Copa Libertadores: come la Champions League più della Champions League.
Copa
Libertadores: come la Champions League più della Champions League.
In questo periodo denso di presentazioni di maglie, di mercato
sfrenato e smodato, di acquisizioni cinesi, russe o arabe, il calcio giocato
non si ferma e dopo il termine del Campionato Europeo di calcio vinto dal
Portogallo, il primo importante appuntamento a livello mondiale e l’avvicinarsi
dell’epilogo della Coppa Libertadores, che oggi si chiama Bridgestone Copa
Libertadores per esigenze di sponsor, che è giunta al suo epilogo e che
determinerà il club che andrà a contendere al Real Madrid (secondo pronostici
che a volta sono stravolti), la vittoria della prossima Coppa Intercontinentale
nel mese Dicembre 2016.
Il senso del titolo è da ricercarsi nel fatto che se la vecchia
Europa della Champions League è abbarbicata su regole e su tradizioni che sono
difficili da scalfire, se non nel momento in cui intervengono i grossi poteri
economici, in primis legati ai tycoon televisivi che determinano la ricchezza e
il modus operandi del torneo, il Sudamerica della Copa Libertadores non vive di
ricordi e di ingessature burocratiche e non ha paura di modificare le regole in
base ad accordi presi anche anno per anno.
Per capire come funziona la Copa è il caso di dare alcuni cenni
storici che spero non annoieranno i nostri lettori.
La Copa nasce 1960 con il nome altisonante e tipicamente
sudamericano nelle sue iperboli con il nome di Copa de Campeones de América,
traducendo ciò che era il nome dell’originaria CL e cioè Coppa dei Campioni
d’Europa e ne seguiva pedissequamente la formula.
Nel torneo erano ammesse solo le squadre che vincevano i singoli
campionati delle federazioni americane anche se, primo cambiamento senza aver
ancora giocato una partita, aderirono solo le nazioni iscritte alla Federazione
Conmebol, riconosciuta come la Confederazione calcistica del Sud America.
Il tutto nasceva anche in funzione della Coppa Intercontinentale
ed il primo storico vincitore di un torneo a cui parteciparono solo 7 squadre
perché alcune federazioni (Equador, Venezuela e Perù) decisero di non aderire,
fu il blasonato Penarol di Montevideo che nella doppia finale sconfisse i
Paraguayani dell’Olimpia di Asuncion.
Per l’assegnazione del trofeo denominato Coppa Intercontinentale
gli uruguagi vennero sonoramente sconfitti dal Real Madrid di Di Stefano,
Puskas, Gento e Santamaria, nella doppia finale, ma queste sono altre storie.
Altro notevole cambiamento avvenne nel 1965 allorquando il
torneo, su richiesta proprio della Federazione Uruguaiana, venne allargato
anche alle squadre seconde classificate, raddoppiando il numero delle squadre
partecipanti.
Proprio in conseguenza a tale cambiamento il nome cambiò da Copa
de Campeones a Copa Libertadores de America per omaggiare, sempre nel pieno
stile sudamericano, tutti i Liberatori d’America.
Successivamente per evitare che le finali fossero sempre tra
squadre argentine e brasiliane vennero ideati dei primi gruppi nel quale veniva
giocato un girone all’italiana tra 4 squadre rappresentanti due nazioni.
Nel 1998 il bacino di utenza venne ulteriormente allargato anche
alle squadre del Messico, stufe di giocare partite nella Concacaf nel quale la
concorrenza era inesistente e nel 2010 i chivas di Guadalajara giunsero alla
finale perdendola contro l’Internacional di Porto Alegre; idem nel 2015 quando
il Tigres UANL perse nel doppio confronto contro i Millionaros di Buenos Aires
o River Plate che dir si voglia.
Nel corso del tempo le finali sono state assegnate giocando
partite di spareggio senza far contare i gol segnati in trasferta doppi, sono
state assegnate senza giocare i tempi supplementari ma solo i rigori, mentre
negli ultimi 15 anni la formula, sempre in doppio confronto, tiene conto dei
gol segnati in trasferta che valgono doppio.
Arriviamo verso il punto focale dell’articolo per andare a
raccontare le maglie e non solo delle squadre che sono giunte alla finale dell’edizione
2016 della Bridgestone Copa Libertadores.
Una premessa necessaria che è anche una domanda per voi: in un anno così particolare, dal punto di vista calcistico, come il 2016
poteva non riservarci una sorpresona con il più classico underdog che giunge
alla fine del torneo ?
