AFC Wimbledon, un’altra storia del calcio inglese che rende la Premier League il campionato dove gli under-dog possono veramente dire la loro.
AFC Wimbledon, un’altra storia
del calcio inglese che rende la Premier League il campionato dove gli under-dog
possono veramente dire la loro.
Questa
volte inizio dalla fine.
Nel
1911 venne fondato il glorioso Wimbledon Borough, club che nasce in un
quartiere nella zona sud-ovest di Londra, appunto quella di Wimbledon, che tra
la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 arrivò fino al top del calcio inglese
con una vittoria in F.A. Cup, che in Inghilterra viene venerata più che il
campionato, per poi disfarsi completamente e chiudere definitivamente la sua storia
nel 2004.
Il
motivo per cui il glorioso club ha chiuso i battenti è da ricercare in un tragico
fatto avvenuto nel 1991; il riferimento è relativo alla strage dell’Hillsborough
Stadium di Sheffield del 1989, in cui perirono 96 persone prima che tifosi.
In
seguito a quei fatti e per cercare di eliminare il problema degli hooligans,
venne presa una decisione politica che fu sancita in un documento, chiamato Rapporto
Taylor, che obbligava tutti gli stadi ad avere solo ed esclusivamente posti a
sedere e con tutti i tifosi muniti di singolo biglietto.
Tale
situazione portò al trasferimento del club prima, nel 1991, al Selhurst Park,
condividendo lo stadio del Crystal Palace e successivamente a Milton Keynes nel
Buckingamshire.
Nel
2002 gli storici tifosi dei “Dons”, per non disperdere i geni storici del club,
rifondarono lo stesso come AFC Wimbledon che oggi gioca al Kingmeadow Stadium
di Londra.
Il
resto della storia che ha dei risvolti affascinanti la lascio a dopo e passo a
parlare della maglie che oggi onorano la gloria del Vecchio Wimbledon.
Maglie
HOME – Innanzitutto lo sponsor tecnico che fornisce il kit ufficiale alla
squadra londinese è l’ADMIRAL ed è caratterizzata da uno sfondo completamente
blu con linee verticali gialle. Il giallo si ripropone anche sul bordo manica e
sulla parte inferiore del colletto che è girocollo.
In alto a destra il logo dello sponsor tecnico anch’esso
in giallo e nella porta opposta è inserito il logo del club. I pantaloncini
sono blu con bordature sempre gialle e con logo del club e dello sponsor
tecnico nella parte inferiore. I calzettoni sono completamente blu con i
risvolti gialli nella parte apicale.
Lo sponsor inserito in posizione centrale è Football Manager.
AWAY – La seconda maglia è completamente bianca, con degli inserti blu inseriti
nel colletto sempre a girocollo e sulle maniche nella parte apicale e nella
parte terminale. Il logo dello sponsor tecnico è blu anziché giallo. I
pantaloncini sono bianchi con bordature sempre blu e con logo del club e dello
sponsor tecnico nella parte inferiore. I calzettoni sono completamente bianchi i
risvolti blu nella parte apicale.
Lo sponsor inserito in posizione centrale è Football Manager.
Stadio
Lo Stadio dove gioca l’AFC Wimbledon è
stato costruito nel 1989 e può ospitare solo 4500 spettatori e non tutti con
posti a sedere, è il Kingsmeadow conosciuto anche come The Cherry Red Record’s
Fans’ Stadium. L’impianto viene diviso con la piccola squadra del Kingstonian.
Storia e vittoria
della Crazy Gang
Ripartiamo
da dove ci siamo interrotti, la maggior parte dei lettori magari non sa che
carico di storia abbia in se il glorioso Wimbledon F.C., classica squadra
operaia che mai nessuno avrebbe pensato di poter leggere sull’albo d’oro
accomunata alle grandi big del calcio inglese.
Ovviamente
parliamo degli anni recenti del calcio anglosassone, perché se scorriamo l’albo
d’oro nei primi anni del ‘900 troviamo vincenti squadre dal blasone oggi
annacquato quali il Preston North End, il Sunderland, il Brunley etc….
Questo
discorso che vale un po’ per tutti i maggiori campionati europei oggi, in un
calcio dominato dai soldi difficilmente si può verificare.
Ma
proprio di strettissima attualità è la favole delle Foxxies del Leicester
allenato dall’italico Claudio Ranieri che questo sogno lo sta vivendo e nel
modo più incredibile, perché non solo la squadra non fa parte del gotha del
calcio inglese, ma anche i protagonisti sono tutt’altro che star di prima grandezza
quali Vardy, Mahrez, Fuchs, Huth, etc.
