Oriundi…Da atto naturale a esigenza commerciale figlia di marketing aggressivo e spesso senza un minimo di senso.
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Jesi (An), lì 16/06/2018 - Mentre
i miei amici e colleghi si occupano di presentare le nuove maglie ed
i nuovi accordi commerciali tra club e sponsor tecnici, io prendo
spunto proprio dal Mondiale di Russia 2018 e mi voglio occupare
dell’affaire
oriundi, perchè a volte si assiste a situazioni a dir poco
imbarazzanti, non solo nel calcio.
Partendo dal
presupposto che l’uomo si è sempre spostato per le più diverse
esigenze, è normale pensare che nel mondo ci sia qualcuno con
antenati italiani, spagnoli, portoghesi, francesi, inglesi ma,
trascorse cinque/sei generazioni dal primo approdo, è quanto mai
strano, se non patetico, pensare che ci sia ancora un legame con la
terra di origine.
Spesso, al giorno
d’oggi, si cercano legami con avi sconosciuti per cercare di
portare a sé le qualità di presunti “figliol prodighi” creando
un interesse spasmodico per la nonna partita da sperdutissimi paesi,
dove chi è partito l’ha fatto per darsi un futuro, un futuro che
il Paese di nascita non garantiva assolutamente.
Dopo questa
necessaria, a mio parere, premessa, desidero entrare nello specifico
al fine di far capire a chi legge che il discorso non ha uno stampo
nazionalista o peggio ancora razzista, ma semplicemente un discorso
legato alla necessità di avere, nel 2018, degli oriundi, addirittura
oriundi forzati, solo per cercare di ottenere risultati sportivi
oltre i propri meriti.
Per rendere
ulteriormente chiaro il discorso è necessario partire dagli albori
dello sport e nella fattispecie del calcio.
Visto che siamo in
pieno svolgimento di un Mondiale vado ad analizzare il peso degli
oriundi nel nostro calcio in particolare, oriundi che hanno
contribuito in modo molto concreto alla vittoria dei nostri primi due
titoli mondiali.
Nel 1930, in
occasione della prima edizione della coppa del mondo, il problema non
si pose, anche perché le squadre giunte in Uruguay furono solo 13,
la maggior parte sudamericane, e le europee Francia, Romania, Belgio
e Jugoslavia accettarono l’invito soltanto perché interamente
sostenute nelle spese dal paese organizzatore che, oltre ad avere la
squadra tecnicamente più forte dell’epoca, era anche uno dei paesi
più ricchi e avanzati del mondo.
In quella edizione la
questione oriundi non era stata affrontata tenendo conto che i
giocatori Americani erano giocoforza tutti di origine inglese per
chiare evidenze coloniali.
Andando avanti, ma
non troppo, in quella del 1934 organizzata in Italia la presenza di
oriundi è chiara, evidente, soprattutto proprio nella nostra
Nazionale, e ha dato un grande contributo per la vittoria della prima
coppa del mondo italiana.
Nello specifico,
nella partita finale, gli Azzurri in campo furono Luisito Monti -
argentino perdente nella finale del 1930 contro l’Uruguay - e
Atilio Demaria - altro argentino “nostrano” -.
Luisito Monti con
la maglia della Juventus
Dopo la seconda
guerra mondiale che interruppe lo svolgimento di tutto ciò che era
legato allo sport, ovviamente passato in secondo piano davanti agli
eventi bellici, nel 1950 le attività ripresero in modo normale ed in
quello stesso anno, in Brasile, nell’edizione del “Maracanazo”
la questione oriundi non ebbe rilevanza mondiale.
Dopo il fallimento
del 1958, che per la prima volta non vide l’Italia partecipante ad
una edizione della Coppa del Mondo, la federazione calcistica
Italiana pensò che per riprendersi e tornare ai fasti degli anni
d’oro della Nazionale era necessaria la reintroduzione degli
oriundi.
In quei tempi gli
stranieri presenti nel campionato italiano erano di livello notevole
e coloro che vennero scelti per onorare la maglia azzurra avevano,
almeno sulla carta, tutte le qualità necessarie per riportare gli
azzurri sul tetto del mondo.
Parliamo di giocatori
come Enrique Omar Sivori, Humberto Maschio, Josè Altafini, Angelo
Benedicto Sormani, tutti elementi che nella Serie A di allora erano
determinanti per le sorti delle proprie squadre. Il risultato
mondiale, però, fu una cocente eliminazione al primo turno dopo la
“Battaglia di Santiago”.
