Generazione di fenomeni per stupire il mondo: le maglie del Belgio ad Euro 2016



Generazione di fenomeni per stupire il mondo. N. 1 del Ranking per far sognare nuove vittorie per i Diavoli rossi.




E’ un normale 5 Novembre e il panorama sportivo viene squarciato da una notizia quanto meno inaspettata. La Fifa comunica che al posto n. 1 del Ranking, l’Argentina è stata superata dal Belgio.
Dì proprio il Belgio, una nazione che nella sua storia calcistica internazionale può vantare come migliori risultati, un quarto posto ai mondiali del 1986, stiamo parlando di una nazionale che poteva contare su elementi quali Scifo, Claesen, Van Der Elst, Preud’Homme, Ceulamens, Demol e altri, un terzo posto nel 1972 ed un secondo posto nel 1980 ai Campionati Europei, un oro alle Olimpiadi nel 1920, sembra quanto meno originale.

Soprattutto pensando che negli ultimi decenni le nazionali che hanno dominato il mondo calcistico sono Spagna, Germania, Argentina, Brasile.

Possiamo metterci a criticare il concetto dei Ranking, ma non possiamo certo criticare la qualità del collettivo Belgico.

La domanda che tutti noi sportivi dobbiamo farci è come ha fatto il Belgio a tirare fuori dal nulla una nidiata di campioncini come quella attuale?

Certamente la programmazione è stata tutto, ma una programmazione nata dalla base, senza andare a cercare chissà quali alchimie, il lavoro è stato fatto partendo dalle scuole calcio, dai settori giovanili, prendendo una strada di insegnamento univoca che li ha portati, oggi, ad essere una delle nazionali più competitive del panorama mondiale.
Per completezza di informazione e prima di passare ad analizzare la maglia che la nazionale dei Diavoli Rossi userà ai campionati Europei del 2016, preciso che il metodo di allenamento che da almeno 15 anni il Belgio ha adottato nei propri settori giovanili è il Coerver Coaching, che solo ora, naturalmente in ampio ritardo, sta faticosamente cercando di entrare nel calcio Italico.

Ora passiamo all’argomento principe dell’articolo: la maglia.

La maglia è prodotta da Adidas, che ha iniziato ad occuparsi del Belgio dopo Brasile 2014, dove la squadra nordeuropea ha cominciato a mettere in mostra i propri gioielli che sono stati eliminati dalla futura finalista Argentina, ma solo al 118’ e solo in conseguenza di una prodezza di Angel Di Maria.
Prima di Adidas, a giocare con colori e variazioni della maglia Belgica era la Burrda, tecnicamente nato in Svizzera ma con sede a Doha in Qatar, che rifornisce molti club di tale zona oltre alla nazionale Tunisina, al Nizza (League 1 francese) e al K.A.S. Eupen (seconda divisione Belga)

Prima Maglia

La prima maglia della nazionale Belga, si presenza nei classici colori della bandiera nazionale. In particolare la parte dallo sterno in giù è di colore rosso intenso, mentre il top superiore di presenta nero e comprende anche le maniche. Sulla parte sinistra è presente il logo della nazionale di calcio belga, mentre specularmente dalla parte opposta insiste il logo della sponsor tecnico. Il colletto, anch’esso nero, è a “V” e all’interno dello stesso nella parte posteriroe è inserita la bandiera del Belgio su uno strip di colore giallo.
Sui lati della maglietta sono presenti le classiche tre strisce del brand Adidas in giallo. Nella parte terminale è evidenziata la scritta Climacool che caratterizza tutti i prodotti Adidas in relazione al tipo di traspirazione ottimale che aiuta gli atleti nelle proprie performance. Il fondo delle maniche presenta un risvolto giallo sempre a richiamare lo sponsor tecnico.











Il retro della maglietta è completamente rosso con nome atleta e numero in giallo. Sul retro del colletto anche esternamente è presente una strip gialla con incastonata la bandiera nazionale.





I pantaloncini sono neri con tre bande laterali gialle e il logo del club nella parte terminale destra mentre sul lato opposto insiste il numero sempre in giallo. Sul retro viene ripresa la dicitura climacool. I calzettoni sono rossi con logo Adidas e dicitura Belgium in giallo nella parte centrale. Nella parte prossimale si staccano dal roso due bande orizzontali, una gialla e una nera. Su quest’ultima vengono nuovamente richiamate le tre bande tipiche dello sponsor tecnico.







Seconda Maglia 

L’Adidas ha naturalmente predisposto anche una seconda maglia che è invece tutt’altro che classica.
La prima si presenta con colore di sfondo azzurro cielo con al centro tre bande orizzontali che riprendono i colori del Belgio, nero/giallo/rosso, il colletto a “girocollo” azzurro con bordatura delle maniche nere.
In altro a sinistra il logo della Federazione Belga gioco calcio e sulla destra il logo dello sponsor tecnico.
Sul lato della maglietta sono presenti le tre bande caratteristiche di colore nero.
La maglietta anche sul retro è azzurra.









La seconda richiama lo stesso template ma il colore di fondo è il bianco con al centro tre bande orizzontali che riprendono i colori del Belgio, nero/giallo/rosso, il colletto a “girocollo” bianco con bordatura delle maniche nere, con pantaloncini neri e calzettoni bianchi.









Accenni alla nazionale dei baby fenomeni.

Come dicevo all’inizio nulla nasce per caso e sarebbe stupido credere che il Belgio abbia avuto la fortuna di veder nascere tutti nello stesso periodo dei baby fenomeni.
I veri fenomeni sono pochi e nascono con il contagocce e non è possibile credere che non sia così. Il Belgio ha “costruito” i suoi giovani giocatori, che sicuramente erano dotati di talento naturale ma non dei geni che hanno generato calciatori quali Pelè, Maradona, Zico, Messi, Cristiano Ronaldo, Platini, Cruijf e pochi altri e comunque non tutti nella stessa generazione e della stessa nazionalità.

E’ innegabile inoltre che la multietnicità sia ormai diventata una risorsa per tutti quei paesi che hanno aperture mentali differenti da quella italica, nel quale il bigottismo regna sovrano e ogni inquinamento della NAZIONALE viene visto come un tradimento della patria.
La memoria è corta e noi ci dimentichiamo che in passato, un passato molto passato, anche l’Italia attingeva a piene mani nel mondo degli oriundi.

Oggi, fanno parte della nazionale Belga giocatori di rilievo a livello internazionale che provengono da Ex colonie o comunque da altri paesi.

In particolare ricordiamo Bentekè, Lukaku, Vanden Borre, Kompany con origini Congolesi, Origi con origini Kenyane, Witsel originario della Martinica, Fellaini e Chadli con origini Marocchine, Naingollan con origini Indonesiane, Mirallas con origini Maliane, Ferreira Carrasco con origini Portoghesi e Dembelè con origini Maliane.
Mi viene da pensare se avessimo avuto noi la fortuna di ritrovarci con così tanto talento, senza programmazione avremmo potuto creare tanti Balotelli, bravi a valorizzare la propria immagine, ma meno bravi a valorizzare il calcio. Tutto parte dalla programmazione che purtroppo da noi ancora latita e lo dico anche da allenatore di scuola calcio.



Immagine simbolo dell'ultima amichevole tra Belgio e Italia terminata 3 a 1


Pronti ad entrare in possesso della maglia di una nazionale che potrebbe, a breve, scrivere pagine meravigliose di questo sport?

Fabrizio Roscitano

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