Ma
in Inghilterra esistono delle altre competizioni che hanno un’importanza addirittura
superiore a quella del campionato, e quella di gran lunga più importante è la
F.A. Cup nata addirittura nel 1871 e che vide la vittoria del Wanderers (che ne
vinse 5 prima di essere sciolta nel 1883) contro i rivali del Royal Engineers,
squadra che rappresentava gli ingegneri reali.
Ovviamente
si parla di calcio di altri tempi, ma questa competizione ha mantenuto la sua
caratteristica fino ai giorni nostri e le squadre under dog e cioè sfavorite,
sono ogni anno pronte a giocare brutti scherzi alle big della Lega.
Basti
pensare che nel 2008 la competizione venne vinta dal Portsmouth, che oggi
milita nella 4° lega inglese, e nel 2013 dal Wigan, che vivacchia in 3°
divisione.
Ma
torniamo al glorioso Wimbledon F.C. e all’anno 1988 anno in cui tutti si
accorsero di cosa volesse dire far parte dei Dons e di quella che venne poi
soprannominata la “Crazy Gang” che rivoltò il calcio inglese.
Ma
andiamo con ordine e inziamo con il dire che la squadra del quartiere famoso
per il tennis, fino a tale anno aveva vinto solo ed esclusivamente una FA
Amateur Cup nel 1963, competizione riservata alle squadre dilettantistiche.
Dopo
aver vissuto dall’anno della sua nascita sempre ai margini del calcio che
conta, nel 1986 riesce ad approdare in massima serie, grazie al lavoro del
tecnico Dave Basset che senza inventare nulla riuscì nell’impresa di mettere il
Wimbledon F.C. sulla cartina geografica del calcio che conta.
Il
suo lavoro finì nel 1987 ad un passo dall’apoteosi che cadde sulle spalle di
Bobby Gould che riuscì a trasformare un’accozzaglia di burloni e provocatori,
in un gruppo di temerari che riuscirono in un’impresa che il club non è più
riuscito a ripetere.
Qui
entra in scena la Crazy Gang, ovvero un gruppo di giocatori che sfruttarono
ogni possibile furbizia e una cattiveria al limite del regolamento per imporre
la legge dei Dons, come neanche un gruppo di brutti ceffi avrebbe potuto fare.
Come
in tutte le “famiglie” la spina dorsale è la parte più importante del corpo ed
ecco spuntare in porta un portiere lungagnone di nome Dave Beasent detto “Lurch”
per l somiglianza con il maggiordomo della Famiglia Addams che divenne il primo
portiere a parere un rigore in una finale di F.A. Cup e che giocò fino a 43
anni terminando la carriera nel Fulham.
Dave Beasent con l'F.A. Cup 1988 |
Al centro della difesa un cagnazzo rispondente al nome
di Eric Young detto il Ninja, ed è facile intuire il perché, e che insieme all’altro
centrale Andy Thorn è uno di quelli da palla o gamba al 100%. Il ninja pur
essendo nato a Singapore e potendo quindi scegliere per quale nazionale giocare
scelse il Galles e tutti ancora oggi si chiedono il perché.
In mezzo al campo tre personaggi degni di nota all’epoca
erano sbarbatelli, ma che nel corso degli anni riuscirono a farsi valere ed in
particolare Dennis Wise, talentuoso ma anche protagonista di particolari
esibizioni come un morso ad un giocatore del Maiorca in Coppa delle Coppe
(Marcelino Elena), la rottura della mascella di un compagno mentre era al
Leicester e tre mesi di prigione (poi condonati) per aver aggredito un
tassista. Sir Alex Ferguson dise di lui: «potrebbe scatenare una rissa in
una casa vuota».
Ricordiamo poi Lawrie Sanchez che oltre ad essere protagonista
della vittoria di F.A. Cup, si rese protagonista della prima espulsione, almeno
conosciuta, per aver deliberatamente evitato un gol con una mano nel 1982.
Ma come dimenticare Vincent Peter Jones, conosciuto
come Vinnie, gallese di nascita che più gallese non si può, nel corso della sua
carriera subì 12 espulsioni di cui quella che a tutt’oggi è la più rapida di
tutti i tempi. Nel 1991 quando giocava per il Chelsea, che non era ancora
quello del magnate russo, ci mise solo 3 secondi per stendere in modo brutale
Dane Whithouse ed essere mandato sotto la doccia.
Non sa cosa sia la lesa maestà, anzi ne trae divertimento.