Josè Altafini,
Humberto Maschio e Omar Sivori, gli ultimi oriundi prima del 2006
E gli oriundi non
apparvero più nella Nazionale italiana fino al 2006, anno in cui fu
naturalizzato Mauro German Camoranesi, che contribuì in modo
importante alla vittoria del titolo.
Mauro German Camoranesi oriundo mondiale nel 2006
Mauro German Camoranesi oriundo mondiale nel 2006
Da lì in poi il
buio. Come spesso accade dopo aver raggiunto l’apice, al contrario
di altre situazioni, l’Italia si è completamente dissolta, le cui
motivazioni che sarebbero da affrontare ma in altre sedi. E allora
ecco che si è pensato di ricorrere nuovamente in modo massiccio
nell’apporto degli oriundi.
Purtroppo la qualità
dei nuovi oriundi non ha contribuito a migliorare la nazionale
italiana, tant’è che dopo due eliminazioni al primo turno nel
2018, a 50 anni dall’edizione di Svezia ’58, la Nazionale
Italiana non si è qualificata per i mondiali che stiamo vivendo.
Nel frattempo gli
oriundi italiani sono stati Eder, Thiago Motta, Franco Vazquez
(naturalizzato e mai utilizzato), Jorginho, Ezequiel Schelotto,
Gabriel Paletta, Pablo Daniel Osvaldo, e direi che molti di questi li
abbiamo naturalizzati per disperazione.
Gabriel Paletta da Buenos Aires Thiago Motta con la “10” (!!!!) da Sao Bernardo do Campo Jorginho da Imbituba
Gabriel Paletta da Buenos Aires Thiago Motta con la “10” (!!!!) da Sao Bernardo do Campo Jorginho da Imbituba
Ezequiel Schelotto da Buenos Aires |
Ovviamente nulla c’entrano quei giocatori che, pur essendo stranieri, sono nati e cresciuti in Italia e che quindi non possono essere additati di essere oriundi: parliamo per esempio di Mario Balotelli, Angelo Ogbonna e Stephan El Shaarawy.
Dopo questo viaggio nell’interpretazione degli oriundi italiani arriviamo a quello che vediamo oggi, una situazione legata ad un’esasperata ricerca del tornaconto personale con il fine del raggiungimento di un obiettivo che altrimenti sarebbe lontano.
L’edizione di
Russia 2018 è l’edizione del campionato del Mondo con il maggior
numero di oriundi presenti: ben 83, per l’esattezza.
Ci sono situazioni
legate al colonialismo che hanno interessato soprattutto nazioni del
nord Africa come Marocco e Tunisia, le quali hanno diversi giocatori
nati fuori dai confini ma che hanno scelto di giocare per il paese
natio.
Ritengo che questo
tipo di situazione non rientri nel capitolo oriundi, anzi, ritengo -
e questo vale molto per i calciatori provenienti da quelle zone,
legati intimamente alle proprie origini anche e soprattutto per
questioni di rivalsa nei confronti di chi ha colonizzato, e anche per
questioni religiose - che questi atleti sentano il peso della maglia
più di molti altri.
Il vero e proprio
obbrobrio è da ricercarsi in quegli oriundi che sono stati
naturalizzati per semplici questioni di convenienza. E allora vieni a
scoprire che il titolare della fascia destra della Russia si chiama
Mario Fernandes, brasiliano che probabilmente aveva poco spazio in
patria. Poi andiamo in Marocco e scopriamo che, oltre ai nati in
Francia, uno dei difensori centrali si chiama Manuel Da Costa ed è
nato in Portogallo.
Il russo Mario Fernandes da Sao Caetano do Sul Il marocchino Manuel Da Costa da Saint Max
Clamoroso è il caso di Diego Costa, puntero della Nazionale spagnola ma nato e cresciuto in Brasile: questo è un clamoroso caso di naturalizzazione per puro interesse, perché è difficile pensare che la Nazionale che sta dominando l’ultimo decennio mondiale non riesca a produrre in casa un calciatore che faccia la punta centrale della Roja.
Clamoroso è il caso di Diego Costa, puntero della Nazionale spagnola ma nato e cresciuto in Brasile: questo è un clamoroso caso di naturalizzazione per puro interesse, perché è difficile pensare che la Nazionale che sta dominando l’ultimo decennio mondiale non riesca a produrre in casa un calciatore che faccia la punta centrale della Roja.
Conoscendo le
caratteristiche del giocatore sono sicuro che l’attaccamento alla
maglia di Sergio Ramos sia diverso da quello di Diego Costa, e lo
stesso vale per la maggior parte degli altri oriundi.
Diego Costa con la maglia del Brasile Diego Costa con la maglia della Spagna
Quale sarà la sua prossima Nazionale?
