I Clippers pensano in grande e fanno un completo restyling: dal logo alle anticipazioni delle (probabili) nuove casacche



L’inizio fu a Buffalo – Per risalire alla storia dei Los Angeles Clippers, bisogna risalire all’anno 1970 allorquando comparvero sul panorama NBA i Buffalo Braves, che fino al 1978 rimasero nella città delle cascate del Niagara, e delle Buffalo Wings (alette di pollo piccanti). Degno di nota in questo periodo, privo peraltro di qualsiasi risultato sportivo degno di nota fu l’ingaggio di un certo Bob McAdoo che vinse una miriade di premi personali quali il rookie of the year nel 1973, il titolo di MVP nel 1975 pur senza vincere il titolo ma riuscendo ad arrivare alla semifinale di Conference, persa dai Celtics del mitico Bill Russell e di Red Auerbach per 4 a 2. 

Buffalo Memorial Auditorium

Nel 1978 a seguito di uno scambio di proprietari, la franchigia venne trasferita in California su richiesta del proprietario Irv Levin, ex proprietario dei Celtics, che realizzò il proprio sogno di avere una franchigia nello stato del sole.
Nacquerò quindi i San Diego Clippers che dal 1979 al 1984 ebbero un impatto assolutamente nullo sia nei confronti della Lega che della città. Infatti, proprio in conseguenza di risultati a dir poco mediocri, la San Diego Sports Arena era praticamente sempre deserta. L’unico accenno di rilievo fu l’ingaggio del centrone di 211 cm Bill Walton vincitore di un anello con i Trail Blazers di Portland, con tanto di titolo di MVP delle finals, miglior rimbalzista e miglior stoppatore, convocazione per l’All Stars game e futuro All of Famer. 

San Diego Sports Arena

Purtroppo ai Clippers arrivò un Walton non in condizioni fisiche smaglianti e non seppe dare il proprio contributo alla franchigia che nel 1982 fu “svenduta” da Levin a Donald Sterling che due anni dopo decise di portarla a casa sua, essendo nato a Los Angeles, dando vita agli attuali Los Angeles Clippers.

I Clippers a Los Angeles iniziarono a giocare alla Los Angeles Memorial Sports Arena, dato che il Forum era già occupato dagli stravincenti Los Angeles Lakers. Purtroppo per i Clippers, tutte le attenzioni dell’NBA e del pubblico VIP erano concentrate sui Lakers e il “derby” tra le due squadre era quasi sempre una passeggiata per i giallo viola. Il nuovo proprietario, nonostante i risultati negativo, tra cui il secondo peggior record NBA con un imbarazzante 12-70 del 1986-1987, continuò a credere di poter costruire una buona franchigia con scelte al Draft e scambi. Con l’avvento di Larry Brown nella stagione 1991-1992, raggiunsero finalmente gli agognati play-offs con un record migliore rispetto ai “cugini rivali”, soprattutto per merito dell’All Star Danny Manning

L’ascesa ebbe un brusco stop nel 1993-1994 con l’addio di Larry Brown e di Manning e si risolse in una stagione da 27 vittorie che, con la contemporanea debacle dei Lakers, rende la stagione la peggiore per la città di Los Angeles.
Arrivando ai giorni nostri con il passare di giocatori celebri, All-stars ed anche alcuni "bidoni", la franchigia è riuscita comunque ad ottenere spesso i play-offs senza mai eccellere. Tutto cambia nella stagione 2011-2012 quando all’improvviso la franchigia diventa una delle favorite per la vittoria finale con l’arrivo di Chris Paul ad arricchire un rooster dove già c’erano Blake Griffin, Caron Butler, DeAndre Jordan, Lamar Odom e Chauncy Billups. La squadra losangelina diventa improvvisamente la squadra di “Lob-City” per la capacità che ha Paul di alzare ally-hoop meravigliosi raccolti ad altezze vertiginose da Griffin e Jordan. Nel 2012-2013 vincono il primo turno di play-offs contro Memphis per poi venire spazzate via dagli Spurs per 4 a 0. La stagione successiva al primo turno affrontano sempre i Grizzlies di Memphis, ma nonostante il fattore campo favorevole, riescono a perdere in 6 partite. 
Le ultime due stagioni per i Clippers partono in modo strepitoso e con tutti i vantaggi del pronostico dopo l’ingaggio anche di Doc Rivers come tecnico e l’arrivo di diversi giocatori di valore quali Jamal Crawford (6° uomo dell'anno), Jared Dudley e J.J. Redick.
La stagione 2013-2014 termina, però, di nuovo al secondo turno di finale contro gli Oklahoma City Thunder con un sonante 4 a 1, mentre nella stagione successiva, dopo aver eliminato gli Spurs campioni in carica al primo turno, riescono nell’impresa di perdere la serie contro gli Houston Rockets partendo da un vantaggio di 3 a 1, impresa riuscita fino ad allora ad altre 16 squadre.

Arene di gioco - dal trasferimento a Los Angeles, i Clippers hanno giocato alla Los Angeles Memorial Sports Arena, all’Honda Center e, dal 1999, allo Staples Center in condivisione con i Lakers.

Los Angeles Memorial Sports Arena

Honda Center
Staples Center

IL (NUOVO) LOGO


Prima di soffermarci sulle canotte da gioco, che restano pur sempre delle anticipazioni, è doveroso rimarcare invece il restyling del logo dei Clippers, ufficializzato da una coinvolgente e decisa campagna pubblicitaria, che ha avuto grande consenso in tutta la fastosa Los Angeles.