Durante la prima tasferta del Wimbledon a Liverpool passa, come tutti, sotto il
cartello che domina la scalinata d’accesso al campo. “This is Anfield”, questo
è Anfield. Serve ad intimorire gli avversari, a scoraggiarli. Lui per tutta
risposta ci attacca sopra un foglio con scritto “bothered”. Più o meno
traducibile con “e chissene”. Nel 1987 diviene immortale un tentativo di
provocazione ai danni di Paul Gascoigne. Durante una partita contro il
Newcastle lo bracca per tutto il campo e ad un certo punto ricorre all’ultima
ratio. Allunga una mano e gli strizza i testicoli. La foto di quel momento
rimane un’icona del periodo.
Fuori dal campo non è che vada meglio e rimedia qualche
denuncia per aggressione, tra cui una per aver preso a schiaffi un passeggero e
aver minacciato di morte l’equipaggio di un aereo su cui sta viaggiando.
Ubriaco.
Dopo la carriera da calciatore si è reinventato
attore, sempre con parti da duro e da spaccatutto.
In avanti, nel ruolo di centravanti, troviamo John
Fashanu. Colosso d’ebano di padre nigeriano e madre della Guyana, sarebbe
quello che dovrebbe fare i gol. E li fa. Solo che ci mette anche parecchie
mazzate ai difensori come carico. Fuori dal campo è uno dei più distaccati ed
eleganti, al punto da arrivare agli allenamenti in abito gessato e con
l’autista.
Fu purtroppo protagonista di un gesto irriguardoso e
in stile del personaggio nei confronti del fratello Justin Fashanu, anche’egli
promettente bomber che dichiarò la propria omosessualità nel 1990 e che fu
rinnegato dal calcio inglese, soprattutto dal fratello.
A seguito di una vicenda di accuse che si rivelò poi
infondata, Justin Fashanu si tolse la vita nel 1998.
Dopo questa breve presentazione, mi sembrerebbe
superfluo stare a raccontare chi vinse la F.A. Cup del 1988, contro il Liverpool
dei grandi, Grobbelaar, Aldridge, Barnes, Beardsley, Houghton e che si era
appena laureata campione d’Inghilterra.
Il 14 Maggio 1998 a Wembley la crazy gang scende in
campo convinta di poter vendere cara la pelle in un’annata che lo vide finire
al 7° posto nella First Division – oggi Premier League.
Senza ombra di dubbio il Liverpool gioca bene, gioca
meglio perché il tasso tecnico è ovviamente superiore, ma tutto si infrange
contro il muro eretto dai Dons e contro la cattiveria degli stessi di cui sopra.
Al minuto 36 succede l’inaspettato: l’arbitro assegna un calcio di punizione
laterale per il Wimbledon di cui si occupa Dennis Wise. Il cross è liftato perché
il piede è educato e l’esotico Sanchez anticipa tutti e segna.
La partita si mette al meglio per i Dons e male per i Reds
che le provano tutte per pareggiare e l’occasione arriva al 61° minuto quando
John Aldridge si guadagna un calcio di rigore. Lo stesso, fresco di titolo di
top scorer del campionato con 26 reti, si appresta a tirarlo partendo con un
tiro forte e angolato che viene intercettato dal portiere con il maglione
giallo che lo devia in corner.
Il colpo è letale per i Liverpool e mentalmente
entusiasmante per il piccolo Wimbledon F.C. e il risultato non si sbloccherà
più. Il commetatore della BBC John Motson al triplice fischio finale disse una
frase storica che rimarrà nella storia: “The Crazy Gang have beaten the Culture
Club!”.
La squadra con la FA Cup appena conquistata |
La storia del Wimbledon F.C. praticamente finisce qui,
sopravvivendo ancora una decina di anni in prima divisione e disperdendo le sue
ceneri nel 2002.
Oggi i tifosi si sono reimpossessati dell’anima della
Crazy Gang e con l’A.F.C. Wimbledon stanno cercando di risalire la china, anche
se i tempi, economici, sono cambiati. Ad oggi il club si trova in
4° serie con tendenza a salire.
Chissà che un domani non si ripresentino i fasti del
vecchio club, magari trovando altri personaggi da libri come quelli della Crazy
Gang.
Questo pezzo l’ho voluto dedicare a tutti coloro che
amano le storie del calcio inglese, piene di sorprese e piene di meritocrazia, perché
quanto uno merita vince e a volte il più forte e il più ricco perde.
La maglietta magari non è niente di particolare ma
sono sicuro che il carico di storia farà in modo che qualcuno dei lettori colga
l’occasione per acquistare un pezzo di storia del calcio inglese.
Fabrizio
Roscitano
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