La Budapest del calcio: i biancoverdi del Ferencváros, le maglie e la storia del club più titolato d'Ungheria

Presso le rive del Danubio, presso la meravigliosa città di Budapest, un club dai colori bianco-verdi si è insediato ormai da anni fra le maggiori realtà sportive dell'Ungheria, in quel calcio che ancora ricorda nostalgicamente le storiche gesta della Nazionale di Ferenc Puskas. 



Si dice che il calcio ungherese sia finito in Svizzera, con la sconfitta dell'Ungheria in finale di Coppa Rimet contro la Germania e che dopo Puskas vi fu solo una minima speranza di poter riassaporare quei dolci ricordi, quelle storie che narravano di eroiche gesta. La 10 di Puskas, la Nazionale ungherese di quegli anni, le sorprendenti vittorie e le dolorose sconfitte, mai dimenticate, fanno ormai parte della mitologia del calcio ungherese, di ciò che fu. Ma tutt'oggi, aggirandosi fra i viali e le piazze della capitale ungherese,  è facile destare l'occhio verso una maglia da calcio bianco-verde, o verso una rosso-nera, che sia in una bancarella di souvenir o in un negozio sportivo. Perché il calcio, a Budapest, continua a far emozionare gli appassionati di questo sport, con le sue 6 squadre (5 militanti nella prima divisione e la restante nella seconda) e con quei suoi variegati colori che riflettono sulle calme acque del Danubio.

Nell'intento di inaugurare la nuova rubrica "La Budapest del calcio", è un ottimo primo passo rompere il ghiaccio con le maglie del Ferencvárosi Torna Club, comunemente detto "Ferencvaros". 

HOME - Per la prima divisa, il brand americano della Nike opta per un classico template a righe verticali bianco-verdi, con colletto e maniche in verde. Lo stemma non è cucito ma stampato a caldo, tecnica già adottata diverse volte da Nike, così come lo è lo stesso logo del brand. 


Sul retro, per far spazio al nome ed al numero, è presente un ampio riquadro verde, con le stampe che vanno, perciò, in bianco. Pantaloncini e calzettoni sono bianchi, salvo una fascia verde verticale, presente su entrambi i lati dei calzoncini.


AWAY - La seconda maglia del Ferencvaros sceglie come colore di base il bianco, decorando invece le maniche e il colletto di verde, con una sottile riga nera sugli estremi.  

Sono bianchi anche i calzoncini e i calzettoni, che presentano, analogamente alla versione Home, una fascia laterale verde ed una sui "socks".


STADIUM VERSION / REPLICA - Di cosa stiamo parlando? Ecco, negli ultimi anni alcuni brand hanno aggiunto un'altra "opzione", in visione di un ampliamento del merchandising della maglia. Ovvero, si parla di maglia "Stadium version", o, forse più comunemente, di "Replica" per indicare quella casacca che riprende il modello base della prima divisa, ma senza alcun particolare e con delle differenze nel tessuto. Qual è, perciò, la convenienza? Il prezzo sarà decisamente inferiore rispetto alla versione "Replica" della maglia della stagione corrente (ci sono due definizioni di "replica", dunque), così come lo sarà di quella "Authentic", che riprende anche gli stessi tessuti, e perciò una diversa vestibilità, delle divise utilizzate dai giocatori stessi. Un esempio di tale idea, quindi, è proprio la tenuta messa in commercio dalla società biancoverde di Budapest; infatti, in un comune store Nike della città sarà possibile acquistare solo la versione da stadio, che, nonostante una minore qualità del tessuto e i loghi stampati a caldo (e quindi non cuciti), richiede, quantomeno, una minore spesa.
Per notare la differenza con la prima casacca, è allegata a seguire la "stadium version":




UNA STORIA NELLA VITTORIA

PRIMO ATTO: NATI VINCENTI - Fondatisi nel 1899, il Ferencvarosi TC prese parte al campionato ungherese solo dall'anno successivo. Dovettero aspettare tre anni, prima di vincere il loro primo scudetto della storia. Il primo di ben 28. La squadra biancoverde di Budapest metterà le mani sulla coppa dei campioni d'Ungheria ancora e ancora, da quel 1903, mantenendo un'egemonia dispotica nei confronti del calcio ungherese e, soprattutto, nel panorama calcistico della bella capitale. Nella storia del campionato ungherese (oggi denominato Nemzeti Bajnokság I), però già tra il 1915 e l'inizio degli anni '20, a contendere la gloria alle cosiddette "Aquile verdi" fu la franchigia concittadina dell'MTK Budapest. Passano gli anni e il Ferencvaros resta comunque sempre lì, ad alzare trofei, a vincere coppe e campionati con una crudele superbia. Ma se gli anni '30 la vedono per ben quattro volte campione d'Ungheria, dagli anni quaranta il vento comincia a muoversi contro la sorte del club biancoverde, che conoscerà, nel decennio successivo, il dramma sportivo della delusione e della più amara sconfitta. Per la prima volta nella loro storia, infatti, il Ferencvaros perde la stima di migliore squadra dell'Ungheria, oltre che quella di primo club della capitale, vedendosi sopraffatti dall'Honved Budapest, franchigia dell'esercito austro-ungarico. E, con l'avvento dei rossoneri nella capitale, si conclude il primo atto della storia delle Aquile Verdi.