Assolutamente no ed allora nell’anno in cui il Leicester vince
la Premier League, nell’anno in cui l’Islanda elimina l’Inghilterra agli
Europei di Francia, nell’anno in cui la squadra di Gibilterra Lincoln Red Imps
batte il Celtica Glasgow nell’andata del preliminare di Champions League, abbiamo
anche una sconosciuta, almeno ai più, squadra equadoregna che elimina in
semifinale della Copa Libertadores nientemeno che il Club Atletico Boca
Juniors, andando a espugnare la Bombonera.
Stiamo parlando del Club
del Alto Rendimiento Especializado Independiente del Valle e già solo per il nome
a questo punto meriterebbe di vincere il torneo. Qualche informazione in merito
al club ve la darò dopo aver parlato delle maglie, che adesso inizio a
descrivere.
Le squadre protagoniste della finale 2016 sono il Club Atletico
Nacional di Medellin, squadra colombiana di notevole prestigio ed il Club del
Alto Rendimiento Especializado Independiente del Valle, squadra equadoriana.
Iniziamo con le maglie del Club Atletico Nacional di Medellin
Prima maglia
La maglietta, con innovativo sistema Dry-fit, fornita dal
colosso Nike, si presenta a righe verticali bianche e verdi con maniche
completamente verdi, girocollo sempre verde e bianco, il classico baffetto
dello sponsor tecnico in alto a destra di colore nero e dall’altra parte
specularmente il logo del club caratterizzato da un rettangolo (che richiama il
campo di calcio) diviso a metà verde e bianco dove insistono le lettere “A” in
bianco su sfondo verde e la “N” in verde su sfondo bianco il tutto sormontato
da un castello bianco e verde a rappresentare la forza, la grandezza, la
tradizione e la gerarchia. I pantaloncini sono bianchi e anche i calzettoni
sono bianchi ma con una banda verde sul retro.
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Festa dei Los Verdelagas dopo l'accesso alla finale della Copa |
Seconda Maglia
La maglietta si presenta con la base completamente nera con una
gessatura leggera di colore verde, girocollo nero nella parte anteriore e nero
nella parte posteriore, il baffetto dello sponsor tecnico di colore verde in
alto a destra e dall’altra parte specularmente il logo dove il bianco e
sostituito dal verde.
Nel centro della maglietta è inserito il main sponsor POSTOBON
che è una delle più grandi aziende di food&beverage della Colombia.
Nel corso delle partite vi sono anche dei minor sponsor come la
Suzuki sulle maniche o i classici sponsor colombiani come Bimbo.
Storia del club
Il palmares del club nato nel 1947 può vantare la vittoria di 15
titoli nazionali Colombiani, 2 cope di Colombia, 1 copa Libertadores nel 1989
(di cui accennerò dopo), di 2 cope Merconte – oggi Copa Sudamericana - e di 2
cope Interamericane – una sorta di supercoppa tra squadra vincitrice della
Libertadores e della Concacaf’s Champions Cup.
Il soprannome storico della squadra di Medellin è Puros
Criollos, in quanto in origine esclusivamente criolla; ad oggi i giocatori sono
anche chiamati come Los Verdolagas.
Lati oscuri
Nel 1980 il
Club Atletico Nacional di Medellin ha una impennata nel mondo calcistico
colombiano soprattutto per gli ingenti investimenti e fiumi di denaro che
vengono riversati nelle casse del Club.
Il movimento
calcistico colombiano in tutti gli anni ’80 viveva una sorta di Klondike e basta
pensare che, proprio rimanendo in ambito Libertadores, tra il 1985 ed il 1987
l’America di Cali, squadra egemone in quel periodo, raggiunse tre finali
consecutive perdendole tutte contro i colossi del Sudamerica quali l’Argentinos
Juniors, il River Plate e il Penarol di Montevideo.
Improvvisamente
nel 1989 irrompe il Club Atletico Nacional di Medellin con fiumi di denaro, con
giocatori che faranno la storia e con un tecnico che allenò anche la selezione
Colombiana che fece faville ad Italia ‘90 e che vinse la Copa America nel 1991.
Stiamo
parlando di Renè Higuita, di Andres Escobar, di Leonel Alvarez, di Gabriel
Jaime Gomez, il tutti allenati da Francisco Antonio Maturana Garcia detto
Pacho.
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Francisco Pacho Maturana |
Il cammino
di quella squadra nella Copa portò Los Verdolagas ad eliminare negli scontri
diretti il Racing Club di Avellaneda, i Millionarios di Bogotà, in uno scontro
fratricida, il Danubio di Montevideo e arrivò all’appuntamento finale contro
l’Olimpia di Asuncion.