Quanto è arido
vedere l’inno nazionale non cantato da tutti? Sarò romantico, ma
quando sento l’Inno Italiano ho sempre la pelle d’oca e lo canto
dall’inizio alla fine.
Triste invece vedere
giocatori che non lo cantano e che non lo vogliono imparare perché
comunque sono figli di altre terre, figli di altre culture, spesso, "figli di un altro Dio''.
La questione oriundi
non è presente solo nel calcio a 11, ma la troviamo anche in altri
sport, sia di squadra - futsal, hanball e basket per esempio - che negli sport
individuali, soprattutto nell’Atletica.
Fa specie vedere
nazioni come il Qatar e l’Oman vincere medaglie mondiali o
olimpiche in gare di fondo con atleti etiopi, kenyani, somali,
pagati, nel vero senso della parola - anzi, ricoperti di dollari -,
per rappresentare paesi che nulla contano sullo scacchiere dello
sport mondiale e permettere agli stessi di prendersi meriti che non
dovrebbero avere.
Ma il grande bluff, a
mio parere, lo troviamo nel futsal,
dove ci sono intere nazionali, quella italiana in primis, che si
riempiono la bocca di vittorie e partecipazioni a campionati
mondiali, con nazionali in cui l’unico italiano è il portiere,
mentre gli altri sono tutti brasiliani, argentini, spagnoli. E allora
mi chiedo, come faremo mai ad avere un movimento che cammini sulle
proprie gambe se ogni qual volta ne abbiamo la possibilità
naturalizziamo stranieri per raggiungere obbiettivi altrimenti
inarrivabili?
Stesso discorso vale
anche per altre nazionali di futsal
e l’esempio più clamoroso è l’Azerbaigian, il cui roster conta
ben sei brasiliani che di azero hanno ben poco.
Altre anomalie gravi
che vanno a dopare i risultati sportivi le troviamo nel basket
europeo e, combinazione, riguardano soprattutto nazionali dell’est
Europa. Così può capitare di imbattersi in un giocatore macedone di
nome Bo McCalebb, o un turco di nome Muhammed Alì, alias Bobby
Dixon.
Bobby Dixon Muhammed Alì Bo McCalebb
Non ho idea di come questi giocatori possano avere un minimo di attaccamento alla maglia che non sia figlia dei numerosi dollaroni che, le Federazioni elargiscono loro per cercare di superare un turno in più in una manifestazione internazionale.
Non ho idea di come questi giocatori possano avere un minimo di attaccamento alla maglia che non sia figlia dei numerosi dollaroni che, le Federazioni elargiscono loro per cercare di superare un turno in più in una manifestazione internazionale.
Forse non tutti sanno
che l’esempio peggiore di naturalizzazione economica riguarda
sempre lo stato del Qatar, che ha una nazionale di pallamano che
incredibilmente si è classificata al secondo posto del Campionato
del Mondo svoltosi proprio in terra qatariota, perdendo la finale
contro la (Francia per 25 a 22).
Eldar Mesimevic Gustavo Borja Vidal Fernandez Jovica Damjanovic
Eldar Mesimevic Gustavo Borja Vidal Fernandez Jovica Damjanovic
Goran Stojanovic Zarko Markovic Rafael Capote
Jorge Luis Pavan Lopez |
Danijel Saric Bertand Roine
Questo è il più fulgido esempio di ciò che i soldi possono fare e di come possano falsare i risultati sportivi in modo più grave di quanto possa fare il doping.c
Ci troviamo nella
fattispecie davanti ad un paese che si è comprato una intera
nazionale elargendo contributi alla Federazione Mondiale in modo che
tutto fosse fatto secondo regole che ci sono, ma abilmente
aggirabili.
Alcuni dei più forti
giocatori mondiali di Handball
rispondono ai seguenti nomi: Bertand Roine (francese), Goran
Stojanovic (montenegrino), Danijel Saric (bosniaco), Borja Vidal
Fernandez (spagnolo), Zarko Markovic (montenegrino), Rafael Capote
(cubano), Jorge Luis Pavan Lopez (cubano), Jovica Damjanovic (serbo),
Eldar Memisevic (bosniaco).
Alla fine di questo
viaggio che qualcuno forse potrebbe considerare retrò e non al passo
dei tempi, la mia unica considerazione, da uomo facente parte di un
Mondo unico che non guarda il colore della pelle, è legato al fatto
che i risultati sportivi dovrebbero essere frutto di sforzi “umani”
e non sforzi “economici” che mirano solo ad ottenere risultati
che non hanno niente a che fare con i meriti sportivi dei paesi che
organizzano queste tratte.
