L'Islanda, l'esordio: il gelo del nord irrompe in Francia.
(Reykiavik - San Polo di Torrile, Italia), lì 13 Giugno 2016 - Giocare in mezzo ai ghiacci, sviluppare tecniche innovative, dotarsi di
istruttori di livello mondiale... Il risultato della Nazionale Islandese è la
prima storica partecipazione ai Campionati Europei di Calcio in Francia.
Se uno si reca in Islanda per una semplice vacanza e
non è un fervente appassionato di calcio, si renderà sicuramente conto che si
trova davanti ad un paese fiabesco, ad un paese dove chi ci vive deve
necessariamente una persona con grande fantasia, grande viglia di emergere e
con uno spirito indomito degno degli abitanti del “sud Europa”.
Qualche mese addietro abbiamo presentato il Galles, ma
l’Islanda è sicuramente un “casus” più estremo che coinvolge attivamente tutti
i suoi circa 320.000 abitanti, di cui circa 120.000 nella sola capitale
Reykiavik. Sì avete letto bene, in tutto il paese nordico ci sono gli stessi
abitanti di un quartiere medio della città e ribadisco CITTA’ di Roma.
Allora le domande da porci sono diverse ed in
particolare la prima e quella più fondamentale è: come è possibile che un paese
così piccolo possa aver dato i natali a circa 20/25 giocatori in grado di
portare la nazionale di calcio ad una competizione europea?
I motivi sono diversi e sono riassunti anche nel
titolo e sono da ricercare nello spirito vichingo che alberga in un paese,
l’unico al mondo, almeno nella parte più avanti del mondo, che ha delle
tradizioni talmente forti che aiutano a sopravvivere in terre così aspre ma
altrettanto meravigliose.
L’Islanda è un paese in cui vige ancora il nome
“patronimico” che non ci permetterà mai di riconoscere a prima vista il figlio
di Emil Halfredsson, di Kolbeinn Sightorsson, di Gilfy Sigursson, di Alfred
Finnbogason, perché per esempio i figli dei predetti si chiameranno Emilsson,
Kolbeinnson, Gylfynsson o Alfredsson.
Sì, l’Islanda è un paese complicato, estremo come
l’estremità dell’Europa dove è collocato, l’Islanda è un paese che ha subito
colonizzazioni impensate e impensabili, dai Danesi, dai Vichinghi Svedesi,
dagli Inglesi, dagli Irlandesi e addirittura sono state trovate presente di
Romani e Greci.
Forse non tutti sanno che l’indipendenza del popolo
islandese dai Danesi è avvenuta il 17 Giugno 1944 tramite referendum
plebiscitario che sancì l’uscita del popolo islandese dalla dipendenza dei
“Danish Dinamite”. La data scelta per il referendum ed il luogo in cui è stata
sancita l’indipendenza sono altamente simbolici e non poteva essere altrimenti.
La data corrisponde al giorno in cui 133 anni prima morì
il patriota Jan Sigurdsson, mentre il luogo Thingvillir è il luogo dove nel
1928 venne individuata la frattura della placca tettonica – chiamata Almannaja
- che non si sa quando dividerà l’isola in due portandone una parte verso il
nord America e l’altra verso la penisola scandinava.
Thingvillir - Almannaja - faglia tettonica europea |
Lo so che tanti di voi vorrebbero continuare a leggere
la storia di questo paese pieno di storia e di simboli, ma direi che è il caso
di affrontare l’argomento calcio che è il fulcro delle cose di cui scriviamo.
La Federazione calcistica d’Islanda – KSI Karlalandslið Íslands í knattspyrnu – nasce nel 1947
per raggruppare i dilettanti islandesi che volevano giocare a calcio.
Dico così senza voler offendere nessuno, ma è ovvio che le strutture,
la logistica, gli spostamenti negli anni passati in Islanda non dovevano certe
essere agevoli.
Certo oggi con la “ring road”, che ho personalmente percorso nel mio
viaggio islandese del 2011, il giro di tutta l’isola lo puoi fare anche in due
giorni, ma posso immaginare che ai tempi eroici dell’inizio del calcio isolano
le cose potessero essere più complesse.
Del resto il nome Islanda vuol dire “terra del ghiaccio” o “terra
ghiacciata” appellativo che le fu dato da uno dei primi navigatori vichinghi
che giunsero sull’isola e che si chiamava Naddosur.
