La storica Admiral realizza le maglie del Gibilterra, piccolo gioiello calcistico


UN PO' DI STORIA - Gibilterra: solo per il fatto di essere un protettorato britannico nel 2015 meriterebbe un intero capitolo storico sul quale non ci possiamo e non ci dobbiamo soffermare perché la nostra mission non è questa.
Ovviamente è importante ricordare come siano arrivati gli Inglesi ad avere un protettorato nella parte più a sud dell’Europa Continentale ad un tiro di schioppo dalle terre magrebine.
Il tutto avvenne nel 1713 con il Trattato di Utrecht, come accordi conseguenti alla Guerra di Successione spagnola; successivamente gli spagnoli provarono nel 1727, in autonomia a riprendersi la rocca senza ottenere risultati apprezzabili; nel 1787 gli stessi entrarono in guerra contro gli inglesi unitamente alla Francia e ai rivoltosi americani nell’unico interesse relativo a riprendersi la sovranità su Gibilterra, ma nel 1783 gli inglesi annientarono le batterie galleggianti transalpine dando fine all’assedio. Questa continua resistenza che non ha conosciuto interruzioni risiede anche nel motto della nazione che recita “Nulli ExpugnabilisHosti” ovvero “Non Espugnabile da Nessun Nemico”.
Lo stemma della nazione è rappresentato da un castello rosso su sfondo bianco nel quale viene evidenziata una chiave dorata che chiude a più mandate la porta del castello con un cartiglio ove campeggia il motto latino “MontisInsigniaCalpe”.


Il 10 Settembre 1967 (festa nazionale) un referendum popolare sancì che Gibilterra sarebbe dovuta rimanere sotto l’ala britannica e nel 2002 il 98% della popolazione rifiutò la condivisione della sovranità tra Spagna e Gran Bretagna.
La rocca è abitata da circa 30.000,00 abitanti e la sua economia è sorretta dal turismo e soprattutto dall’offshore, che non è uno sport, ma rende la rocca un paradiso fiscale.

E NEL FOOTBALL...- Gibilterra è il cinquantaquattresimo membro della UEFA. La colonia britannica aveva ottenuto lo scorso ottobre lo status di membro provvisorio e l’ammissione ad alcune competizioni internazionali giovanili. La sua ammissione come membro a pieno titolo è stata votata oggi, durante il XXXVII congresso della confederazione calcistica europea tenuto a Londra. Secondo le cronache, la votazione sarebbe avvenuta a larghissima maggioranza.
La rincorsa di Gibilterra allo status di membro UEFA e FIFA è iniziata nel 1997 ed è stata successivamente congelata dal rinnovo dello statuto FIFA nel 2004. Le nuove regole di ammissibilità per le nuove federazioni rispecchiavano la volontà della FIFA di ammettere solo federazioni facenti capo a stati riconosciuti all’interno dell’ONU (nonostante in passato siano state fatte delle deroghe a tale requisito, come nel caso delle Isole Fær Øer o le stesse Home Unions a cui però lo statuto stesso concede di poter partecipare separatamente).
A ostacolare con pertinacia le richieste di ammissione di Gibilterra è stata la Spagna, che continua a reclamare il proprio diritto alla sovranità sulla Rocca: Gibilterra, conquistata dalla marina inglese nel 1704, ha conservato il proprio status di colonia inglese attraverso due referendum nel 1967 e nel 2002 e hanno stabilito, con la Costituzione del 2006, il principio del proprio autogoverno. La Spagna più volte ha minacciato di ritirare le proprie squadre dalle competizioni UEFA in caso di ammissione della colonia, costringendo la GFA a rivolgersi al Tribunale Arbitrale dello Sport nel 2007 e perfino a prendere in considerazione l’idea di chiedere l’ammissione alla confederazione africana invece che a quella europea e per evitare ulteriori tensioni si è deciso di non sorteggiare Gibilterra e la Spagna nello stesso girone di qualificazione per Euro 2016.


Ma poteva l’esordio della nazionale della Rocca avvenire in modo “normale”?Assolutamente no, in quanto l’unico stadio presente nello stato il Victoria Stadium, non rispetta i requisiti dell’Uefa e quindi l’esordio della nazionale in gare ufficiali contro la Slovacchia avviene in Portogallo all’Estadio Algarve di Faro. Il risultato è uno strabiliante pareggio a reti bianche.

Il Victoria Stadium nel 1952 prima dell’amichevole contro la Red Star Belgrado (notare la bandiera Jugoslava sul primo pennacchio). 

Rappresentativa Gibilterrina del 1895.




Le maglie:

HOME – La divisa “home” presenta un modello caratterizzato dallo sfondo completamente rosso con una banda bianca sul lato sinistro che parte dalle spalla fino all’altezza dello stomaco. Su tale banda c’è il logo della Gibraltar Football Association con la data di nascita “1895”, mentre sul lato opposto è presente logo del fornitore ufficiale che è l’Admiral. Naturalmente non esiste nessun tipo di sponsor. I calzoncini e calzettoni sono interamente rossi. La maglia del portiere è nera con alcune bande diagonali grigie nella parte bassa. I numeri sia sul fronte che sul retro sono bianchi.


AWAY – La divisa “away” presenta un modello caratterizzato dallo sfondo completamente bianco con una banda rossa sul lato sinistro che parte dalle spalla fino all’altezza dello stomaco. Sono presente anche delle righe diagonali bianche nella parte bassa della maglietta. Il resto si presente identico alla prima maglia. I calzoncini e calzettoni sono interamente bianchi. 


THIRD – E’ presente anche la terza divisa che presenta lo sfondo completamente blu con una banda bianca sul lato sinistro che parte dalle spalla fino all’altezza dello stomaco. Sono presente anche delle righe diagonali blu nella parte bassa della maglietta. Il resto si presente identico alla prima maglia. I calzoncini e calzettoni sono blu. 



TORNIAMO AL TITOLO – Vista la storia di Gibilterra, vista la geografia di Gibilterra, vista l’ubicazione di Gibilterra, è chiaro che tutto ciò che agli altri appare normale per non può essere accomunato ai gibilterrini, figli di inglesi, spagnoli, arabi e persino italiani.
Infatti l’evento di cui si specifica nel titolo è avvenuto il 28/03/2015 in una partita valida per le qualificazioni agli Europei del 2016, in una splendida cornice come l’Hampden Park di Glasgow che ospita le partite del Queens Park F.C.
Esattamente al minuto 20 della prima frazione di gioco, con la Scozia già in vantaggio per 1 a 0, il poliziotto/calciatore Lee Casciaro, realizzava il primo gol in partite ufficiali della nazionale Gibilterrina, allenata ad interim proprio dallo scozzese David Wilson.
Poco importa se la partita è terminata 6 a 1 per gli scozzesi, questa partita è già passata alla storia per il solo fatto di essere riusciti a scrivere un numero diverso dallo zero nella colonna gol segnati dalla nazionale della rocca che nelle prime 5 partite ufficiali ha già incassato 27 gol.
Quando affronteremo sfide più grandi di noi, dovremo farci venire in mente il famoso motto decubertiano“L'importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”, pensando alla festa organizzata da Gibilterra per il semplice fatto di essere riusciti a fare un gol.

Cosa ne pensate di farvi regalare una maglia di Gibilterra, invece delle solite maglie delle nazionali più famose?


Fabrizio Roscitano

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