Una formazione dei Fradi del 1935

SECONDO ATTO: L'APPRODO IN EUROPA - Gli anni sessanta sono un tripudio di soddisfazioni per il club biancoverde. Infatti, in campionato torna a conquistare ben 4 titoli in un decennio, ma, soprattutto, saranno le competizioni internazionali a segnare definitivamente la gloria del Ferencvaros. Corre la stagione 1964-65, quando i Fradi ("Aquile verdi" in ungherese) conquistarono a sorpresa la Coppa delle Fiere, eliminando nel terzo turno la Roma e superando in finale la Juventus, a Torino per 1 a 0. A negare il bis, invece, saranno gli inglesi del Leeds United, nella finale dell'edizione '67-'68 della medesima competizione. Ma le gioie non terminano qui. Non possono terminare, d'altronde, quando in squadra hai uno dei più grandi attaccanti della storia dell'Ungheria: Flórián Albert, con i suoi 258 gol su 350 presenze, segnerà la storia del suo Ferencvaros. Non a caso, nel 1967, Albert conquisterà anche il Pallone d'Oro, in qualità di miglior calciatore europeo; dunque, sarebbe veramente ingiusto nei confronti di un altro storico talento, come il suddetto, affermare che dopo Puskas in Ungheria vi fu il nulla. 
Gli anni settanta il Ferencvaros li vive con sentimenti estremamente contrastanti, in un continuo dolce-amaro. Da una parte, infatti, si trova di fronte all'ascesa dei rivali dell'Ujpest, dall'altra, però, conquista l'ennesimo sigillo di notorietà nel calcio europeo, raggiungendo nel '72 la semifinale di Coppa Uefa e nel '75 la finale di Coppa delle Coppe, poi persa, contro la Dinamo Kiev. 
Gli anni ottanta e novanta per i Fradi di Budapest vedono una sorte simile a quella del decennio precedente, con relativamente poche vittorie in campionato (4 titoli in tutto il biennio), ma con la soddisfazione di esser stata la prima squadra ungherese a qualificarsi per la UEFA Champions League. Elimina infatti l'Anderlecht ai preliminari, relegandosi poi ad un terzo posto nel girone che non gli permetterà di continuare la sua avventura europea. 
Con gli anni duemila, però, comincerà il terzo atto, quello più doloroso.

Un episodio della finale Juventus-Ferencvaros

TERZO ATTO: LA CADUTA DELLE AQUILE VERDI -  Gli anni duemila cominciano per il Ferencvaros con due titoli nazionali, due coppe, una supercoppa e con la partecipazione, nella stagione 2004-05, alla Coppa Uefa. Nel 2006, però, una serie di gravi e continui problemi finanziari fa sprofondare i "Fradi" nella seconda divisione, macchiando una storia finora cosparsa solo di gloria e conquiste. Budapest risente la mancanza di coloro che per primi si erano impossessati del calcio della capitale e che avevano illuminato le sponde del Danubio con i gol di Albert e con le vittorie in Europa. Il Ferencvaros, pertanto, lotta da subito per riconquistare la prima divisione e ci va pure vicino, quando, però, il Nyíregyháza Spartacus vinse contro i biancoverdi lo scontro decisivo per la promozione. Solo nella stagione 2008-2009 vi fu uno spiraglio di luce, quando il presidente dello Sheffield United, Kevin McCabe, decise di acquistare la franchigia di Budapest con l'intenzione di erigere anche un nuovo stadio. Così, nel 2009 le Aquile verdi ritornano in NB I, decisi di restarci a lungo e di tornare alle grandi vittorie del passato.


Ad oggi, il Ferencvarosi Torna Club sembra esser tornato pronto per contendere il titolo alle due attuali grandi forze d'Ungheria: il Gyori ETO e il Debreceni, detentore del titolo, assieme alle altre pretendenti del Videoton e dell'MTK. E, con il suo nuovo e ipermoderno impianto, il "Groupama Arena" (o "Florian Albert Stadion"), si trova adesso secondo, seppur a -13, dal Videoton, segno di una rapida e decisa rinascita.

Istante dell'amichevole fra Ferencvaros e Chelsea, tenutasi lo scorso 10 agosto, per l'inaugurazione del Groupama Arena
E, d'altronde, Budapest l'esalta: ovunque nella città sono presenti i colori biancoverdi delle Aquile Verdi, perché la storia, finché emergono splendenti i colori della maglia, non può esser dimenticata.  

Alessandro Triolo

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