Ma come hanno fatto gli islandesi ad arrivare dove
sono arrivati?
Ci sono delle assonanza con la storia che ha
intrapreso il Belgio negli ultimi 20 anni, soprattutto in relazione alla
preparazione dei tecnici a partire dalle giovanili, che inizialmente
provenivano dal continente ed erano per la maggior parte britannici, spagnoli,
tedeschi, olandesi, tutti con un’idea meravigliosa in testa chiamata Coerver
Coaching (chi vuole potrà approfondire su internet).
Ma gli islandesi non si sono accontentati di portare
tecnici stranieri, ma li hanno studiati e oggi hanno un corpo tecnico,
soprattutto per i settori giovanili, altamente specializzato e preparato.
Altra situazione che hanno saputo risolvere in modo
meraviglioso è stata quella delle strutture. Gli islandesi che sono molto
pratici sono riusciti a costruire strutture al chiuso per permettere a tutti i
bambini e ai ragazzi di potersi allenare sempre senza aver ei problemi relativi
alla notevole presenza di ghiaccio e neve nei mesi autunnali, primaverili e
invernali. Hanno costruito campi in erba sintetica da almeno vent’anni che
permette loro di giocare praticamente sempre e tenendo conto che nella mia
esperienza il giorno di ferragosto c’erano 10 gradi ed ero vestito come da noi
ci si veste a Dicembre, è veramente importante e fondamentale.
Ferragosto in Islanda...... |
Il campionato islandese è suddiviso in diversi
livelli, ma il principale che si chiama Urvalsdeild composta da 12 squadra che si
incontrano in un girone all’italiana di andata e ritorno, poi c’è la prima
divisione anch’essa composta da 12 squadre e via via fino ad una quarta
divisione, divisa in 4 gruppi con 7 squadre per gruppo.
Guardando l’albo
d’oro della manifestazioni internazionali quali Campionati Europei, Olimpiadi,
Campionati Mondiali fino al 2016 l’unica cosa che si poteva trovare era “Non
qualificata” mentre adesso finalmente questo triste primato che accomunava
l’Islanda ad Andorra, San Marino, Liechtenstein e poche altre da oggi non ci
sarà più.
Analizzando tutto in
modo sereno e chiaro emerge comunque il fatto che l’allargamento della
competizione da 16 a 24 squadre, ha permesso a diverse squadre di seconda
fascia, ma comunque in rampa di lancio di cogliere questi risultati e insieme
all’Islanda troviamo per esempio la nazionale Albanese, condotta dal nostro
Gianni De Biasi, e la nazionale del Nord Irlanda.
E’ anche vero che la
nidiata di calciatori che hanno permesso questo miracolo è di livello
assolutamente internazionale tant’è che la maggior parte di loro gioca in
squadre del continente e per la maggior parte nei principali campionati, ma di
questo accennerò dopo.
Il miracolo è
comunque avvenuto in un girone che comprendeva oltre alle squadre materasso
quali Kazakistan e Lettonia, l’Olanda, la Repubblica Ceca e la Turchia che di
materasso non hanno nulla.
I ragazzi terribili
si sono anche presi delle soddisfazioni non da poco andando a vincere in Olanda
e battendo sia la Repubblica Ceca che la Turchia.
Io personalmente
considero l’Islanda la vera mina vagante di Euro 2016 e tenendo conto che nel
girone oltre al proibitivo Portogallo ci sono Austria e Ungheria, la possibilità
di passare il turno è tutt’altro che remota.
Ora passiamo all’argomento principe dell’articolo: la
maglia.
Le maglie della Nazionale Islandese di calcio ad Euro
2016 saranno fornite dall’italianissima ERREA’, la Società fondata nel 1988 a
San Paolo di Torrile - Parma da Angelo Gandolfi, e che nel mercato mondiale si
è ritagliata una fetta importante, in mezzo a brand colossali come Nike, Adidas
(che risulta essere un po’ in crisi, come riferito su altro nostro post), Under
Harmour, New Balance.
Il from delle divise islandesi è nel perfetto stile
del carattere dei taciturni islandesi, essenziale e senza fronzoli dove l’unica
nota di colore è legata alla presenza del tricolore in banda e alla seconda
maglia del portiere, leggermente fluo.
