La "Dea'' si presenta ai suoi caldi tifosi con colori che non vanno fuori dalla tradizione.







Cenni storici sulla città 


La provincia di Bergamo venne istituita nel 1859 in seguito al decreto Rattazzi e succedeva all'omonima provincia del Regno Lombardo-Veneto, rispetto alla quale però veniva privata della Val Camonica ceduta, a malincuore, alla provincia di Brescia.

Inizialmente era suddivisa nei tre circondari di Bergamo, di Clusone e di Treviglio, poi soppressi nel 1926-1927 come il resto dei circondari italiani.

I confini provinciali rimasero immutati per lungo tempo: l'unica modifica si ebbe nel 1992, quando diversi comuni sono passati alla neonata Provincia di Lecco.

La Provincia di Bergamo è la terza d’Italia per numero di suddivisioni comunali e la nona per popolazione con i suoi complessivi 1.108,762 abitanti. La Città di Bergamo conta circa 120.000 abitanti.

La città di Bergamo è divisa in due parti distinte, la Città Alta, con un centro storico cinto da mura, che, come si può intuire dal nome, è la parte in altitudine più elevata, e la Città Bassa, la quale, nonostante sia anch'essa di origine antica e conservi i suoi borghi storici, è stata resa in parte più moderna da interventi recenti di urbanizzazione.

Bergamo è anche soprannominata "Città dei Mille" per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi (circa 180) che prese parte alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi contro l'esercito borbonico nel Regno delle Due Sicilie durante il Risorgimento (dal 5 maggio al 26 ottobre 1860).


Vista della Bergamo Alta




Storia del Club


L'Atalanta Bergamasca Calcio, nota anche semplicemente come Atalanta, è una società calcistica così chiamata a partire dal 1920.

In realtà la fondazione del club può essere ricondotta al 1907 che contraddistingue la nascita dell'Atalanta con casacca bianconera a strisce verticali sottilissime. I pantaloncini sono normalmente neri. Nel 1920 l’Atalanta si fuse con altra Società denominata Bergamasca che adotta i colori sociali bianco e azzurro: viene eliminato il bianco, colore comune delle due squadre, e portato in dote alla nuova divisa sociale l'altro rispettivo colore, nero per l'Atalanta, azzurro per la Bergamasca. Nei primi anni della sua vita, l'Atalanta Bergamasca di ginnastica e scherma indosserà maglie a quarti nerazzurre: le strisce arriveranno alcuni anni più avanti.

Nell’arco della sua storia l’Atalanta B.C. si è distinta per aver vinto 5 campionati di serie B, un campionato di prima Divisione e uno di serie C.

Ma nel palmares dei bergamaschi spicca la vittoria della Coppa Italia del 1962-1963 in finale contro il Torino con un secco 3 a 1 siglato da una tripletta dell’ineffabile Domenghini, che ebbe poi altre fortune, e con in porta il “mitico” Pizzaballa, che diventò uno dei più ricercati nel mondo delle figurine Panini.



Atalanta vincitrice della Coppa Italia 1962-1963




Con 55 campionati di Serie A a girone unico disputati, l'Atalanta è la squadra col maggior numero di partecipazioni alla massima serie fra le rappresentanti di città non capoluogo di regione, ed è perciò considerata la "Regina delle Provinciali". Il club è undicesimo su 63 squadre nella classifica perpetua della serie A dal 1929.

È inoltre la squadra che ha disputato più campionati di massima serie fra quelle che non si sono mai aggiudicate uno, la squadra con più vittorie all'attivo in un campionato di secondo livello del calcio italiano (6 successi, a pari merito col Genoa) e più promozioni nella massima serie (13 volte).

Nel 1988 raggiunse la semifinale della Coppa delle Coppe, rappresentando la serie B italiana, venendo eliminata in una combattutissima semifinale dai belgi del Malines o Mechelen dei vari Preud’homme, Emmers, Erwin Koeman (fratello di Ronaldo Rambo Koeman), Leo Cljistrers e il talento israeliano Eli Ohana, che poi si aggiudicarono il trofeo contro l’Ajax in finale.

Quell’Atalanta poteva vantare tra le sue fila un campione venuto dal nord che contribuì in modo determinante a quella magnifica stagione, Glenn-Peter Stromberg. Naturalmente la rosa contava su un nucleo di calciatori italiani non meno degni di nota a partire da Ottorino Piotti, Giuseppe Incocciati, Claudio Prandelli, Daniele Fortunato, Walter Bonacina e altri.




L'Atalanta che raggiunse la semifinale di Coppa delle Coppe nel 1988

Il Malines che eliminò l'Atalanta e vinse la Coppa della Coppe contro l'Ajax


L’Atalanta partecipò a quella edizione pur non avendo vinto la Coppa Italia, in quanto la stessa venne vinta dal Napoli di Maradona, che avendo vinto anche il campionato partecipò alla Coppa dei Campioni.

