":
Old Firm - Wikipedia:
Rangers Glasgow FC- Official Web Site:
Fonti Fotografiche:
Rangers Football Club - Wikipedia Official Page: Maglie Puma Rangers FC 2016-2017: Maglie Puma Rangers FC 2017-2018: Rangers FC annuncia Hummel come nuovo fornitore:
I Kits Hummel Rangers FC 2018-2019:
Nuove Maglie Hummel Rangers FC 2019-2020:
Maglia Rangers FC 2019-2020 Hummel “Black Edition”:
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No More Hummel: i Ranger firmano "Kit Castore":
Old Firm - Wikipedia:
Rangers Glasgow FC- Official Web Site:
Fonti Video:
GOAL OF THE DAY | Paul Gascoigne v Celtic: https://www.youtube.com/watch?v=L_KulgoRLx0&feature=push-fr&attr_tag=_yNpn1YvwRR6q7aX%3A6
di: Fabrizio Roscitano.
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