A chiosa di tutto
tengo a precisare che non ho volutamente deciso di affrontare il tema
dei colonialisti che si sono riempiti di figli delle colonie, che
hanno contribuito in modo inequivocabile ed ineccepibile a far
raggiungere risultati sportivi di gran lunga superiori rispetto ai
propri meriti.
Rimanendo solo nel
mondo del calcio basta pensare agli africani che riempiono la
nazionale francese, quella belga e quella Portoghese, ai
centroamericani per lo più isolani che affollano la nazionale
Oranje,
per capire come gente del livello di Zidane, Gullit, Seedorf,
Eusebio, Karembeu, Malouda, Thuram, Lukaku, Kompany etc…abbiano
avuto un peso importante per le sorti delle nazionali che hanno
rappresentato.
Rientrando nella, brusca attualità, nella partita di oggi pomeriggio: (Francia - Australia: 2-1), valida per la 1° giornata del gruppo C della fase a gironi, ai più attenti conoscitori di calcio, e non solo; non sarà di certo sfuggito, come sui 46 in distinta, considerando entrambe le compagini, ben 42 avevano più di una cittadinanza, dei quali, 12 schierati in campo dall'inizio, addirittura possono godere di triplopassaporto, ma eleggibili al momento solo per la nazionale prescelta!
"Ci sarebbe da chiedersi, e non so se sarete d'accordo con me, fino a che punto, il mondo dello sport in genere, possa continuare a tollerare, questa sorta di "surreale mercimonio'' di mercenari apolidi, nati, sotto un cielo "giudaico'', di mille colori, ma senza bandiere, cuore, né più identità,,?
Rientrando nella, brusca attualità, nella partita di oggi pomeriggio: (Francia - Australia: 2-1), valida per la 1° giornata del gruppo C della fase a gironi, ai più attenti conoscitori di calcio, e non solo; non sarà di certo sfuggito, come sui 46 in distinta, considerando entrambe le compagini, ben 42 avevano più di una cittadinanza, dei quali, 12 schierati in campo dall'inizio, addirittura possono godere di triplopassaporto, ma eleggibili al momento solo per la nazionale prescelta!
"Ci sarebbe da chiedersi, e non so se sarete d'accordo con me, fino a che punto, il mondo dello sport in genere, possa continuare a tollerare, questa sorta di "surreale mercimonio'' di mercenari apolidi, nati, sotto un cielo "giudaico'', di mille colori, ma senza bandiere, cuore, né più identità,,?
Ringraziamenti Editoriali:
Stasera, come sempre, quando affidiamo un argomento da sviscerare alla nostra penna più talentuosa, vi reglaiamo un'atentica gemma preziosa del nostro Roscitano, che ringraziamo con affetto veramente "familiare''; la redazione si congratula di cuore con te! Sai che ogni volta ci aspettiamo quel quid tra genio e cronaca, e tu non ci deludi mai. Grazie!
Fonti Giornalistiche:
Google Mondiali Russia 2018:https://www.google.it/search?q=francia+mondiali+2018&oq=francia&aqs=chrome.1.69i57j0l5.12457j0j7&client=ubuntu&sourceid=chrome&ie=UTF-8#sie=m;/g/11g0j408v6;2;/m/030q7;dt;fp;1
Own goal sees France edge Australia: https://www.fifa.com/worldcup/matches/match/300331533/#match-summary
Fonti Giornalistiche:
Google Mondiali Russia 2018:https://www.google.it/search?q=francia+mondiali+2018&oq=francia&aqs=chrome.1.69i57j0l5.12457j0j7&client=ubuntu&sourceid=chrome&ie=UTF-8#sie=m;/g/11g0j408v6;2;/m/030q7;dt;fp;1
Own goal sees France edge Australia: https://www.fifa.com/worldcup/matches/match/300331533/#match-summary
Fonti Fotografiche:
STREGSPILLER: https://2.bp.blogspot.com/ZhGT69LdQ8E/WylLmovDTvI/AAAAAAAAAL0/RZkEyPHKu2odkmMX2zVmfU8aWMtLVW5kQCEwYBhgL/s320/oriundi_html_e5df63889b2ff5c1.jpg
ORIUNDI MONDIALI - FOTOGALLERY WIKIPEDIA: (Insider historical Photo)
Getty Images: https://ips.plug.it/cips/sport.virgilio.it/cms/2018/06/franciaaustralia_1119165supereva-1.jpg?w=377&a=r
Fonti Video:
---------
Di: Fabrizio Roscitano.
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Russia
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