E qui inizia
il racconto che sta nel mezzo del guado, tra realtà e fantasia, un guado che è
melmoso e putrido perché nel mondo calcistico si sparge la voce che lo storico
club sia diventato la “lavatrice” di Pablo Escobar Gaviria, narcotrafficante
principe del cartello di Medellin che si contrappone a quello di Cali, per
pulire i milioni di dollari frutto del commercio di cocaina e soddisfare anche
la sua grande passione per il calcio e per la squadra della sua città.
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Pablo Escobar Gaviria che da il calcio d'inizio in un match del Nacional |
Ma perchè
iniziamo a parlare di Escobar proprio adesso?
Perché, la
leggenda (o la realtà?) narra che i giocatori dell’Olimpia vincitori all’andata
per due a zero, subirono minacce di morte prima della partita di ritorno nel
caso fossero usciti vincitori dal match.
L’incontro
terminò, stranamente, 2 a 0 per i Criollos e ai calci di rigore (ne furono
tirati ben 9) i giocatori paraguaiani furono meno freddi di quelli colombiani
sbagliandone ben 5. Forse questo risultato salvò la vita a tutta la squadra, ma
l’unica cosa certa è che a tutt’oggi, nonostante l’ormai dipartita di Pablo
Escobar nel 1993, nulla è mai filtrato e nulla è mai stato chiarito.
C’è da dire
che la squadra era sicuramente di valore, visto che pochi mesi dopo il super
Milan di Arrigo Sacchi vinse l’Intercontinentale solo ai tempi supplementari
con una punizione di Alberigo “Chicco” Evani al 119’ su un evidente errore, che
non sarà l’unico, del portiere scorpione Renè Higuita. Per fortuna il Milan
tornò tutti intero da quella trasferta nipponica.
Altro lato
oscuro legato al club di Medellin è da ricercare nel giorno 02/07/1994
allorquando il capitano della nazionale Colombiana, Andres Escobar Saldarriaga
venne assassinato davanti ad un bar di Medellin perché reo colpevole di aver
fatto perdere un sacco di soldi ai narcotrafficanti per colpa della sua
autorete contro gli Stati uniti D’America, che sentenziò la squalifica della
nazionale dei Cafeteros dai mondiali
americani. Testimoni riferirono che mentre veniva trucidato da colpi di arma da fuoco il killer urlasse "Gooooooooooool".
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Il momento in cui "finì" la vita di Andres Escobar |
Giocatori
celebri
Lasciando da
parte il lato oscuro del Club Atletico Nacional di Medellin hanno militato fior
fiori di giocatori che hanno finito per girovagare il mondo portando fantasia,
gioco e vittorie nei più grandi club europei.
Solo per
ricordarne qualcuno possiamo ricordare Renè Higuita, il compianto Escobar, Ivan
Ramiro Cordoba (al quale venne riaffidato il n. 2 che era stato di Andres Escobar), Victor Ibarbo, Faustino Asprilla.
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Un giovanissimo Asprilla |
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Un giovanissimo Cordoba |
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L'istrionico Renè Higuita |
Adesso arriviamo alla sorpresa del torneo che più semplicemente
è chiamata Independiente del Valle.
1° Maglia
La maglietta si presenta con righe verticali nere e azzurre, con
colletto a simil “V” bianco sul davanti e nero sul retro, dove sotto la “V” del
colletto è presente il nome dello sponsor tecnico che è la Marathon; in alto a sinistra
è inserito il logo del club mentre specularmente dalla parte opposta è inserito
uno dei minor sponsor che sono ripetuti anche nel centro della maglietta e anche
sul retro e sulle maniche, nel pieno spirito delle maglie sudamericane.
I pantaloncini sono neri neri esattamente come i pantaloncini.
2° Maglia
La seconda maglia maglietta si presenta completamente di colore
fucsia tenue con il colletto fucsia sul davanti e nero sul retro. Il bordo
maniche è anch’esso nero e per il resto il template è identico alla prima
maglia. I pantaloncini sono completamente bianchi come anche i calzettoni che
presentano il bordo prossimale di colore fucsia che richiama il colore della
maglietta.
I main sponsor sono quattro di cui inseriti sul davanti e
precisamente Direct Tv, televisione satellitare molto famosa in sudamerica e
Chevrolet, nota azienda di produzione di autovetture, mentre sul retro sono
inserito KFC (Kentucky Fried Chicken), noto marchio di una catena di fast-food
e Banco Guayaquil, una delle più importanti banche dell’Ecuador.
All’interno del colletto è inserito il motto del club “Yo Soy
Independiente”.