L’unico altro club Europeo che è riuscito ad ottenere un risultato pari a quello degli orobici è il Cardiff City che nel 1968 vinse la Coppa del Galles giocando in serie B e riuscì l’anno successivo ad arrivare in semifinale di Coppa delle Coppe, venendo eliminato dall’Amburgo che poi perse 2 a 0 in finale contro il Milan.



Stadio 


Lo stadio che ospita le partite dell’Atalanta B.C. fu costruito nel 1928 con il nome  id Mario Brumana, milite fascista originario della Valle Imagna, caduto nel varesotto durante i moti che precedettero l’avvento del fascismo. L'impianto, che allora poteva contare su una capienza di 12.000 posti, venne inaugurato in due cerimonie separate: la prima, non ufficiale, il 1º novembre, in occasione della partita Atalanta-Triestina conclusasi con una vittoria dell’Atalanta per 4 a 1 e la seconda, ufficiale, il 23 dicembre, alla presenza di numerose autorità contro la Dominante Genova battuta per 2 a 0.




Prima di allora, la società bergamasca aveva giocato le proprie partite casalinghe dapprima nel campo di via Maglio del Lotto (dal 1914 al 1918) e successivamente al campo della "Clementina" (dal 1919 al 1928).



Lo stadio, per gli esperti di allora, fu definito come uno dei più belli d'Italia. Con la caduta del fascismo, lo stadio cambiò, naturalmente, nome: prima semplicemente in "Comunale" e successivamente nella dicitura odierna dedicata agli "Atleti Azzurri d'Italia". Durante gli anni lo stadio venne notevolmente modificato fino ad assumere la conformazione attuale.



Il complesso occupava, e occupa tuttora, un'area di 35.000 m², e comprendeva il terreno di gioco per il calcio e il rugby, di 120x70 m, contornato da una pista in cenere per l'atletica; lungo i lati maggiori sorgevano le due tribune: quella ad ovest, coperta, e quella ad est, scoperta, che avevano una capienza totale di 12.000 posti. Nell'area oggi occupata dalla curva Pisani c'erano i campi da tennis, mentre dalla parte opposta sorgevano le piscine.

Con il passare degli anni lo stadio, oltre a cambiare il nome in quello odierno, subì numerose ristrutturazioni: in un primo momento furono aggiunte le due curve e la copertura della tribuna ad est.

Di notevole importanza a livello strutturale, furono i lavori eseguiti nell'estate del 1984, contestualmente al ritorno dell'Atalanta in serie A, che portarono all'eliminazione della pista di atletica, al posto della quale furono aggiunte delle tribune metalliche. Queste permisero di aumentare la capienza, che toccò il record storico il 16 settembre 1984, quando alla partita Atalanta-Inter assistettero oltre 43.000 spettatori. Dopo le ultime modifiche la capienza dello stadio è di 24.726 posti.


 





In progetto c’è un nuovo stadio con lo spostamento del campo di gioco della Bergamasca nel Comune di Zanica; l’idea, nonostante la bellezza del progetto, è stata per adesso accantonata anche perché non viene visto di buon occhio dalla tifoseria lo spostamento al di fuori della città di Bergamo dello stadio. 


Progetto futuristico del nuovo stadio della Dea






Logo


Atalanta (dal greco  Αταλάντη Atalànte, "in equilibrio") è una figura della mitologia greca, figlia di Iasio, re dell'Arcadia e di Climene.

Atalanta era descritta come provocante ma fermamente virtuosa. Cacciatrice infaticabile, venne talvolta assimilata ad Artemide. Proprio per questa Sue caratteristiche fu scelta come simbolo da chi nel 1907 fondò l’Atalanta Calcio. 


 







 Le tre proposte per la nuova stagione


HOME – Lo sponsor tecnico dell’Atalanta Bergamasca Calcio, con il simbolo della Niche, si affida al classico template a 7 righe verticali strette (4 azzurre e 3 nere). Nel centro della maglietta insiste il main sponsor Suisse Gas, con la presenza in alto a sinistra del simbolo dell’Atalanta e specularmente dall’altra parte il baffetto della nike. Sul retro la maglia si presenta completamente nera con il numero ed il nome del calciatore in bianco. I pantaloncini sono completamente neri con il logo del club sulla parte destra e il numero con il “baffetto” dalla parte opposta. I calzettoni sono neri con la presenza del solo baffetto Nike nella parte distale. La maglietta presenta la nuova tecnologia “Dry-fit” caratterizzato da una elevata traspirazione. Sulla manica destra è presente il logo della serie A con lo sponsor TIM (idem dicasi per le altre maglie).




