Dalla calda tifoseria dell'Ado Den Haag e la sua storia, ecco le maglie firmate Erreà

Il gol dell'Ado Den Haag contro l'Ajax in finale della Coppa Nazionale (1968)
Un po' di storia - In un città, L’Aia, dove si intrecciano i destini della nostra cara e vecchia Europa, il 1° Febbraio del 1905 nasce, in un cafè l’"Het Hof van Berlijn" l’Ado Den Haag. La parola Ado è l’acronimo di  “Alles Door Oefening” che si può tradurre in “Tutto tramite la pratica”. Inizialmente il club era noto con il solo nome di FC Den Haag, mentre successivamente è stato aggiunto l’acronimo ADO per rappresentare il ramo amatoriale del club. Nonostante la città abbia una grande rilevanza nei Paesi Bassi, dal punto di vista dello sport, in generale, e nel calcio, in particolare, non sono mai stati raggiunti i livelli dei club di Amsterdam, Rotterdam o di Eindhoven .Vi è tuttavia una grande rivalità con Ajax e Feyenoord.

Fin dagli albori il club non ha passato momenti idilliaci, in quanto a quei tempi in Olanda era più famoso il cricket del calcio e diversi soci fondatori del club si rifiutavano di pagare le quote per permettere al club di proseguire la sua attività calcistica. Dopo la prima inziale maretta nel 1912 l’ADO riuscì ad aggiudicarsi il campionato di terza serie.

Dopo aver passato decenni nei bassifondi della lega Olandese, nelle stagioni 1941/1942 e 1942/1943 il club si aggiudicò due titoli consecutivi ridicolizzando le corazzate dell’epoca. Sfortuna volle che la maggior parte delle stelle della squadra dovette partecipare alla seconda guerra mondiale. Il club venne quindi smembrato e mai più si ricompose su quei livelli, tant’è che questi sono gli unici due successi a livello nazionale. Nel primo caso l’ADO combattè per la vittoria del titolo contro un altro club storico per l’epoca l’AGOVV – Alleen Gezamenlijk Oefenen Voert Verder Apeldoorn. L’anno successivo la lotta fu con l’Abe Lenstra Heerenveen sconfitto con un ancor più sonoro 8 a 2.

Negli anni ’60 i cigni sono rinati e sotto la guida del "Santone" Ernst Happel hanno raggiunti il 3° posto nel 1965 e tre finali di coppa d’Olanda – KNBV Beker, nel 1963, 1964 e 1965 uscendone sempre sconfitti. La ciliegina sulla torta l’ADO la pose nel 1968, raggiungendo nuovamente la finale della Coppa nazionale e riuscendo questa volta a vincerla strappandola addirittura alla corazzata Ajax. Nella stagione 1970-71, l’ADO firmò un altro record per il club iniziando la stagione con 17 partite senza sconfitte, ma alla fine si riuscì a classificare solo al terzo posto.

Nel 1971 il club si fuse con i rivali cittadini Holland Sport dando luogo nuovamente al FC Den Haag, nome che venne abbandonato nel 1996. Nel 1978 la squadra dell’Aia raggiunse il miglior risultato a livello europeo affrontando il fortissimo West Ham United ai quarti di finale di Coppa delle Coppe, subendo due sonore sconfitte: 4-2 in casa e 3-1 a Londra, che significava perciò eliminazione.

Dal 1980 il Den Haag è stato spesso al centro dell’attenzione per la violenza dei suoi tifosi e per i fallimenti finanziari. Nel 1996 il club, a seguito di altre fusioni, ha ripreso il nome originario di ADO Den Haag.

Nel 2010-2011 l’Ado ha rinverdito i fasti degli anni ’60 riuscendo a sconfiggere i rivali dell’Ajax, concludendo la stagione al 7° posto e ottenendo, dopo aver vinto il play-off, un posto in Europa League. I cigni hanno successivamente eliminato i finlandesi del FK Tauras ma sono stati successivamente eliminati dai ciprioti dell’Omonia Nicosia.


Gli stadi 


Zuidenpark Stadium, casa dell'Ado Den Haag dal 1925 al 2010

Kyocera Stadium, attuale casa dell'Ado Den Haag, può ospitare circa 15.000 spettatori



Il logo - Nel logo del club non poteva mancare il cigno, figura tipica in Olanda, assieme ad un pallone da calcio d'altri tempi. Il soprannome del club è legato al volatile in effige che successivamente venne anche associato ad uno dei più grandi calciatori olandesi di tutti i tempi, che rispondeva al nome di Marco Van Basten.



Le maglie



Home – Lo sponsor tecnico della formazione dell’Aia è l’Italiana Erreà. La maglia casalinga, classica e semplice, si presenta a strisce verticali verdi e gialle. Le maniche sono anch'esse a righe verdi-gialle dove viene inserito il nome del club "in loop", mentre il colletto è interamente verde. In altro a sinistra è presente il logo del club mentre specularmente dalla parte opposta vi è il marchio dello sponsor tecnico. Nella fascia centrale è presente il nome del main sponsor “Basic Fit Fitness”, azienda che si occupa di abbigliamento e attrezzatura sportiva. Il retro della maglietta presenta sempre le strisce, interrotte da un pannello verde dove trovano spazio il numero e il nome del giocatore in bianco e il minor sponsor. Il pantaloncino è verde con iserti gialli laterali, mentre i calzettoni sono a righe orizzontali gialle e verdi.