Altra particolarità della maglietta di quest’anno è che sulla
manica sinistra è presente la riproduzione della bandiera nazionale listata a
lutto a seguito del catastrofico terremoto che ha colpito la nazione il
17/04/2016 provocando almeno 480 morti e più di 2500 feriti.
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Maglietta con la bandiera nazionale listata a lutto |
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In ogni partita all'ingresos in campo i giocatori portano uno striscione rappresentante la bandiera listata a lutto con la scritta "Tutti siamo Ecuador". |
Storia del club
Il club, fondato il 1° Marzo 1958 con il nome di Independiente
Josè Teran, nome che cambiò nel 2014.
La squadra ha sempre militato nelle serie inferiori fino a
quando nel 2007 vinse la Segunda categoria, terzo livello del calcio
equadoregno, e nel 2009 si aggiudicò la Primera Categoria Serie B.
Paradossalmente sempre per come sono strutturati i campionati in
sudamerica, la promozione in Serie A, l’Independiente del Valle l’ha ottenuta
nel 2010 terminando il campionato al decimo posto come esattamente nel 2011.
Nel 2012 vi su una svolta che porto la squadra al quarto posto
qualificandosi per la Copa Sudamericana con successivo exploit nel 2013 e nel
2014 giungendo al secondo posto. Nel 2015 si classificò terza entrando ormai
nel gotha del calcio dell’Ecuador.
La prima esperienza nella Copa l’allora Independiente Josè
Teran, non superò il turno preliminare, l’anno successivo stessa sorte contro l’Estudiantes
de La Plata con una sonora batosta.
Ma arriviamo al 2016 che segnerà la storia del club, a prescindere
da come andrà a finire.
Nel preliminare il team equadoriano ha eliminato i paraguaiani
del Guaranì (per i gol fatti in trasferta. Il girone ha visto l’IDV con i
cileni del Colo Colo, con i brasiliani dell’Atletico Mineiro e con i peruviani
del Melgar.
A sorpresa riesce a giungere secondo dopo aver perso solo una
partita e con una classifica generale, che determina gli accoppiamenti, al
decimo posto che li contrappose ai campioni uscenti del CA River Plate,
successivamente ai messicani dell’UNAM Pumas battuti ai calci di rigore e in
semifinale contro l’altro colosso sudamericano del CA Boca Juniors che ha
sconfitto sia in casa, in rimonta per 2 a 1, ma soprattutto alla Bombonera dove
si è imposto per 3 a 2.
Adesso penso che Juan Roman Riquelme “El Mudo” senza rispettare
il suo soprannome si pentirà di aver dichiarato, prima della partita di andata
ha dichiarato: “ Que yo recuerde al día de hoy, es la Copa más fácil que se le
presenta. Si no la gana (la Copa), va a doler muchísimo. Va a jugar la
semifinal con Independiente del Valle, que no puede creer dónde está. (Cuando
eliminó a River en 8vos de final) Fue porque la pelota no quiso entrar, pegó 14
veces en el palo. Tienen merecido haber llegado a esa instancia, pero por lo
general te tocan equipos más poderosos”.
Traduco solo in concetto che sembra comunque molto chiaro, in
sintesi Riquelme dichiarava che non poteva esserci sorteggio più facile per il
Boca e che il passaggio del turno sarà sicuro.
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Esultanza del Tin Angulo dopo aver segnato il gol del 2 a 1 nel match di andata |
In ultima analisi solo per farvi capire che forse il Leicester
in confronto all’Independiente del Valle è un colosso, gioca in uno stadio che
ospita 8000 persone e che non può essere utilizzato per le partite di coppa,
tant’è che tutte le partite sono state giocate nello stadio dell’LDU de Quito,
la Casa Blanca che può contenere 55000 persone.
La squadra viene da un quartiere dormitorio di Quito sito a
circa mezz’ora di strada dalla capitale che si chiama Sangolquì dove vivono per
la maggior parte lavoratori che tutti i giorni si recano nella capitale per
lavoro e che oggi stanno vivendo un sogno.
Ad oggi il calciatore più rappresentativo e di cui si parla già
molto bene in prospettiva europea è Julio Eduardo “El Tin” Angulo Medina che è
stato ribattezzato già il nuovo crack del calcio sudamericano.
Sperando di non avervi annoiato, ma avervi incuriosito per
spingervi a scoprire non solo i Top club del mondo vi invito a considerare l’opportunità
di acquistare una di queste due magliette, io mi prenderei quella dell’Independiente
del Valle, l’underodog per eccellenza, il piccolo che mangia il grande, chissà
se la favola avrà il suo lieto fine.
Fabrizio Roscitano.
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