  
German Denis
                      
 

      
A
WAY – Per la maglia away la Nike propone una maglia completamente bianca con numeri e nome del calciatore in blu. I pantaloncini sono bianchi come peraltro i calzettoni che presentano il logo della Nike nella parte prossimale.



Luca Cigarini



THIRD – Per la terza maglia Nike ha invece osato proponendo un divise color pistacchio dove il numero, il nome del calciatore e del main sponsor sono bianchi. I pantaloncini sono sempre color pistacchio mentre i calzettoni sono bianchi con il logo della nike di nuovo in posizione distale. 


Yohan Benalouane






Campioni di oggi e di domani


L’Atalanta calcio nel suo piccolo ha il fiore all’occhiello nel settore giovanile che ha raccolto numerosi più trofei della prima squadra ed a contribuito e contribuisce ancora, a dare giovani giocatori ai grandi club italiani e che successivamente hanno avuto anche sbocchi in nazionale.

Nella fattispecie ricordiamo, a chi magari non dedica le proprie attenzioni a squadre che  non siano Top Club, possiamo ricordare che il settore giovanile bergamasco ha vinto due campionati primavera nelle stagioni 1992-1993 sotto la guida di Claudio Cesare Prandelli e 1997-1998; un campionato ragazzi nel 1948-1949; tre Coppe Italia Primavera nel 1999-2000, nel 2000-2001 e nel 2002-2003; tre Campionati Berretti, tre campionati Allievi Nazionali, cinque campionati Giovanissimi Nazionali il tutto tra gli anni 1991 e 2013; due tornei di Viareggio nel 1969 e nel 1993; in più numerosi altri tornei di alto livello giovanile come il Trofeo Dossena (6 vittorie), il Memorial Pietro Martinelli (1 vittoria), il Trofeo Città Di Arco (3 vittorie), la Coppa Gaetano Scirea (3 vittorie) e il Torneo Internazionale Maggioni-Righi (2 vittorie).

L’Atalanta è riuscita direttamente a fornire giocatori che sono diventati campioni Europei Under 21 come Pierluigi Orlandini, la cui carriera non si è poi rivelata all’altezza delle premesse ed Emanuele Tresoldi nel 1994; il funambolico Domenico Morfeo nel 1996; Marco Zanchi e il bomber Nicola Ventola nel 2000. In più la società orobica può vantare due campioni europei under 19, Simone Padoin e e Giampaolo Pazzini e alcuni campioni del Sudamerica quali gli Argentini Claudio Paul Caniggia (Copa America 1991) e Leo Rodriguez (Copa America 1993) e il cileno Mauricio Pinilla (Copa America 2015).



Un Amarcord triste ma dovuto


Parlando dell’Atalanta B.C. non possiamo non ricordare che in questa Società mosse i primi passi un tale di nome Gaetano Scirea, che spiccò poi il volo verso la Juventus contribuendone a farne la storia a cavallo degli anni ’70 e ’80 e tragicamente scomparso in un incidente stradale in Polonia dove si era recato per osservare il Gornik Zarbrze che avrebbe dovuto affrontare la Juventus in un agevole turno di Coppa Uefa. L’immagine che più rende merito al calciatore ma anche all’uomo, si può ritrovare nei freddi numeri che ci dicono che in epoca di catenacci, contropiedi e marcature al limite della denuncia penale, in 435 partite giocate nel campionato italiano nel ruolo di libero, non fu mai espulso e ricevette una sola ammonizione. Il giorno in cui morì, il grande giornalista Gianni Mura scrisse: Con Gaetano Scirea se n'è andata una delle facce più pulite del nostro calcio.” 


Il grande Gaetano Scirea




Per chi invece della Dea è tifoso, non posso non ricordare il nome di Federico Pisani uno dei talentini tirati su da Prandelli e che esordì in serie A a soli 17 anni. Il calciatore morì insieme alla propria fidanzata in un incidente stradale occorso sulla Milano-Laghi e la Sua numero 14 fu ritirata dalla Società, la curva nord è a Lui dedicata come anche il campo principale del Centro sportivo "Bortolotti" a Zingonia, cove il club si allena. 


Federico Pisani in mezzo tra Domenico Morfeo e Christian Bobone Vieri




Ho voluto glissare sui recenti “pastrocchi” relativi al calcio scommesse perché il valore di club, la storia di un club, il tifo per un club, non possono essere intaccati dalla volgare voglia di guadagno di chi bacia la maglia ma non sarebbe neanche degno di indossarla.



La storia a volte è fatta anche di cittadine di provincia che con la passione e la voglia di emergere rendono questo sport il più bello di tutti. Sta a voi decidere se è il caso di avere anche la maglia di club che ha fatto e continuerà a fare la storia del calcio italiano. 




Fabrizio Roscitano.

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