Prima Maglia
Il
colore della prima maglia è interamente blu, con colletto a V allungata con
tonalità di blu più chiaro, mentre la parte posteriore del colletto è bianca e
il bordo manica è anch’esso bianco. Sulla parte in alto a destra è inserito il
logo del brand di colore bianco mentre dalla parte opposta è presente una banda
verticale caratterizzata dai colori della bandiera nazionale e cioè il bianco
tratteggiato di blu ed il rosso centrale più ampio. All’interno della banda
stessa è presente il logo della federazione islandese di calcio KSI.
All’interno
del colletto è presente la scritta Island e subito sotto il motto della squadra
“Fyrur Island” che si può tradurre in “Per l’Islanda”. Sul retro l’unica
concessione oltre al nome ed al numero del calciatore è la presenza della
bandiera nazionale subito sotto il colletto.
Seconda
Maglia
Il
colore della prima maglia è interamente bianca, con colletto a V allungata con
tonalità di bianco più intenso, mentre la parte posteriore del colletto è blu
bianca e il bordo manica è blu. Sulla parte in alto a destra è inserito il logo
del brand di colore blu mentre dalla parte opposta è presente una banda
verticale caratterizzata dai colori della bandiera nazionale e cioè il blu
tratteggiato di bianco ed il rosso centrale più ampio. All’interno della banda
stessa è presente il logo della federazione islandese di calcio KSI.
All’interno
del colletto è presente la scritta Island e subito sotto il motto della squadra
“Fyrur Island” che si può tradurre in “Per l’Islanda”. Sul retro l’unica
concessione oltre al nome ed al numero del calciatore è la presenza della
bandiera nazionale subito sotto il colletto.
Maglie
del portiere.
Le
maglie del portiere sono anch’esse due, ma se la prima rimane ancorata alla
tradizione per la seconda Erreà ha osato di più.
La
prima maglia è completamente nera con scollo a V nero e bordo maniche bianco. Sulla
parte in alto a destra è inserito il logo del brand di colore bianco mentre
dalla parte opposta è presente una banda verticale caratterizzata dai colori
della bandiera nazionale e cioè il blu, il bianco ed il rosso centrale più
ampio. All’interno della banda stessa è presente il logo della federazione
islandese di calcio KSI.
All’interno
del colletto è presente la scritta Island e subito sotto il motto della squadra
“Fyrur Island” che si può tradurre in “Per l’Islanda”. Sul retro l’unica
concessione oltre al nome ed al numero del calciatore è la presenza della
bandiera nazionale subito sotto il colletto.
La
seconda maglia è completamente gialla fluo con scollo a V sempre giallo e bordo
maniche bianco. Sulla parte in alto a destra è inserito il logo del brand di
colore bianco mentre dalla parte opposta è presente una banda verticale
caratterizzata dai colori della bandiera nazionale e cioè il blu, il bianco ed
il rosso centrale più ampio. All’interno della banda stessa è presente il logo
della federazione islandese di calcio KSI.
Come arriva
l’Islanda alla storica qualificazione agli Europei?
La nazionale dei Strákarnir okkar – I nostri ragazzi - arriva agli Europei con la leggerezza tipica di
quelle squadre che qualsiasi cosa succeda sarà comunque un successo.
E’ pur vero che il carattere degli isolani è sempre caratterizzato da una
voglia di emergere difficilmente riscontrabile nel continente ed è facile
pensare che siccome altre occasioni simili magari non saranno ricorrenti, i
ragazzi allenati dallo svedese Lagerback
coadiuvato dall’islandese Hallgrimsson, avranno sicuramente voglia di stupire
grazie anche ad un girone tutt’altro che di ferro nel quale le altre nazionali
presenti faranno bene a non sottovalutare la squadra scandinava (chiedere all’Olanda
per informazioni).
E’ anche da rilevare che come anche per un’altra nazionale non certamente
abituata a frequentare questi palcoscenici, come quella del Galles, ci troviamo
davanti ad una generazione di calciatori nati per lo più negli anni ’80 con particolare
talento che ha spinto club di tutta l’Europa che calcisticamente conta ad
offrire contratti agli atleti islandesi.