L'ormai vecchio stemma societario
Pertanto, lo stemma si presenta adesso nell'acronimo "L.A.C." all'interno di un pallone da basket stilizzato, sotto il quale vige impetuosa la scritta "CLIPPERS" a caratteri cubitali ed in stampatello. Attorno ad essa gravitano due sottili righe blu e rosse, i colori societari della franchigia californiana.





LE UNIFORMI

Per completezza di informazione, e solo a livello fotografico e storico, è doveroso rendere omaggio a tutto ciò che ha preceduto gli attuali Clippers; è perciò emozionante vedere il grande Bob McAdoo con la divisa dei Braves, che vediamo indossata anche da chi lo sostituì alla sua partenza, ovvero l’olandese Swen Nater.
 
Bob McAdoo in maglia Buffalo
Swen Nater in baglia Buffalo-San Diego

Altra memoria storica per i colori dei San Diego Clippers, “indossati” dal grande Bill Walton.

Bill Walton in maglia San Diego-Los Angeles
Fino a giungere al presente, con la maglia dei Clippers della stagione 2014-2015, compresa l’alternativa con le “maniche” e i colori dedicati a San Diego.

The big Three



Adesso, invece, vi sveliamo quelle che dovrebbero essere, molto probabilmente, le nuove canotte dei Clippers, con annesso il nuovo restyling del logo.

N.B.: Quelle descritte a seguire, restano delle mere anticipazioni, seppur già abbondantemente quotate tra le fonti. Non è stato svelato ancora nulla, non c'è perciò alcuna ufficialità né assoluta certezza nelle divise trattate qui sotto.

FIRST: Le canotte della stagione 2015-2016 dei Los Angeles Clippers per le gare casalinghe, come template, restano invariate rispetto alla stagione precedente. Esse infatti si presentano interamente bianche con inserti blu e rossi sul colletto e strisce verticali bianche, rosse e blu sui lati della divisa. Il nuovo logo dei Clippers campeggia al centro del pantaloncino. Compare un nuovo font per la scritta "Clippers" in nero in posizione centrale, con due sottili righe di colore blu e rosso, come a sottolineare il nome della franchigia, ed il numero in rosso sotto la scritta. 

SECOND: La seconda canotta si differenzia in diversi aspetti, innanzitutto per il colore di fondo che è blu con inserti rossi sul colletto e righe bianche e rosse sui lati della divisa. Il logo dei Clippers è sempre nel centro dell'elastico del pantaloncino, con la scritta Clippers in bianco in posizione centrale con due "baffi" sempre dello stesso colore ed il numero in bianco con contorno nero.


THIRD: La terza canotta della stagione 2015-2016 dei Los Angeles Clippers è invece rossa con un inserto blu sul colletto e righe bianche e blu sui lati della divisa. Il logo dei Clippers si trova al centro dei pantaloncini dove scorre il cordino, anche se la caratteristica più innovativa è l’assenza della scritta "CLIPPERS", che viene sostituita dall'acronimo "LAC", di fianco al numero, che è bianco; nell’acronimo, la “L” e la “A” sono rosse, inglobate dalla lettera “C” che è di colore blu, poste al centro della divisa. Il nome sul retro è anch'esso bianco esattamente come il numero.
L'uomo franchigia Blake Griffin
FOURTH: La quarta canotta non ha niente a che vedere con le altre e si differenzia in tutto. In primo luogo il colore di base è nero con righe rosse e blu sul colletto e righe bianche, blu e rosse sui lati della divisa. Sparisce di nuovo la scritta identificativa, sostituito dal nuovo logo in blu e rosso inserito all’interno di un pallone da basket stilizzato. Lo stemma è sottolineato da due righe, uno blu e uno rosso e con al di sotto il numero in bianco.


UNA NOTA "DI COLORE"

Durante il primo turno di play-offs della stagione 2013-2014 il proprietario dei Clippers Donald Sterling, viene intercettato in una conversazione con una “amica” intima, V. Stiviano, nella quale le viene espressamente detto che è inopportuno farsi vedere pubblicamente con persone appartenenti a “minoranze”, evitando di portare queste persone alle partite dei Clippers. L’episodio riguardava una foto postata su Instagram nella quale l’amica di Sterling si era fatta una foto con una leggenda del basket NBA rispondente al nome di Earvin “Magic” Johnson.

Donald Sterling e l'amica Stiviano durante la partita di protesta 
A seguito di tale situazione la franchigia, composta in gran parte da giocatori di colore e da meticci, come per esempio Blake Griffin, protestò vivamente unitamente alle altre franchigie e la Lega, sempre molto attenta anche a ciò che avviene fuori dai campi, inflisse, nella persona del nuovo Commissioner Adam Silver, una multa di 2,5 milioni di dollari a Sterling decretandone anche l’obbligo di vendita della franchigia e bandendolo a vita da ogni manifestazione ove fosse presente l’NBA.
Dopo un po’ di rimostranze, Sterling si ritrovò costretto a cedere la squadra a Steve Ballmer, co-fondatore della Microsoft. 

Tanti cambiamenti portano ad altrettante discussioni ed opinioni contrastanti. E voi cosa ne pensate del progetto di restyling messo in atto dai "nuovi" LA Clippers?

Fabrizio Roscitano (con la collaborazione di Alessandro Triolo)

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