Away – Per la maglia away la Erreà è andata ripescare nella storia del club disegnando la divisa della stagione 1974/75, che accompagnò il club nella conquista dell’ultima coppa di di Lega Olandese, la KNBV Cup. La maglia è bianca con al centro un palo tricolore giallo, rosso e verde, interrotto dallo sponsor in nero. Colletto circolare con dettagli in verde e logo Erreà in verde, sempre su petto e maniche. Il palo viene ripreso sul retro, anche qui interrotto da un riquadro che lascia spazio a nomi e numeri in nero. Il pantaloncino è interamente bianco mente il calzettone, anch’esso bianco, presenta nella parte sommitale il tricolore giallo, rosso e verde. 


Ad arricchire la maglia c’è anche una foto della storica formazione che conquistò la coppa impressa all’interno del colletto coi colori della squadra.


L'immagine commemorativa ripresa all'interno del colletto

Spin-off di richiamo storico

Tifosi “tranquilli”, giocatori "originali" ed ad altri elementi di valore - Dall’anno di nascita (1977), gli ultrà dell’Ado Den Haag, quella frangia di supporters ferocemente nota con il nome di battaglia North Side, hanno fatto di tutto per sporcare la reputazione della "siepe" Haag. In confronto, i "ragazzotti" del Feyenoord che hanno messo a birra e fuoco Roma, scambiando la fontana del Bernini per un orinatoio, sono dei galantuomini, diremmo con un po' di ironia.






La tifoseria dell’Ado Den Haag viene ancora paragonata a quella del Milwall, da sempre una delle più sanguinarie tra le curve inglesi ed è tutt’oggi sconsigliato aggirarsi nei pressi dello stadio la domenica. Vengono ricordate alcune date importanti come nel 1982, quando la squadra retrocesse, con i North Side che smontarono interamente la curva dello Zuiden Park, oppure il primo marzo 1987 quando vi fu una battaglia campale con i tifosi dell’Ajax. E quando vanno in trasferta ad Amsterdam o a Rotterdam, i sindaci sono obbligati a schierare surplus di forze dell’ordine, mentre se si recano in città più piccole si crea una sorta di “auto-coprifuoco”. Un'ennesimo episodio venne a verificarsi nel 2004, durante una partita contro il PSV Eindhoven, quando l’arbitro fu costretto ad interrompere il match al 58’ minuto per ripetuti cori razzisti.

I North Side hanno, in Europa, una discreta rete di amicizie: oltre al gemellaggio – che preoccupa non poco la nostra polizia - con la Juventus, ci sono legami forti con i polacchi del Legia Varsavia, i belgi del Bruges e i gallesi dello Swansea.

L'ex Ado Immers, accusato di cori razzisti

Da quando l’Ado si è trasferito al Kyocera Stadium, la tifoseria è tornata ad esser (quasi) "immacolata", soprattutto per via delle 112 telecamere e con un particolare scanner che ritrae e fotografa il tifoso da ben sei angolazioni diverse. Per chi invade il campo è previsto il placcaggio degli steward, che sono 112 anch’essi, una daspo di 10 anni e una multa da pagare al club di 15.000 euro. 

Ma se pensate questo basti a evitare guai, sbagliate di grosso. Nel 2011, nella partita contro l’Ajax, che condivide con il Tottenham Hotspurs la nomea di squadra ebraica, i North Side hanno intonato un coro per Hamas Hamas, Hamas, Jews to the gas», e cioè "Hamas, Hamas, gli ebrei nelle camere a gas"), cantato anche da un giocatore, il centrocampista Lex Immers, che ora veste la numero 10 del Feyenoord e che allora prese cinque giornate di squalifica.





Nell’ultimo turno di campionato di Eredivisie nel match giocato al Kyocera Stadion, i tifosi della Juventus e quelli dell’Ado Den Haag hanno festeggiato i 25 anni di gemellaggio. Una storia iniziata nel 1988, quando i tifosi olandesi, appassionati di calcio italiano, assistettero al match di coppa UEFA fra Juventus e Standard Liegi.      

Passando a qualche giocatore noto per particolarità di episodi, ricordiamo anche il portiere dell’Ado, Gino Coutinho, ora passato all’Excelsior Rotterdam, che è stato arrestato per riciclaggio di denaro e coltivazione di marijuana; del resto il padre di Gino, nel 2009 venne condannato a due anni di galera in quanto in un palazzo di sua proprietà venne scoperto un laboratorio per la lavorazione della marijuana. 

Per fortuna oltre ad esempi poco edificanti come quelli appena enunciati, possiamo ricordare che tra il 1974 ed il 1976 l’Ado Den Haag fu allenato da Vujadin Boskov. Altri personaggi che sono riusciti ad acquisire fama internazionale passando dall'Aia, sono stati Ernst Happel, che da tecnico dell’ Amburgo strappò la finale di Coppa Campioni alla Juventus ad Atene; Dick Advocaat che diede i primi calci allo Zuidenpark e che vincerà numerosi trofei nazionali alla guida del PSV in patria, dei Rangers Glasgow in Scozia e dello Zenit San Pietroburgo in Russia e con il quale vinse anche una coppa Uefa e una Supercoppa Uefa (da sfavorito contro lo United); Martin Jol che vinse la coppa con l’ADO nel 1976 e che poi ha girovagato l’europa come tecnico. Si ricordano anche Eljero Elia, meteora alla Juventus, Euzebiusz Smolarek, figlio del ben più famoso Wlodimierz e Jens Toornstra attualmente in forza al Feyenoord.


Alla fine di questo lungo viaggio, preferite lo stile classico della maglia casalinga o siete affascinati dalla storia della maglia da trasferta?



Fabrizio Roscitano

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