Basti pensare a Hallfredsson e Magnusson che giocano in Italia tra Serie A
e B, Bjarnason nella Super League Svizzera, Sigurdsson, Gudmundsson e Gunnarson
tra Premier League e First Division in Inghilterra, Finbogason e Bodvarsson in
Bundes e Zweite Liga in Germania,
Sightorson nella League 1 Francese e molti altri che hanno contribuito, con
queste esperienze, ad elevare il livello tecnico medio del calcio islandese.
Biarnason con la maglia del Basilea - Campione di Svizzera |
Hallfredsson vecchia conoscenza della Serie A italiana |
Gudmunsson con la maglia del Charlton Athletic |
Sigurdsson con la maglia dello Swansea City al servizio di Mr Guidolin |
In una squadra con l’età media così bassa non si può dimenticare chi è
stato l’apripista, unico calciatore islandese ad aggiudicarsi una UEFA
Champions League e un Uefa Supercup oltre ad altri titoli come due Premier
League, una Liga, una Eredivisie, coppe nazionali e altri titoli personali tra
cui il “Cavalierato dell’Ordine del Falcone” per meriti sportivi ricevuto dal
Presidente della Repubblica d’Islanda nel 1997; per chi non l’avesse capito
parliamo di Eidur Smari Gudjohnsen che a 37 anni si è tolto pure lo sfizio di
partecipare alla sua prima e si pensa unica competizione per squadre Nazionali.
Eidur ai tempi del Barca con la coppa dalle grandi orecchie |
Eidur con i trofei vinti con il Chelsea F.C. |
Gudjohnsen con la maglia della Nazionale |
Per rappresentare lo spirito di questo popolo basti pensare a come nell’arco
di neanche 10 anni si siano risollevati dalla dichiarazione di default del 2008
e che fino al 2011 ha messo il paese in ginocchio.
Nel pieno pragmatismo tipico dei popoli del nord Europa, la risoluzione dei
problemi è stata drastica e senza via di ritorno e si è manifestata con l’arresto
di almeno una parte dei responsabili della crisi ed in particolare membri del
governo nell’ambito finanziario, amministratori delegati e soci vari di imprese
andate in bancarotta, hanno costretto i maghi della finanza a trasferirsi “urgentemente”
all’estero, hanno raso al suolo il governo in carica in quegli e ad oggi l’Islanda
è considerata dagli analisti di tutto il mondo, come fulgido esempio di come
poter uscire da una crisi economica senza eguali, dal 2012 il PIL è in costante
crescita, il tasso di disoccupazione è sceso intorno al 5% e il paese ha
ripreso di slancio ad attirare turisti e persone in cerca di lavoro.
Questa condizione è un miraggio per tutti i paesi “evoluti” che non
riescono o meglio non vogliono a vedere ancora la fine del tunnel.
Tutto questo discorso non è assolutamente slegato dalle imprese sportive di
cui abbiamo narrato e in cui un brand italiano come ERREA’ ha creduto per proporre
delle divise sobrie ma eleganti e che rendano bene le idee del carattere e
dello spirito di chi le indossa.
Senza tema di smentita e prima dell’esordio ufficiale della squadra a
questo Euro 2016, dichiaro che non ci sarebbe da stupirsi se l’Islanda arrivasse
fino ai quarti di finale della competizione ripercorrendo il percorso che il
Costarica ha fatto a Mondiali in Brasile nel 2014.
A scanso di equivoci, se vogliamo uscire dalle classiche maglie delle nazionali
top d’Europa, io penso che la maglia della nazionale Islandese potrebbe fare
una gran bella figura nelle collezioni degli appassionati italiani.
Vi lasciamo con una chicca che vi permetterà di apprezzare ancora di più le magliette della nazionale che viene dal grande Nord, il video con cui la ERREA' ha presentato le maglie per l'europeo al Mondo.
(A voi il video che ERREA' ha preparato per lancio, una scarica d'adrenalina tra
tra l'intemprie dei Ghiaccio e la tempra del Fuoco "Play Emotiopns'').
Isolatevi dal mondo, guardate in pieno relax immergendovi nei luoghi crudi e affascinanti di cui abbiamo lambito i bordi e godetevi la visione.
Fabrizio Roscitano.
Gran bel pezzo. Complimenti redazione di Zona Maglie! :)
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